martedì 11 marzo 2014

Spifferi

Quando vedi dopo un lungo percorso,  in fondo al viale, l’obiettivo prefissato da mesi, diventi irrimediabilmente ipocondriaco. Il terrore di ammalarti diventa un pensiero costante. Paura. Paura di qualsiasi  inconveniente che possa farti saltare la gara. Vorresti vivere negli ultimi 10 giorni all'interno di una camera iperbarica, lontano da germi e bacilli. In ufficio, il collega sovrappeso, ricoperto di adipe mentre mordicchia goloso un panino grondante maionese, ti dice con aria candida… “posso aprire un po’ la finestra?? Oggi si muore di caldo”. In realtà all'esterno ci sono circa 2 gradi centigradi. Tu colpito sul “groppone” da uno spiffero d’aria equivalente ad una tromba d’aria dell’Oklahoma, vorresti urlargli in faccia che a più grasso addosso lui che una foca monaca e forse sarebbe il caso di prendere provvedimenti in merito.  
Poi la sera arrivi a casa e trovi tua moglie…. o tuo marito, o semplicemente la persona che divide le spese con te,  che ti abbraccia e ti chiede com'è andata. Subito dopo li senti, rapidi e rumorosi, uno, due o anche più marmocchi che arrivano a tutta birra urlando papà!!! (o mamma… fate voi). Beh è un momento magico, questi  piccoli untori, portatori sani di batteri e affini che non curanti ti saltano meravigliosamente al collo con nasi gocciolanti, ti baciano sul viso tra un colpo di tosse e l’altro e senti di non poterne fare a meno. Rassegnato all'inevitabile, fai comparire nella tua dieta la cara vecchia aspirina “C” effervescente, la vedi svanire nell'acqua e ti domandi.... ma servirà veramente a qualcosa??! 

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