sabato 31 maggio 2014

"Correre" di Daniela Lelj

Correre... si perché io la vedo così, con il verbo all'infinito. L'ho sempre fatto, anche da giovanissima, una cosa naturale che, a dispetto di molte opinioni, mi ha sempre divertita.  
Poco meno di un anno fa decido di dare un obiettivo alle mie uscite..e mi metto a cercare una società per poter gareggiare, per potermi misurare. Tanti anni di nuoto anche a livello agonistico, tanti sport nella mia vita e chi lo ha sempre fatto sa che è difficile smettere.  Nessun consiglio, nessun amico di corsa qui a Roma, e punto il dito guidata solo dall'istinto. Nome? Colore? Forse! Ed eccomi tra i ramarri. Continuo a ripetermi che in quel giorno il mio istinto è stato impeccabile. È bastata una telefonata con il Presidente per confermare la mia scelta. Si è aperto davanti a me un mondo bellissimo e ho conosciuto persone davvero speciali. Non mi soffermo su questo, potrei essere banale, tutti i ramarri conoscono il calore e l'accoglienza del gruppo. Però voglio dire che per me è stata la prima volta che ho condiviso con l'"altro" questa splendida passione per la corsa. E si perché per me correre è una passione che vivo prima di tutto in solitudine, è sentire la mia anima, sentire le gambe che attraverso i piedi entrano in contatto ritmico con la terra, sentire sul viso l'aria che respiro, guardare con gli occhi il mondo che scorre e lasciare fluire il pensiero liberamente, senza filtri. Libertà! Si, correre per me è libertà, lasciar scorrere. Oggi però posso dire di aver imparato che correre è anche fiancheggiare qualcuno, sostenerlo o essere sostenuto, basta un gesto, un sorriso, nessuna parola e, senza sapere nemmeno il nome dell'uno e dell'altro, essere felici di tagliare un traguardo insieme! 
Auguro a tutti di vivere questa bellissima avventura che si chiama "correre".

3 commenti:

  1. Corro perché sono un sognatore. Sempre un passo dietro la mia ombra, ho il desiderio celato, un giorno, di riuscire a raggiungerla. Illuso? Forse, ma mi sento vivo e sfido la strada, che accoglie le mie falcate leggere. Nei miei respiri affannati si frantumano i cattivi pensieri, i loro resti si disperdono nel vento, poi sulla via, dietro di me. Vivo il dono della corsa ogni giorno come fosse l'ultimo, un passo dietro l'altro. Non curante di ieri, sudo il presente ed incrocio le dita perché il domani mi possa ancora regalare la gioia bambina di un paio di scarpe da consumare. A quelli che non hanno voglia, ma possono correre, dedico la mia utopica rincorsa, perché si sveglino un giorno dal torpore del corpo e mi seguano in questa pazzia. A quelli che di voglia muoiono, ma un destino beffardo glielo impedisce, dedico invece la mia corsa vendicativa, ed una promessa: offrirò al destino, per ogni loro desiderio realizzato, lo scalpo della mia ombra il giorno in cui l'acciufferò. Claudio Lemma

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