Scrivendo questo “pezzo”, fortunatamente, posso dire di
essere fuori (sgrat, sgrat)
da uno dei peggiori infortuni che possa capitare ad un runner, ovvero la
sindrome femoro rotulea o condropatia rotulea. Certo non è l’unico purtroppo,
ma è quello con cui ho avuto a che fare. Non si tratta d’altro che di una
lesione e/o infiammazione della cartilagine del ginocchio, con conseguente
dolore o malessere. Non potrò mai dimenticare il fastidio nel percorrere l’ultimo
chilometro di quella che era un’uscita in solitaria del 30 dicembre 2012,
proprio alla vigilia della We Ramar Run Rome. Nella parte interna del mio
ginocchio sembrava ci fosse qualcosa che “strusciasse” dandomi quindi quella
sensazione sgradevole di dolore. Come spesso accade noi tendiamo ad allarmarci
subito, sapendo però in cuor nostro che spesso i doloretti come arrivano se ne
vanno, ma nel mio caso fu diverso, il dolore ad ogni uscita peggiorava.
Ghiaccio, impacchi di Voltaren, FANS, tecar terapia e quant'altro, tutto inutile. Il
dolore tendeva a sparire per poi tornare prepotentemente alla ribalta ad ogni
tentativo di corsa.
albanesi.it |
Cosa fare?? Dove andare?? Ho deciso che la cosa migliore da
fare fosse seguire il giusto iter sanitario, ho smesso di leggere su internet
tutto quello che c’era da leggere e mi sono affidato alla medicina
convenzionale. Medico di base, Ortopedico specializzato in traumatologia
sportiva, accertamento strumentale (ecografia, tac, risonanza m.), cura, un ottimo fisioterapista, questa per grandi linee credo sia la via gerarchia che tutti
dovrebbero seguire in caso di infortunio, spesso invece facciamo un percorso a
ritroso e immagino sia sbagliato, ogni anello di questa catena è importante.
Nel mio caso è andata bene, dopo cinque infiltrazioni di acido ialuronico
(fastidiose) e tanta buona volontà riabilitativa, ho ripreso una regolare vita
podistica. L’infortunio non ci deve fermare, può solo rallentarci.
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