lunedì 24 febbraio 2014

"Rientro" di Annalisa Gabriele

Ritorno dopo una breve lontananza ma tutto mi sembra nuovo. Cerco di riassaporare sensazioni, emozioni... ma la preoccupazione copre il sapore di ogni cosa. Fuori il vento soffia forte e una pioggia grigia diluisce ulteriormente il brodo in cui sguazzo. Tempo da cani ma non è una novità. Ma si, penso, meglio così! Se deve essere una prova che prova sia fino in fondo. Dopo 15 giorni di fermo e 15 giorni di corsette blande sotto casa, 15 km di gara mi sembrano....Impegnativi? Difficoltosi? Esagerati? Prematuri? Un po’ tutto insieme.  Ma non voglio farmi prendere dall'ansia, farmi comandare dalla paura. Oggi non miro al risultato. Oggi cerco risposte e le voglio cercare nell'unico modo che conosco. Correndo.
Il via, come sempre accade, mi catapulta in un altra dimensione dove congetture, perplessità, supposizioni prendendo la stessa consistenza degli schizzi d'acqua che solleviamo correndo. So che non dovrebbe essere così, in teoria so che dovrei valutare, controllare.... non so se  e quanto riuscirò a reggere. Non so a che andatura potrei andare e come reagirà la mia gamba ancora dolorante e imballata. Non so niente ma mi risulta impossibile gestire. Non è sventatezza o presunzione. E' incapacità. Sono un'incapace e mentre corro me lo ripeto ma non serve a niente. Per me la gara è una realtà piatta, mono dimensionale. Una via a senso unico. Non riesco ad avere quell'alternanza da luminarie natalizie, acceso spento. Per me è da sempre o tutto o niente. Ora o mai. Quindi mi risulta sconfortante questo correre a mezzo servizio, questo andare senza riuscire a scendere fino in fondo alla fatica. Senza toccare il confine e tornare indietro. E lo ripeto. Non è tanto una questione di risultati o prestazioni. Mi intristisce l' impossibilità di spendersi fino in fondo. Di correre con coraggio e onestà. La pioggia a tratti è molto intensa e quasi mi nasconde  l'orizzonte. Il vento a volte è un muro contro per poi diventare una mano amica che ti spinge completata l'ultima rotonda. Non è facile con queste condizioni ma abbasso la testa un po’ di più e mi ripeto che va bene così. Va bene così. Proviamo fino in fondo. O io o te. Sbaglio il conto del chilometraggio e il cartello con su scritto 14 mi sorprende...sono quasi arrivata? Possibile? Arrivo e il crono è per me del tutto inaspettato. Cercavo risposte e il numero scritto sul display dovrebbe darmene....ma io non so leggerle. Non so interpretale. Dipende da dove le guardi. Da che punto di vista le leggi. Forse è perché sono ancora in quella realtà monodimensionale priva di profondità dove le sfumature e i contrasti non esistono. Forse è perché sono proprio un incapace. O forse è perché le risposte sono lì. Facili e ovvie da leggere ma è la domanda ad essere sbagliata. La premessa. La logica mi dice che ho corso, sono arrivata senza grandi problemi e quindi è andata bene. Il cuore però ha battuto solo a metà. Aspetta, mi ripeto. Calma. Ma la pazienza non rientra tra le mie poche virtù.

"Aspettando la mezza" è comunque una grande gara. Ben organizzata e promotrice di un bel messaggio sportivo e la nostra società così semplice e pulita mi sembra possa considerarsi l'emblema di una corsa 'naturale'. Senza sotterfugi o scorciatoie. Come sempre grande prestazione di squadra che con 148 arrivati si classifica 4° ad una manciata di ramarri dallo squadrone dell' LBM.

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