"I numeri primi sono
divisibili soltanto per 1 e per sè stessi. Se ne stanno al loro posto
nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un
passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo
Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci
fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline
infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro
sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per
qualche motivo non ne fossero capaci .... Mattia aveva studiato che tra i
numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano
primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi,quasi
vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di
toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il
43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste
coppie via via si diradano. ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati,
smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si
avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero
un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi,
proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare,
ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno
all’altro..." (fonte: La solitudine dei numeri primi di paolo giordano)
Non so perché mi è
tornato in mente questo libro qualche settimana fa mentre i miei compagni di
corsa, davanti ad un Lagrein del 2009, parlavano di numeri e delle loro
strategie durante la gara:
5+5+5+5...
7+7+7+......
10+10+10+...
-2 -5 -10 -15...
poi, tornata dal brennero, mi
sono informata... le chiamano "strategie" mentali per il
raggiungimento della peak performance, da utilizzare soprattutto durante le
maratone o i lunghi percorsi. Si suddivide il percorso in micro obiettivi per rendere
meno stressante la gara e impedire alla mente di fare operazioni tipo: mancano
ancora 40 km!
La parola strategia da sola mi
terrorizza, essendo da me lontanissima l'idea di poter pianificare, non ci sono
riuscita con la vita... figuriamoci con lo sport. Forse per questo motivo non mi
sono ancora lanciata seriamente in una maratona, ne parlo ormai da mesi, ma non
c'è concretezza nelle mie parole. Eppure quando la mia amica brasiliana mi
disse: "Simmona, dobbiamo fare insieme la maratttona di Rrrroma" (non
sono errori ortografici..), io ci ho creduto veramente, mi sono dedicata
all'ascolto del mio corpo che per anni ho trascurato, ho chiesto alla mia
irrazionalità di fermarsi un attimo, di concedermi una pausa dall'idea dei
limiti, ho ripreso ad ascoltare, dopo tanto tempo, la voce di altri, uomini,
donne, compagni di corsa. ho dato fiducia.
Ma non basta...serve fatica,
impegno, costanza, determinazione, follia, amore, dedizione, tempo, e in ognuna
di queste cose io ho trovato una scusa per non provare.
La parola strategia mi terrorizza... i
numeri mi innervosiscono, e infatti nei miei lunghi le strategie non
funzionano, mi ricordano vagamente il senso del dovere e allora devo correre
lontano con la mente, come alla cortina-dobbiaco. A destra guardo le montagne e
quel sentiero che si arrampica fino in cima e mi vengono in mente le
arrampicate estive con il primogenito sulle spalle, faticando e raccontando
storie infinite; giro lo sguardo a sinistra e vedo i boschi, e penso ai funghi,
alle ore trascorse a ritrovare i preziosi
porcini, agli zaini stracolmi di funghi segretamente raccolti; poi
abbasso lo sguardo e sento l'acqua di un fiume scorrere sotto i miei piedi e la
mia mente corre su una canoa gialla e ai brividi che attraversavano il mio
corpo, e infine mi giro e al mio fianco vedo un caro amico che non molla lo sguardo
dalla mia corsa.
Questa è la mia strategia... e infatti la mia prima maratona
non l'ho ancora corsa.
AAA cercasi mental coach...
Simona
wow...mi pare un'ottima strategia...e la maratona è dietro l'angolo...poi per scrupolo si può sempre aggiungere qualche bicchiere di Lagrein (1+1+1+....)
RispondiEliminaSimmonaaaaaaaaaaaaaaaaaa, sei una persona meravigliosa!!!!! Vieni a casa mia oggi a guardare la partita di BrasilexMessico e lasciamo le strategie di lato...
RispondiEliminaTra i numeri primi dovevi inserire anche il numero di bottiglie di vino scolate in compagnia, come parte della strategia: erano 3 ? :-)
RispondiEliminaAlberto, erano molte di più...4 in partenza e poi aggiunte di superalcolici...
RispondiEliminal'importante è che il totale sia un numero primo. Teniamola come regola, dopo la settima bottiglia ci toccherà arrivare almeno all'undicesima :-)
RispondiEliminami pare giusto...
RispondiEliminaAltra tecnica: parti ubriaca, ma così ubriaca che se a km 5l'amico che ti corre di fianco ti dice che ne mancano solo 7 ci credi e vai avanti....
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