lunedì 17 marzo 2014

"33^ Correndo nei Giardini" di Adrix

Foto Adrix
Qui a Roma la primavera è arrivata da due o tre giorni, ma noi pensavamo di averlo compreso, forse con qualche indecisione, ma... stamattina Max Cave ci indica su FB la via per averne la certezza; mentre preparo le ultime cose prima di scendere sotto casa in attesa di Robertino e Vincenzo di CAT Sport, lui, Max, con le sue previsioni scientifiche copre la penisola con letture del futuro ineccepibili e puntuali. Snocciola temperature che spaziano in lungo ed in largo tutto l'italico territorio. Dopo la maiuscola prestazione della RomaOstia, partiamo per la località del litorale romano con un po' di rammarico per la sua assenza, però la sua corsa verso la Maratona di Roma non prevedeva questa tappa e quindi oggi il trio Max, Roby ed Adrix si dissolve e vediamo se il giovane Vincenzo sarà all'altezza del nostro eroe della scorsa domenica.
Arrivati nella località balneare romana, troviamo veramente tantissimi runners che si affrettano nei preparativi della gara. La cittadina (anzi, dal 2011 elevata alla dignità di città) è piena di curiosi per i circa 1500 “cavalli scossi” che si daranno battaglia a chi galoppa più velocemente per le sue strade. Veramente innumerevoli gli amici nella calda mattinata, ma oggi menzione speciale a Roberto Castoro che improvvidamente, forse non avendo letto le previsioni date dal grande Max, si è vestito come per correre la “Maratona dei 1000 ghiacci” (esiste?), e ci mette caldo solo a vederlo; noi podisti della domenica siamo tutti in svolazzini e canotta e già alle 9:30 della mattina, sgoccioliamo sudore mentre ci scaldiamo a ritmo blando, mentre lui in una sorta di scafandro da astronauta-runner incede a proprio agio con pantalone lungo felpato, booster polpacciati e canotta sopra una termica a maniche lunghe; al nostro invito a scoprirsi, ostenta sicurezza nella gestione delle elevatissime temperature che sicuramente gli si sprigioneranno addosso nel corso della gara.
Robertino si posiziona nella griglia dei top, io ho scordato di chiedere un pettorale basso e mi posizione come posso, il più avanti possibile.
Scende il silenzio per un minuto, il tempo per ricordare la prematura e recentissima scomparsa di Fabrizio nelle fasi di arrivo della gara della scorsa settimana; a parte qualche eccezione, la LBM correrà in coda alla corsa con il lutto esposto... ogni commento è superfluo e non colma il dispiacere per quanto avvenuto.
Via! I piani del coach sono di correre a 3'50”, cercando di fare un po' di corsa tranquilla per primi km, per correre un ottimo finale. Facile parlare, poi bisogna correre. Si va verso la cittadina per fare un biscotto da 2,4 km e ripassare sotto l'arco e procedere verso sud-est nel comprensorio chic di Marina di San Nicola. Cerco di frenare, economizzare, trattenermi, ma sono preda del solito errore: 3'44” e 3'50” i primi due parziali. Inizio a vedere Robertino da lontano, ma per ora non cerco di raggiungerlo, sarebbe uno sforzo non gestibile. 
Correndo nei Giardini - Foto Web
Al km 2,400 si entra nel Bosco di Palo Laziale: corriamo su sterrato facile, io indosso le leggere Brooks T7 che mostrano qualche intolleranza nei confronti di questo tipo di fondo, ma è poca roba. Inizio a fare fatica praticamente da subito, cioè dal passaggio di ritorno sotto l'arco: siamo al km 2,400. Va male! Sarei dovuto passare al 5000 in serenità per stare psicologicamente tranquillo di correre una buona gara ed invece oggi non è così. Dal km 3 circa inizio a rivedere Robertino ad una ottantina di metri e piano piano lo recupero, ma mai riuscirò ad accostarlo.
