Non chi sia stato per primo a parlarci della "maratona Coast to Coast", quasi certamente Anna. Quello che mi ricordo e' il misto di entusiasmo assoluto (per la bellezza della gara) e di timore reverenziale (per il percorso impegnativo) dei suoi discorsi che mi ha conquistato dal primo momento. Del resto la combinazione di sfida atletica, meta unica per bellezza e fascino gastronomico è diventata ormai un must delle trasferte Cotta Ramosino e questa sembrava la combinazione perfetta, con l'unico neo non proprio trascurabile che arrivava dopo due sole settimane dalla Maratona di Firenze. In pieno entusiasmo podistico da ripetute e per evitare di cambiare idea all'ultimo minuto, io e Luisa abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo già un paio di mesi fa e abbiamo prenotato gara e soggiorno.
Fedeli al detto "molta brigata, vita beata", ovviamente abbiamo cercato subito adepti per l'impresa, operazione ormai non molto complicata visto l'entusiasmo diffuso per le trasferte. Che abbia potuto più il limoncello e la pizza o la vista di Positano da in cima a una discesa non lo so, fatto sta che il gruppetto si è formato piuttosto velocemente. A compensare alcune forzate e dolorose assenze (prima Anna, da cui tutto era partito, e poi Simona, bloccata suo malgrado da infortunio) ci sono stati nuovi ingressi accanto ai veterani. Al nostro piccolo nucleo (oltre a me e Luisa, Alberto, Cami, Cristina, Monia e Daniela) si è unito il quartetto di Chiara, Roberta, Fabio e Massimiliano. Un bel contingente tanto che alla fine, tra presenti e amici "fantasma", i Ramarri erano una delle squadre più rappresentate alla Coast to Coast.
E così, sabato mattina, dopo il rituale appuntamento davanti Tornatora a Colli Portuensi (per la Cortina Dobbiaco aveva portato bene, e allora perché no?) siamo partiti all'avventura verso sud, prima autostrada, fino al golfo di Napoli e all'ombra del Vesuvio, e poi sulla strada della penisola Sorrentina, che ci accoglie con un misto di curve, saliscendi e paesaggi spettacolari che sono già il preannuncio di quello che verrà.
Dal pranzo del sabato si è capito che l'eventuale carico dei carboidrati non sarebbe stato un problema: il ristoratore e il cameriere campano ti vedono sempre come le nonne di una volta, patito, e tendenzialmente ti riempirebbe di qualunque cosa presente sul menù, dai fritti (buonissimi ma non proprio da dieta del podista), alla pizza e alla pasta in porzioni generosissime senza dimenticare l'alcolico.
A dispetto del nome, la Maratona Coast to Coast non è una maratona: oltretutto quest'anno gli originali 31,3 km erano ridotti di una lunghezza stimata attorno ai 3 km (ma mai dichiarata ufficialmente), causa mancata messa in sicurezza dell'ultimo tratto di strada fino ad Amalfi. In ogni modo per lo meno fino a sabato sera, per ponderato calcolo, o almeno per un minimo di pudore, nonostante le molte tentazioni ci siamo doverosamente trattenuti dallo strafogarci del bendidio che abbondava su vetrine, bancarelle e menù.
Quale che fosse il numero dei chilometri previsti, con il diminuire delle ore e l'approssimarsi del via, l'altimetria della gara, più simile al tracciato dell’elettrocardiogramma di una prova sotto sforzo che alla descrizione di un percorso podistico (vedere per credere), gli avvertimenti di runner più allenati ed esperti, e anche un bel fastidio al ginocchio che mi accompagnava dal primo allenamento post maratona (ho scoperto poi di in essere l'unica che un po' incoscientemente aveva immolato disturbi vari, raffreddori, doloretti, a questa prova così affascinante) hanno cominciato a farmi credere che per una volta, forse, avevo davvero fatto il passo più lungo della gamba...
