sabato 10 maggio 2014

Roma

Questa mattina sono uscito di casa non troppo presto, saranno state le 07.30 e il sole era già alto. Non avevo una grande voglia, ultimamente mi capita, ma fortunatamente dentro di me il mio grillo parlante mi sprona ad andare, ad uscire dalla tana. In fondo quel primo km che detesto passa abbastanza in fretta, finisce proprio sotto le mura vaticane è, come il tempo che passa perché il benedetto gps agganci il segnale (eppure il satellite dovrebbe sapere che a quell'ora ci siamo noi che corriamo), interminabile. Come metto il naso fuori dal portone del mio palazzo sento sempre un po' freddo, sono estremamente sensibile alla temperatura. Percorro un centinaio di metri camminando e poi parto. Piazzale degli Eroi non è molto suggestivo, ma è sempre meglio di niente. Da quando ho smesso di pensare ai numeri devo dire che ho ritrovato il gusto per la corsa, non m'importa se non riesco ad andare forte, m'importa solo di andare. Il percorso è quasi sempre lo stesso, ma oggi mi sono concesso tante variazioni. Certo... un passaggio a San Pietro o al Colosseo non lo fai??! Ovvio che si! E così mi sono allungato fino al biscotto di Caracalla, avevo sete e lì c'è uno dei "nasoni" più famosi di Roma. 
Con mio stupore ho constatato molti turisti (normale) e pochissimi runners (meno normale). Sui Fori Imperiali scolaresche dal cappellino blu sembravano pronti all'invasione di piazza Venezia, come fossero battaglioni schierati di fanteria. Un saluto con la solita vigilessa di via del Corso e sono già sulla strada del ritorno. Mentre corro devo fermarmi per un bisogno impellente e così nelle vicinanze di piazza di Spagna approfitto della logistica di un amico. Riprendo a correre, via del Babbuino e poi nuovamente via del Corso dove in fondo, prima di entrare in piazza del Popolo, decido di non riprendere via Cola di Rienzo ma di allungarmi su via Flaminia fino a Ponte Milvio. Forse è la parte del percorso che ho fatto più grigia, ma accidenti che gamba in quel momento! Non ero più io a correre, ma le mie scarpe. Eccezionale. Sopraffatto di endorfine, sorrisi e ottimismo, ho imboccato la ciclabile, un saluto con Daniela e via... direzione stadio. Ponte Milvio certe volte mi ricorda il porto, bikers, runners, in attesa o in sosta, un crocevia della velocità, chi punta a nord e chi verso il centro. Scherzi della testa. 
Proseguo la mia corsa in modo brillante fino a viale Angelico, sono a quasi un km da casa e i 18 km percorsi si cominciano a far sentire. Nella testa comincio a dirmi che tutto è stato perfetto, dalla forma fisica, alle sensazioni di benessere... tutto perfetto. 
Sotto il portone di casa fermo l'orologio, 19 km a 5' di media, tutto sommato sono soddisfatto, non dei numeri però, ma della sceneggiatura, tutti noi viviamo la nostra Grande Bellezza, la differenza sta nel saperla raccontare. 
A proposito... io corro qui.


Roma

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