mercoledì 23 aprile 2014

Pensare che...

Pensare che da grande volevo fare il calciatore.... La mattina durante le vacanze estive mi svegliava un fascio di luce che riusciva ad infiltrarsi tra le stecche della serranda, pensavo di vedere il raggio del sole e di poterlo addirittura toccare. Dividevo la camera con i miei due fratelli, entrambi essendo più grandi non avevano le vacanze estive, per loro il mondo del lavoro si era già aperto e quindi in quell'istante io ero il padrone assoluto, il signore del castello. Passavano pochi istanti e la mia mente volava alla grandiosa partita giocata il pomeriggio precedente con i miei amici. Tutti i giorni una sfida, non importava il numero dei partecipanti, bastava giocare. Il nostro stadio era un vecchio deposito delle birrerie abbandonato. Intorno mura alte circa due metri con delle righe di vernice bianca a delineare l'aria di rigore, il centrocampo e soprattutto le porte. Mi sembrava enorme quel nostro fantasioso campo di calcio, riuscivamo a giocarci anche in trenta, incredibile. Avevamo anche uno scalcinato rubinetto da dove usciva una pessima acqua, ma a noi non importava, dopo certe galoppate bastava farla scorrere un po' e ci sembrava persino buona. Era bello. Non esistevano maglie uguali, scarpe da calcio, niente di tutto questo, si facevano le squadre... Stefano, Carlo, Luca e Alessio contro Tonino, Francesco, Michele e Alessandro. Calzoncini corti e scarpe da ginnastica e poco importava se mamma al ritorno si sarebbe arrabbiata per le nostre ginocchia sbucciate. Il calcio mi piaceva. Ancora oggi non lo disdegno, ma allora era vera magia. I calzoncini corti per noi corrispondevano all'inizio delle vacanze, prima non li mettevi, fino a che c'era scuola non si poteva, non perché ci fosse una regola, ma perché ti vergognavi e non volevi che a scuola gli altri ti prendessero in giro. Poi un giorno la magia finì, lo sguardo di disappunto di una ragazza/bambina e quei calzoncini finirono per un lungo periodo nel cassetto. Finirono anche le nostre partite, cominciammo ad interessarci ad altro. Funziona così, ci innamoriamo di qualcosa, nutriamo questa passione con tutta l'anima per poi dimenticarcene distratti da altri interessi. Sono passati tanti anni da quelle partite eppure ancora oggi le ricordo con grande gioia. Correre... l'unica cosa che non mi piaceva di quelle fantastiche partite di calcio era correre, strana storia è la vita, pensare che se potessi tornare bambino sceglierei di fare il corridore. 

5 commenti:

  1. grazie Laura.... tu? a cosa giocavi da piccola??

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  2. bello davvero, complimenti! io e Laura eravamo tutto meno che sportive...al massimo giocavamo a spazzola (versione cruenta della bandiera) con gli scout...

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  3. Si è vero, molto bello...... Sono un pò tornata indietro nel tempo.... Io da piccola stavo sempre con mio fratello, ero la sua ombra, puoi immaginare benissimo quali fossero i nostri giochi :-)

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