Roma Ostia 2014 Web |
Nel panorama podistico romano la Roma-Ostia è la
gara più importante che ci sia, anche rispetto la Maratona di Roma. Parlano i
numeri, 40 edizioni, massimo numero di partecipanti per una mezza maratona in
Italia. 13500 concorrenti sono un record roboante, 27.000 gambe pronte a
calpestare l’asfalto. Dai Top ai Tap
runners, tutti in pista per cercare il proprio best. Ovviamente la gara inizia
molto prima, settimane di preparazione, magari in vista della Maratona, ma
senza dimenticarsi di questo appuntamento fondamentale nella stagione
agonistica di ognuno di noi.
Il giorno
della gara è emozionante, luce che filtra dalle persiane, occhi aperti… e non
vedevo l’ora. Oggi si corre la Roma Ostia. Volo fuori dal letto, per me è la
prima volta, sono curioso, ne sentivo parlare già da bambino e immaginavo nella
mia mente che sforzo incredibile facevano quelli che di corsa arrivavano fino a
Ostia. Con la mia famiglia ci arrivavamo in macchina, papà al volante e mamma a
mettere cassette nella radio, ci voleva un sacco di tempo, figuriamoci a piedi.
La colazione, il miele, il caffè tutte cose già viste, stessi sapori, odori e
colori. Tiro su la zip della giacca della tuta e sono pronto. Ho più voglia di
vedere gli amici per due chiacchiere in allegria che non di correre la gara, in
cuor mio però mi ripeto che sono in forma e che mi sento bene. Oggi viaggiamo
da Vip grazie ad Andrea, pulmino per otto, sembra di andare in gita con la
scuola. Arriviamo in zona Eur e c’è già una discreta confusione, nonostante sia
presto, la gente scalpita, dialetti lontani, facce incuriosite e vigili ovunque.
Abbandoniamo il nostro mezzo e andiamo alla ricerca dei ramarri, che nel
frattempo incontriamo qui e là. C’è da fare la foto, è sempre un bel momento di
aggregazione, chi vuole stare sempre al centro e chi si accontenta di esserci,
coriandoli, sorrisi e facce gradite. La riuscita cromatica non è delle
migliori, in tanti siamo coperti da improbabili impermeabili. Il cielo sopra di
noi è grigio, aspettiamo tutti la pioggia che infine non arriverà se non in
forma di leggera carezza sulla pelle. Saluto Laura, Luisa e il Presidente,
sempre indaffarato, ringrazio Chiara per il suo racconto, Antonio, Marco e
nonno Pietro. Mi fa piacere scambiare una parola con tutti… tranne uno. Con il
mio gruppo ci scaldiamo un po’, corsetta, stretching, rito propiziatorio del
muro del pianto… da fare rigorosamente in gruppo. Infine l’accesso in griglia.
Prima onda. E’ il momento dello speaker, intrattiene il pubblico e i corridori,
tante facce allegre e qualche viso più serio, la tensione della gara comincia a
salire. Sono relativamente vicino alla linea di partenza, ma quando ci mettiamo
in moto rimango stupito della massa umana che mi precede e che vedo scorrere
via in discesa davanti a me.
@fotofhania |
I primi 4 km in zona Eur passano con una velocità
impressionante, in fondo aspettiamo tutti di imboccare questa lingua d’asfalto
chiamata Colombo che ci porterà verso l’arrivo lasciando Roma alle nostre
spalle. La strada la conosco, è la mia prima volta correndo, ma è tutta la vita
che la faccio in auto per andare al mare. Poca gente ai bordi della strada, i
romani non gradiscono molto questo sport, non partecipano, ormai questa è una
cosa assodata. La mia gara è, come al solito, in compagnia di Andrea e Stefano,
mi danno sicurezza, mi dicono quando “tenere” e mi spronano a fare bene. Nel
percorso ci sono tre salite “importanti”, la prima l’affrontiamo subito,
leggera e costante fino ad un cavalcavia, Stefano c’informa sul ritmo e Andrea
tira il gruppo. La seconda salita, quella del camping, la più difficoltosa, la
prendiamo di buon passo, mi metto davanti perché credo sia giusto dare il
cambio nella fatica e poi perché mi sento bene. Passiamo sotto l’arco dei 10 km
con un ottimo 46’46”. Scolliniamo e dal capannello di spettatori sentiamo Anita
urlare a squarcia gola, vederla saltare e fischiare ci rimette di buon umore,
peccato non vederla correre. Il ristoro ci scompone un po’, ci lasciamo
prendere dall'euforia, ma riusciamo in breve tempo a tornare concentrati, davanti
a noi si presenta un falso piano e tanta discesa, fino agli ultimi 5 km, dove
la strada sale inesorabile fino ad una gru che si staglia all'orizzonte. Dentro di me penso “Ma Ostia
non era al mare?”. Andiamo del nostro passo, alziamo un po’ il ritmo e
stringiamo i denti, ogni tanto due chiacchiere con qualche altro corridore, ma
poi tanto silenzio, tanto sudore. Rivoli d’acqua sull'asfalto, semafori rossi e
spugne a terra, c’è chi annaspa faticosamente e chi arriva da dietro con una
corsa brillante. Salita, tanta salita, dal 15° al 20°… è tutta salita, in
crescendo. Quando finalmente arriviamo a Ostia non faccio neanche caso al mare,
in mente mi rimangono i fotografi, le transenne e gli sponsor, nulla è lasciato
al caso. Affrontiamo il “biscotto” finale cercando di dare il massimo, curva
stretta e rettilineo finale. Sotto l’arco dell’arrivo guardo i tre crono, il
mio segnerà 1h 37’ 36”. Obiettivo raggiunto e tanta soddisfazione, mi giro e mi
complimento con i miei due compagni di viaggio, siamo stanchi e visibilmente
provati, ma contenti. Il serpentone dietro di noi ancora continua ad arrivare.
Alla fine
della gara ci riuniamo con il resto del gruppo, tempi ed impressioni,
complimenti e strette di mano. Andiamo alla ricerca del pulmino per riprendere
la strada di casa, un’ambulanza passa a sirene spiegate, le aprono le transenne
e corre via… la festa è finita.
A
Fabrizio.
Nessun commento:
Posta un commento