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La “Race
for the cure” non è di certo famosa per il suo
kilometraggio, ma senz'altro può essere considerata una delle
maggiori gare di beneficenza al mondo.
Organizzata
per la lotta contro il tumore al seno, uno dei cancri ad oggi,
purtroppo, più diffuso al mondo. La corsa alla sensibilizzazione per
raccogliere i fondi si sviluppa a livello mondiale con diverse tappe
che raccolgono milioni di persone. Nei tre giorni dedicati
all'evento, nel Villaggio
Race, si articola un programma tutto dedicato alla donna, con
visite gratuite e check-up completi per avvicinare e sensibilizzare
alla prevenzione.
Ieri
Roma si è colorata per questa causa, per correre insieme alle “Donne
in Rosa”, Donne con la D maiuscola che ad oggi stanno lottando o
hanno lottato contro questo male.
E'
passato esattamente un anno, da quando solo per scopo benefico
indossavo il mio primo paio di scarpe da corsa e mi avventuravo alla
scoperta di quello che poi sarebbe diventato un “amore”.
La
chiusi in più di 50 minuti, alternando piccoli tratti di corsa a
camminata, guardandomi intorno tra le meraviglie di Roma. Eppure a
pochi metri dal traguardo, guardai l'arco e fu una grande
soddisfazione, la gioia di vederlo all'orizzonte, dopo 5 km (per me
all'epoca tantissimi!) guardare la gioia nei visi delle persone
intorno, ha scatenato dentro di me una serie di emozioni che ancora
oggi ricordo come nuove e bellissime. Presi la mano di mia sorella,
alzai le nostre braccia al cielo, passai sotto quell'arco e decisi
che da quel momento non avrei più mollato il paio di scarpe che
avevo ai piedi!
Complici
anche i racconti di un amico, complice il fatto che avevo visto
nascere in lui l'amore per questo sport, passione che ha reso la
sua vita ancora più completa, decisi che dovevo provare. In fondo
perché pensare di non farcela, forse, contro ogni mia possibile
previsione, anch'io avrei potuto avvicinarmi a questo mondo.
E
così tirando le somme eccomi qui, finalmente di nuovo sotto quell'arco, ma con un
altro spirito, non solo quello di correre per una causa che da donna
sento così vicina, ma anche quello di dimostrare a me stessa che il
lavoro di un intero anno (interrotto ahimè da 5 mesi di stop per
infortunio) ha portato i suoi frutti.
Ho
chiuso la mia Race for the cure 2014 sotto i 30 minuti, con un passo
medio di 5'56'' che per me è un grandissimo risultato; un percorso
fatto di slalom in mezzo agli oltre 60.000 iscritti tra gara
competitiva, non competitiva e camminata, tagliando il traguardo
insieme a tanti podisti delle varie società sportive. Sono pronta per altre gare, che
soddisfazione!
Roma in ROSA è
davvero bellissima, il Circo Massimo ne è una meravigliosa cornice.
Uno
sguardo al cielo prima di andare via, centinaia di palloncini
liberati in aria al grido “io ce l'ho fatta!”, liberi di volare
proprio come chi è tornato a vivere.
Da
tutti noi, il più grande in bocca al lupo a tutte quelle donne che
non smettono mai di lottare.
Complimenti per la gara e per le belle parole
RispondiEliminaGrazie a te per la possibilità di condividerle! :D
RispondiEliminaio ieri (e un po' anche oggi) ero lì a lamentarmi con un po' di insofferenza della partecipazione alla Race for the Cure, ma poi ho letto questo post e mi sono anche un po' commossa. brava!
RispondiEliminaGrazie mille Luisa! Sono felice di essere arrivata al cuore, credo sia una delle gare piú significative specie x noi donne!! Grazie ancora :))
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