lunedì 14 aprile 2014

W.E.

Che bel fine settimana!! Ho gradito i miei 30 km percorsi di mattina su due itinerari diversi. I primi 15 km di sabato, dopo tanti mesi mi sono ributtato sulla cara vecchia pista ciclabile orfana ormai del Tevere. Mi sono goduto il cielo, la solitudine e il sole in faccia. Ho preso la buona abitudine di non correre più con le cuffiette quando sono solo, ascolto il mio respiro, il battito del mio cuore e dei miei passi. Studio il movimento delle mie spalle e delle mie mani, pugni chiusi, mani aperte... quali scegliere? Cerco di seguire i consigli e provo la postura, la falcata, anche se per pochi metri, poi mi lascio vincere dalla corsa e vado come vado, come so andare, come natura crea. Tutto perfetto, temperatura e gambe ottimali, peccato per i latrati dei cani che mi hanno spinto a ritornare sui miei passi. Pazienza, è stato bello fino a che è durato. Al rientro dentro casa risento quel piacevole dolore alle gambe, quella sensazione di fatica ovunque che da piacere. Domenica, storia diversa e itinerario diverso. Spesso accade o forse è meglio dire, spesso mi accade, che dopo un'uscita brillante di modesta entità, il giorno seguente mi trovo a non capire cosa mi succeda. Polmoni, testa e cuore in completa bambola. Nulla funziona a dovere, solo la sceneggiatura è buona. Dalla santità di San Pietro alla maestà del Colosseo, la Grande Bellezza, regala scorci unici per chiunque, anche per chi come me attraversa spesso certe strade. Fatichi e stantuffi in attesa di qualcosa che "sblocchi" questo impasse. All'ingresso di Caracalla ho deciso di non andare, al momento non mi sento più parte di questo, preferisco correre così, da solo, come un tempo. Sulla via del ritorno tutto è tornato normale. Ritmi e sensazioni gradevoli. Certe volte basta ritrovare la strada di casa per potersi perdere di nuovo.

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