sabato 1 marzo 2014
Correre per Correre di Annalisa Gabriele
Le motivazioni che spingono a infilarsi un paio di scarpe da ginnastica e sudare km dopo km senza nessun'altro fine se non quello di arrivare, non sono facili da spiegare. Arrivare dove poi? La linea da sorpassare è un limite immaginario che non esiste nella realtà. E' un segno tracciato nella sabbia che scompare ad ogni nuova marea, un oasi tremolante nel deserto da agognare. Un miraggio, solo la proiezione delle proprie aspettative da superare di volta in volta. Solo per dire "ce l'ho fatta". Un passo dopo l'altro contro il tempo, contro distanze che ad altri sembrano impossibili, contro infortuni, dolori e stanchezze. Per Scaricare la tensione? Per sfida? Rivalsa? Agonismo? Scegliere sarebbe riduttivo e ognuno trova la propria risposta nel ronzio costante della testa che frulla mentre i piedi macinano asfalto. Personalmente ciò che amo nella corsa è la corsa stessa. Il piacere di correre per correre, l'idea dinamica dell'andare avanti. Un gesto meccanico che si ripete e diventa leggero, potente ed efficace non per bravura ma per costanza. Per volontà. Un giorno alla volta, un passo alla volta. Ma se la somma delle parti non fa mai veramente il totale, bisogna aggiungere qualcosa in più. Essere arditi e porsi obbiettivi lontani, essere generosi e spendere un pò di più di quello che pensiamo di valere. Essere coraggiosi e faticare anche quando non sembra valerne la pena. Solo allora avremmo smesso di correre e avremmo iniziato a gareggiare.
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