giovedì 6 marzo 2014

"Correndo sulle strade del cinema, ovvero, perché quando corri hai sempre una colonna sonora anche se non hai l'I pod..." di Laura Cotta Ramosino


"Corri! Forrest, corri!"
Forrest Gump (1994)

" Io credo che Dio mi abbia creato con uno scopo, ma mi ha anche creato veloce. E quando corro io sento il Suo piacere"
Momenti di gloria (1981)

Il cinema e la corsa… che non vuole affatto dire solamente i film sulla corsa, anche se ce ne sono tanti anche di quelli; qui sto parlando di un po’ tutto il cinema che io, per un motivo o per l’altro, lego al correre, sia quando soffro che quando taglio esaltata il traguardo. Sarà per questo che, abbia o no le cuffie nelle orecchie, a farmi da colonna sonora spesso ci sono musiche di film. Musiche che ti fanno meditare in quei chilometri intermedi quando il problema maggiore non è magari la fatica ma la noia, musiche da “sveglia” che ti danno la carica nei primi chilometri quando c’è da convincere fiato e gambe a fare la loro parte, musiche da sprint, per affrontare aggressivi quegli ultimi metri (e per questo, non c’è niente da fare, non c’è nulla di meglio di Bruce Springsteen!).
Nelle mie memorie cine-runneriste ha un posto speciale "Momenti di gloria": sarà perché per motivi anagrafici l'ho visto quando ero ancora bambina e impressionabile, sarà perché quella colonna sonora in effetti ti fa sentire come se potessi davvero volare...

È vero, è una storia di velocisti, teste e gambe che si giocano tutto su poche centinaia di metri e in manciate di secondi o a massimo pochi minuti, ma la corsa sulla spiaggia con cui inizia il film, le facce giovani ed entusiaste dei diversi atleti per me raccontano dell'esaltazione e della determinazione di chiunque corra... e quella musica di Vangelis, che, lo ammetto, forse funziona meglio su un bel ralenti cinematografico che per affrontare una salita, resta “la colonna sonora” del corridore:


Sarà un caso, però, che il film più famoso che porta nel titolo la nostra specialità più ambiziosa, Il maratoneta, non sia esattamente un film di sport ma in realtà un thriller la cui sequenza più famosa prevede un ex criminale nazista che amministra torture odontoiatriche all’aspirante maratoneta newyorkese?
Non ci stupiamo poi che Dustin Hoffman metta il turbo senza bisogno di integratori quando si trova un paio di agenti segreti “deviati” che lo inseguono di notte. E pazienza che invece che senza scarpe come il suo mito Abebe Bikila, si ritrovi in accappatoio e poi in mutande… un allenamento premaratona che non consiglierei a nessuno…


Prima di tutte queste traversie, comunque, lo troviamo alle prese con gli inconvenienti tipici dell’allenamento: pozze, cani e il solito runner alleatissimo che ti fa nascere un potente complesso di inferiorità…



Più probabilmente, chi ci vede sgambettare con ogni tempo, specie se all'alba della domenica o gridando come pazzi dietro un gonfalone verde alla vigilia di Capodanno, pensa piuttosto a Forrest Gump e ci prende per matti sul serio (ma poi magari come con Forrest Gump alla fine ci viene dietro e tra un anno si sgola più degli altri).



Che i maratoneti abbiano qualcosa di strano e pericoloso lo pensano comunque in tanti; lasciando perdere le serie televisive dove fare running significa nove volte su dieci o trovare un cadavere o diventarlo per mano di un maniaco, il film di corsa più strano in cui mi sono imbattuta, l’ho visto qualche anno fa al Festival di Berlino ed è, udite udite, ispirato ad una storia vera, quella di un maratoneta rapinatore (o rapinatore maratoneta, vedete voi quello che preferite). Le due attività hanno evidentemente delle affinità, anche se non è probabilmente il caso che cerchiamo di scoprirle di persona.



A ben vedere la scena perfetta che tutti quanti noi ci immaginiamo per coronare la nostra carriera di runner nemmeno viene, per l’appunto da un film sulla corsa, e magari assomiglia un po’ a questa:



Non poteva mancare in questo mio elenco, uno spazio per il “vietato ai minori”, non nel senso che citerò un porno sulla corsa (anche se sono sicura che esiste), ma perché una delle più belle scene notturne di corsa è forse una delle poche per l’appunto non vietate di un film di un paio di anni fa, Shame, che per il resto vede il protagonista dedicarsi ad altre attività, diciamo, ginniche. Questo, invece, è uno splendido piano sequenza tutto dedicato alla corsa, uno dei pochi, puntualizziamo per chi si preoccupasse del contenuto di questo post, in cui il protagonista è completamente vestito:



Come dicevo all’inizio il cinema è pieno di gente che corre, per diletto, per competizione, per salvarsi la vita (vedi Jason Bourne…), corrono pure i supereroi come Superman (ma di quello non teniamo conto perché risulterebbe squalificato a qualunque competizione), e c’è solo l’imbarazzo della scelta…
Ma per concludere tornerò al punto di partenza, e ad una perla di saggezza tratta da Momenti di gloria, molto utile per i momenti di sconforto di fronte a un infortunio che non ti aspettavi, alla rabbia o alla tristezza (vedi me alla Roma-Ostia) per una gara che non è andata come speravi o ti illudevi. È allora che ti ritornano in mente delle frasi che in un modo o nell’altro sembrano scritte proprio per te, anche se le dicono a un olimpionico inglese del 1924:

"Se non posso vincere non correrò". " Se non correrai, non potrai vincere".

To be continued…

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