Chiara e compagnia, oltretutto, avevano avuto la bella idea di un giro a Positano, e così potevano testimoniare di prima mano che la salita c'era ed era bella tosta...Ma come si dice, una volta che sei in ballo devo ballare e la mattina, quando alle sei e mezzo del mattino ci siamo trovati davanti alla colazione a prevalere era la determinazione.
Lo stile del podista si riconosce un po' in tutto e già in questo momento fondamentale e' stato divertente riconoscere il marchio di fabbrica di ciascuno: la colazione brasiliana a base di prosciutto,formaggio e cornetto, quella prudente e sana di chi preferisce non strafare, e i caffè espressi a ripetizione di chi senza la dose minima di caffeina neppure riesce a uscire dall'albergo.
E alla fine la gara....
Io e Luisa avevamo un accordo di ferro con Cristina, che complice una piccola delusione alla 30 del Mare si sentiva meno sicura: saremmo arrivate al traguardo (e su questo non si discuteva) e saremmo arrivate insieme, anche perché avevamo preso un impegno con un amico assente (Giovanni) che avrebbe viaggiato con noi, secondo chip sulla scarpa di Cristina. Un ottimo incentivo per arrivare in fondo in qualunque modo...
La gara parte presto, ma le necessità fisiche incombono, per cui ci troviamo a fare la fila alla toilette a dieci minuti dalla partenza, è il risultato è che è che mentre ci scapicolliamo con Cristina e Monia verso la partenza (riusciremo anche a farci cazziare dall'organizzazione, anche se poi il tempo ci sarà) io riesco a piantare un bel volo di faccia e sbucciarmi l'unico ginocchio sano....
Ed è finalmente il via, si parte tutti abbastanza guardinghi, si sa che fino al settimo chilometro sarà dura e non si vogliono sprecare le forse in inutili strappati, tanto più che il viale principale di Sorrento non è enorme, siamo in mille e tutti ammassati. A sorpresa i primi tre chilometri sono abbastanza tranquilli, un po' di lieve salita, anche una discesa, la gente che ti incita anche se gli blocchi la strada, non sarà che ci hanno tutti preso in giro?
Al km 3, però, inizia la fatica, la pendenza inizia ad aumentare, di spazio per riprendersi non ce n'è molto e qualcuno (me compresa), almeno pochi metri ogni tanto deve camminare per calmare il respiro e il battito del cuore. Il paesaggio intorno però aiuta. Si sta uscendo dal paese, di fianco alla strada iniziano le piantagioni di limoni, arriva il primo ristoro e l'incoraggiamento di chi ti offre una bottiglietta d'acqua e ti fa i complimenti ma anche delle vecchiette appollaiate alle finestre o sulle porte delle case.
Ancora uno sforzo, nel frattempo mentre gli altri scattano avanti, al terzetto formato da me, Luisa e Cristina si aggiunge Monia e da quel momento le "Ragazze di Villa Pamphilj", come ci hanno soprannominato due simpatici compagni di gara, hanno corso una sola gara, tirando, aspettandosi e incoraggiandosi fino alla fine.
Al sesto chilometro a sorpresa, la salita si fa più dolce, arrivano i tornanti e il ritmo può riprendere più sostenuto: saranno gli apprezzamenti per le ragazze in verde che riceviamo lungo il percorso, sarà la compagnia, ma riusciamo ad aumentare il ritmo e raggiungiamo la cima del passo almeno con dieci minuti di anticipo rispetto quello che avevamo calcolato. La parte, dichiaratamente, più dura della gara ce l'abbiamo alle spalle, adesso si tratta di aggiungerci una mezza maratona...
La discesa verso Positano e' spettacolare ed esaltante, ci buttiamo giù con una certa incoscienza, temperata solo dal desiderio di risparmiare le ginocchia e goderci il paesaggio che si apre sempre più stupendo; ci accompagnano per un tratto due podisti campani che gentilmente ci segnalano quello che stia ammirando: Capri e i faraglioni, l'isola dei Galli, Positano in lontananza...