Questo sterrato leggero dura circa 1,400 km; il terreno è ottimamente battuto ed in sabbia calcare chiara e senza radici rilevanti, ma io sono psicologicamente infastidito da questo fondo. Aspettavo una gara pianeggiante e ben lastricata: la prima caratteristica è già venuta meno e per la seconda bisognerà attendere solo qualche altro minuto.
I parziali non sono all'altezza delle mie aspettative, ma ancora sono accettabili, il terzo viene via a 3'57” ed il quarto a 3'55”, ma già soffro discretamente. Siamo di nuovo su asfalto, km 3,800: faccio fatica a rimanere in coda ad un gruppetto di indemoniati con a capo Robertino e con due runners newyorkesi ed un'altra decina di persone, fra cui una giovane podista. Per due km sarò faticosamente alle loro spalle, mentre Roberto li tira senza che nessuno gli dia il cambio. In macchina, al ritorno, mi dirà che poco più avanti si è stufato di questo comportamento egoista degli altri e che si è fatto superare per evitare di fare il somaro per tutti e per tutta la gara.
A via Venere, km 6, inizia la salita ed i miei tempi collassano: c'è uno strappetto di 600 metri e poi una discesella ed io riesco a mantenere il parziale di questo km a 3'56”, ma i successivi tre delineano la difficoltà che attraverso: 4'07”, 4'01” e 4'08”.
I parziali che leggo sul GPS mi rendono aggressivo: sono stizzito ed avrei voglia di mollare tutto, ma siccome in questo sport non bisogna mollare un centimetro, dopo un rapidissimo conto che mi dice esistere la certezza che il mio personale oggi non verrà battuto, faccio mente locale e mi dico che devo chiudere dignitosamente. Ripercorro mentalmente i consigli di Orlando: usare i piedi come se fossero vivi e non due monconi, braccia aderenti al corpo, mascella e mani de contratte. Per la stanchezza ci pensiamo dopo l'arrivo.
L'ultimo mille è tutta un'altra storia: spingo dal primo all'ultimo metro con decisione e non mollo nulla e nulla regalo a nessuno: chi vuole mettermi una scarpetta dieci centimetri davanti alla mia se lo deve guadagnare; incedo in modo rabbioso ansimando come un mantice, ma senza scoppiare o dare segni di cedimento: sono incattivito dalla brutta prestazione dei tre precedenti parziali; anche quando sento il rumore degli altri che mi corrono dietro non cedo; non serve voltarsi per sapere che non mi supereranno, anzi, non ho alcuna intenzione di farlo per non concedere vantaggi. Viaggiamo tutti belli allegri e riesco a superare giusto tre colleghi di volata e non negli ultimi duecento ma fra i seicento ed i quattrocento dall'arrivo: 3'48”, 3'40”, 3'35” e 3'27” è l'ultimo picco prima del tappeto e dell'arco: ultimo chiuso a 3'50”. Speravo qualche cosa di meglio, ma ho dato tutto, quindi va bene così.
Con i vicini d'arrivo ci scambiamo pacche sulle spalle e sincere strette di mano: gesti sportivi bellissimi ed emozionanti che indicano tutta la dignità e l'onore dello sforzo fatto, anche si si lotta a chi è meno pippa, visto che il 39'23” è ancora un tempo molto alto e che mi colloca solo 14 in categoria su 219 e 105 assoluto su 1358 arrivati.
Spettacolare dopo gara di sole. Maestro Dilar e Robertino hanno battuto il loro PB: complimenti. Ritiro il premio vinto: dopobarba di quarta categoria e deodorante marca Figaro (?!!). Menzione speciale per AndreaC76 che torna correre dopo l'infortunio: ottimo!
Ritorno fra mille risate con Vincenzo che ha fatto ench'egli una buona prestazione per i suoi standard con un crono prossimo ai 45'.
Alla prossima garetta. Olè!

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