domenica 22 giugno 2014

Corri Roma

Come ogni anno, la prima parte della stagione, si chiude. I primi sei mesi di quest'anno podistico si sono ormai chiusi alle nostre spalle. Da qui a settembre niente gare sociali in calendario. Un po' di malinconia c'è sempre, due mesi non sono tantissimi e considerando l'estate passeranno anche in fretta, ma un po' di tristezza comunque viene. Per me e credo anche per tanti altri, è arrivato il momento di staccare un po', di prendersi un momento di pausa per ricaricare le batterie, fisiche e mentali. 
La gara di ieri sera è stata bella. Tanti atleti presenti, quasi 2500 partenti, e tantissimi spettatori. La cornice suggestiva che offre il centro di Roma e villa Borghese, rende ancora più invitante la partecipazione a questo evento. 
A differenza della settimana precedente a Pomezia, mi sento più teso e carico. 
L'appuntamento con gli altri è a circa 3 chilometri dal punto di partenza, decidiamo di farci una passeggiata chiacchierando, manco a dirlo, di gare e di corsa. 
A piazza del Popolo è un susseguirsi di gente e visi conosciuti. 
Gazebo, pettorale, canottiera dei ramarri, acqua e sgambata di riscaldamento. Solito programma di ogni gara, la parte più bella di ogni gara.
La foto di gruppo, come l'anno precedente, non può mancare, siamo sempre più numerosi. 
Insieme agli altri mi porto in zona partenza e rimango sorpreso di quanto sono vicino ai "top".... forse troppo... "ansia"!! Vedo lo starter alzare la pistola e una nuvola di fumo avvolgere il rumore dello sparo, mai stato così vicino. La partenza è più lenta di quanto pensassi, ma solo nei primi 200 metri, dopo di che sono già a ritmo gara, niente tappi, niente ingorghi. Nelle retrovie c'è più cagnara durante la partenza, mi piace di più. 
Accanto a me Luca, Roberto, Mario e Andrea. Decido di attuare una vecchia tattica, mettermi a ruota di Andrea che in salita va come un treno e in questa gara di salite ce ne sono davvero tante.
Il primo "strappo" brusco dopo poco più di un chilometro, entriamo a via del Tritone e la strada s'impenna decisa, accanto a me un runner crolla a terra tra le imprecazioni, butto un occhio, ma tiro dritto. Luca e Andrea mi chiamano per vedere se perdo il contatto, rispondo di esserci ancora. 
Il serpentone scoda e s'infila dentro il buio di villa Borghese, la prima salita è alle nostre spalle e per fortuna è arrivata presto. Davanti a noi una serie di sali e scendi. Entriamo in piazzale Flaminio tra la curiosità dei turisti. Ci dirigiamo silenziosi verso la salita più temuta del percorso.... quella delle Belle Arti. Siamo intorno al quarto chilometro e nel frattempo si è unito a noi Mario... per lui niente karaoke questa volta.
Andrea è ancora avanti a me, Luca è ormai lontano, alle spalle, in sequenza, ci sorpassano Francesco e Giancarlo.
Il salitone tanto temuto ce lo ritroviamo sotto i piedi senza neanche accorgercene. Parte piano con una pendenza che potrei definire "delicata", poi lentamente si inasprisce e diventa "pesante". Le braccia in salita tendono ad andare giù, come tutto il busto del resto, l'affanno si fa feroce e intorno tutto diventa silenzio, si sentono solo i respiri che diventano lamenti. Villa Borghese è al buio, lungo il bordo della strada una serie infinita di fiaccole a delineare il percorso. Bella sceneggiatura, ma per correre non è proprio il massimo. 
La parte più dura è alle nostre spalle, le due salite tanto temute sono alle nostre spalle, ma anche sulle nostre gambe. L'idea di essere a soli due chilometri dal traguardo mi mette euforia, sono sempre pronto però, a fare i conti con il residuo di forze che ho con me. Sulla discesa del Pincio metto il freno a mano, non voglio bruciarmi tutto in discesa per poi ritrovarmi a terra negli ultimi 500 metri. L'ingresso a piazza del Popolo è da brividi, a destra e a sinistra, dietro le transenne, sento chiamare il mio nome, mi giro e vedo la mia famiglia, per salutarli mi scompongo e rischio di mandare a terra Andrea che nel frattempo è sempre stato al mio fianco. 
Il breve rettilineo finale sembra interminabile, l'arco del traguardo mi vede passare in 45:06, sono oltre un minuto dal mio personale eppure mi sembrava di essere andato bene. Una martellata!
Il rientro a casa in metropolitana è un'altra novità di una giornata bellissima, trascorsa in compagnia di una grande amica.... la corsa!

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