Ritorno
dopo una breve lontananza ma tutto mi sembra nuovo. Cerco di riassaporare
sensazioni, emozioni... ma la preoccupazione copre il sapore di ogni cosa.
Fuori il vento soffia forte e una pioggia grigia diluisce ulteriormente il
brodo in cui sguazzo. Tempo da cani ma non è una novità. Ma si, penso, meglio
così! Se deve essere una prova che prova sia fino in fondo. Dopo 15 giorni di
fermo e 15 giorni di corsette blande sotto casa, 15 km di gara mi
sembrano....Impegnativi? Difficoltosi? Esagerati? Prematuri? Un po’ tutto
insieme. Ma non voglio farmi prendere dall'ansia, farmi comandare dalla
paura. Oggi non miro al risultato. Oggi cerco risposte e le voglio cercare
nell'unico modo che conosco. Correndo.
Il
via, come sempre accade, mi catapulta in un altra dimensione dove congetture,
perplessità, supposizioni prendendo la stessa consistenza degli schizzi d'acqua
che solleviamo correndo. So che non dovrebbe essere così, in teoria so che
dovrei valutare, controllare.... non so se e quanto riuscirò a reggere.
Non so a che andatura potrei andare e come reagirà la mia gamba ancora
dolorante e imballata. Non so niente ma mi risulta impossibile gestire. Non è
sventatezza o presunzione. E' incapacità. Sono un'incapace e mentre corro me lo
ripeto ma non serve a niente. Per me la gara è una realtà piatta, mono
dimensionale. Una via a senso unico. Non riesco ad avere quell'alternanza da
luminarie natalizie, acceso spento. Per me è da sempre o tutto o niente. Ora o
mai. Quindi mi risulta sconfortante questo correre a mezzo servizio, questo
andare senza riuscire a scendere fino in fondo alla fatica. Senza toccare il
confine e tornare indietro. E lo ripeto. Non è tanto una questione di risultati
o prestazioni. Mi intristisce l' impossibilità di spendersi fino in fondo. Di
correre con coraggio e onestà. La pioggia a tratti è molto intensa e quasi mi
nasconde l'orizzonte. Il vento a volte è un muro contro per poi diventare
una mano amica che ti spinge completata l'ultima rotonda. Non è facile con
queste condizioni ma abbasso la testa un po’ di più e mi ripeto che va bene
così. Va bene così. Proviamo fino in fondo. O io o te. Sbaglio il conto del
chilometraggio e il cartello con su scritto 14 mi sorprende...sono quasi
arrivata? Possibile? Arrivo e il crono è per me del tutto inaspettato. Cercavo
risposte e il numero scritto sul display dovrebbe darmene....ma io non so
leggerle. Non so interpretale. Dipende da dove le guardi. Da che punto di vista
le leggi. Forse è perché sono ancora in quella realtà monodimensionale priva di
profondità dove le sfumature e i contrasti non esistono. Forse è perché sono
proprio un incapace. O forse è perché le risposte sono lì. Facili e ovvie da
leggere ma è la domanda ad essere sbagliata. La premessa. La logica mi dice che
ho corso, sono arrivata senza grandi problemi e quindi è andata bene. Il cuore
però ha battuto solo a metà. Aspetta, mi ripeto. Calma. Ma la pazienza non
rientra tra le mie poche virtù.
"Aspettando la mezza" è comunque una grande gara. Ben organizzata e promotrice di un bel messaggio
sportivo e la nostra società così semplice e pulita mi sembra possa
considerarsi l'emblema di una corsa 'naturale'. Senza sotterfugi o scorciatoie.
Come sempre grande prestazione di squadra che con 148 arrivati si classifica 4°
ad una manciata di ramarri dallo squadrone dell' LBM.
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