Soglia di van AakenI primi rudimenti tecnici sulla corsa datati anni '50, prevedevano che lo sviluppo del sistema cardiovascolare fosse il fattore principale della crescita sportiva di un' atleta. Successivamente tale teoria fu accantonata o meglio evoluta.
Negli anni sessanta il "Doctor Running" Ernst van Aaken ( http://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_van_Aaken), convinto sostenitore della teoria per la quale un allenamento tenuto su ritmi troppo alti fosse deleterio per il corpo di un'atleta, a causa dell'eccessiva produzione di acido lattico, decise di proporre una metodologia di lavoro su ritmi pari al 50/60% delle proprie possibilità, in funzione alla preparazione di grandi distanze. Un runner in condizioni di salute migliori è un runner più forte.
In parole povere, la soglia di Van Aaken è il punto oltre il quale il fiatone non consente più al corridore di chiacchierare. Non è ancora la soglia anaerobica, ma è ben oltre la soglia aerobica. Quel punto dove il corpo ancora non produce acido lattico.
Esempio metodo van Aaken:
(Fonte Wikipedia)

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