Sul percorso si appostano i fotografi, anche una vecchia conoscenza di Romacorre, e iniziano le foto di gruppo...
A Positano ci accoglie un altro panorama meraviglioso, la gente festosa, ma sappiamo che poi ci aspetta un'altra salita, forse meno ardua, ma lunga e insidiosa e bisogna vedere come reagiranno le gambe al cambio di pendenza. Reagiscono e reagiscono bene, e ci accorgiamo che nonostante la salita iniziale ci stiamo avvicinando a un ritmo di 6minuti a chilometro che mai ci saremmo sognate su un percorso così.
Poi di nuovo limoni, buganvillee, negozietto di peperoncino dove la gente si fa fotografie, una vecchietta che si sporge da una casa sopra una galleria e ci da' il buongiorno, i vecchietti al successivo paese che ci salutano leggendo il nome sulle maglie, e i compagni di gara che si scopre pare abbiano in massa figli gemelli e trovano il tempo di fare domande in merito a me e Luisa...
L'unica incognita e' sempre la lunghezza del percorso, ci siamo accorte subito che le indicazioni dei km non corrispondono a quello che ci raccontano i nostri Garmin e comunque non abbiamo mai saputo quanti fossero i km totali... È così al ristoro del 25 chiedo ad uno dei volontari e scopro che ne mancano solo tre: a sorpresa, potremmo chiudere una gara che contavamo di farei in tre ore e mezza con un tempo molto inferiore....
Abbiamo superato Praiano, ci resta Furore, con il fiordo più piccolo del mondo (come ci ha detto con orgoglio un podista del luogo), e poi già si vedono sul percorso i podisti arrivati che tornano indietro, le navette posteggiate e anche gli amici più veloci che ti incoraggiano al passaggio: non mollare che manca poco...
Manca poco, pochissimo, l'arrivo e' in salita, ma chi la sente più, uno sguardo all'indietro, ci ricompattiamo e ci prendiamo per mano per arrivare tutte insieme (ops, tutti insieme, ci sarebbe anche Giovanni, anche se solo in spirito...) salutati dall'annunciatore che loda il nostro affiatamento (ci verrebbe da dire piuttosto il fiatone in certi momenti).
Questo arrivo e' stato uno dei più emozionanti della mia storia di podista: io scherzo sempre dicendo che al traguardo mi piace arrivare accompagnata (e ci sono state le volte in cui la presenza di un'amica o di mia sorella ha fatto tutta la differenza, specie negli ultimi chilometri). Questa volta sono stata felice di aver fatto la mia parte anch'io perché arrivassimo in fondo così.... Così veloci (forse),ma soprattutto così felici.
C'è tempo, prima di ritornare verso Sorrento, per scambiare le impressioni con gli altri ramarri; siamo tutti soddisfatti, chi per un bel risultato che va pure in premiazione, chi per l'esperienza. Alberto alla fine è il più veloce, un fenomeno, che spesso ci dimentichiamo di avere tra noi perché è generoso e gli piace accompagnare gli amici verso risultati che non credono di avere nelle gambe.
Per la cronaca, alla fine i km dichiarati dall'organizzazione saranno 27,5, ma sui nostri Garmin le cifre, pure variabili, dicevano un po' meno. E se fino al giorno prima, complice la paura dei saliscendi, quei km guadagnati sembravano un favore, alla fine è dispiaciuto un po' a tutti mancare l'arrivo davanti alla cattedrale di Amalfi. A seconda se si vuole vedere il bicchiere (di limoncello) mezzo pieno. O mezzo vuoto, prevale la piccola delusione o il pretesto per ripetere l'esperienza l'anno prossimo...
Bellissimo racconto, grazie !
RispondiEliminaGrazie di cuore Laura, hai la capacità di coinvolgerci, di farci le tue emozioni ed è un piacere leggerti
RispondiEliminaPrego, è molto merito anche degli amici con cui le vivo
RispondiEliminagrazie laura...quasi come esserci stata
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