lunedì 10 novembre 2014

"Allieve e maestri" di Laura Cotta Ramosino



Sì, va bene, nemmeno oggi sono riuscita a rompere il muro delle due ore sulla mezza maratona ma, a parte le mille circostanze concomitanti (dieci chilometri fatti prima per ottenere il lungo necessario alla maratona in arrivo; temperatura da tarda estate e ristori in cui per un bicchiere d’acqua scarso si faceva la coda come alla posta) che mi fanno dire che ormai quel risultato ce l’ho nelle gambe nel fiato e nella testa, oggi è una giornata per cui mi va di dire grazie.
Negli ultimi mesi le mie prestazioni in gara e in allenamento sono decisamente migliorate, me lo dice il Garmin, me lo dicono i risultati nelle gare e negli allenamenti, me lo dicono soprattutto la testa e il cuore qualunque sia il tipo di corsa che sto conducendo.
Certo, molto dipende da me, dall’entusiasmo che mi ritrovo addosso, dalla testardaggine che ho messo per trovare i tempi e modi di allenarmi finalmente in modo serio, dall’impegno che ho messo, pur con qualche perdonabile eccezione, nella dieta e che ha alleggerito le parti diciamo più zavorrate del mio mezzo di locomozione a due gambe.
Aggiungiamo che ho finalmente trovato la scarpa perfetta per me, la Nimbus 16, in cui ormai i miei piedi entrano tipo pantofole di casa (con l’eccezione per ora non troppo dolorosa del secondo dito della sinistra, ma finché l’unghia c’è non ci preoccupiamo, suvvia, l’estate è lontana anche se non sembra e i sandali sono finiti in fondo all’armadio).
Tutto bello, tutto vero… però…
Oggi più in altri giorni mi rendo conto quanto i miei attuali risultati (e quelli futuri speriamo) dipendono dai piccoli e grandi insegnamenti che mi sono arrivati nell’arco di questi due anni da runner più esperti di me. E non solo insegnamenti, perché quelli da soli non basterebbero, ma anche la fiducia nei miei mezzi e nelle mie capacità. Maestri diversi, metodi diversi, presenze più o meno presenti, perché la vita a volte non ti permette di fare tutto come, dove e quando lo vorresti, ma ognuno a modo suo unico e imprescindibile.
Il primo da citare è il Secco originale (all’anagrafe Tonino Severa) l’uomo che ha dato a questo aggettivo un valore tutto nuovo (perché francamente io un anno fa di secco al limite avevo la tosse) e che è ancora convinto che io sarei capace di fare il Passatore tra sei mesi (per metterlo tranquillo ho dovuto iscrivermi alla Cortina-Dobbiaco che si corre lo stesso weekend), e che prima o poi, temo, mi ipnotizzerà e mi convincerà a farlo per davvero.
I lungi domenicali di Tonino per la villa e il centro, oltre a farmi scoprire l’innegabile bellezza di Roma la domenica mattina come il film di Sorrentino può solo provare a fare, mi hanno convinta a poco a poco che ero una Maratoneta molto prima che lo diventassi per davvero. E hanno ispirato anche alcune delle imprese pazze in “fuoristrada” come la prima Cortina Dobbiaco, dove si è inaugurata semi-ufficialmente la Twins Travel, “premiata ditta organizzazione corse dove ti pare e dove poi si magna e beve”.
Ma oggi, trattandosi di una mezza, devo ringraziare anche Luca Pretolani, l’uomo che finalmente è riuscito a convincermi della bontà delle ripetute e cui devo questo piccolo PB su una distanza per me particolarmente insidiosa.
Certo, per mesi mi sono sentita ripetere di qua e di là quanto le ripetute facevano bene alle prestazioni, la differenza che facevano, ecc.
Ma in una vita in cui il lungo del fine settimana erano ore rubate e benedette e il resto degli allenamenti un continuo gioco di improvvisazione, ste benedette ripetute sembravano la Pietra Filosofale di Harry Potter… Diciamoci la verità, le ripetute per i runner disordinati sembrano le verdure per i bambini, per fartele piacere devi inventarti sempre qualcosa.
E invece le ripetute, s’è infine capito, sono come “metti la cera, togli la cera” del maestro Miyagi, le devi fare senza fare domande perché sono la prova suprema della fiducia nel maestro (anche se Luca, rispetto al vecchio karateca giapponese dà molte più risposte) ma anche e soprattutto perché a un certo punto producono risultati inaspettati.



Va bene, non ho la macchina pulita e lucidata (per quello appunto bisogna rivolgersi ai karatechi), ma all’improvviso le gambe sembrano la scopa dell’Apprendista stregone per cui quando inizia la gara hanno una vita propria e spingono a velocità che quando le vedi sul Garmin non ci credi anche perché, magia, non hai il fiatone…
Oggi a Luca, ancora più che a me stessa, avrei voluto regalare la mia prima mezza sotto le due ore, non ci sono riuscita per 25 secondi (persi ad aspettare l’acqua a ristori, mi dico, ma tanto alla TDS non importa), ma me ne sono tornata a casa con la certezza che posso fare ancora meglio e soprattutto che un po’ la maledizione della mezza me la sono tolta.
Man mano che si va avanti, comunque, si impara a riconoscere da chi si può imparare: a volte si tratta di un piccolo trucco per non cedere in gara (come darsi dei piccoli obiettivi intermedi, anche solo un palo,  vero Roberta?), altre volte del modo in cui si scelgono o si allacciano le scarpe (e qui il maestro è uno solo, Giancarlo De Lucia), dei modi in cui pensare e far passare il tempo nelle gare più lunghe, della necessità di prepararsi a correre in quota (grazie ad Alberto Rocchi e Simona Vecchi che organizzano gli allenamenti appositi!), della postura corretta in salita o in discesa, degli esercizi per far passare quei doloretti ricorrenti, o di come conviene mangiare e bere prima, durante (grazie Anita Biacioni) e dopo le singole gare…anche se su questo, lo ammetto, il fai da te ancora impera sovrano… mi spiace, ci sono cose a cui temo non saprò mai rinunciare anche in cambio di un calo di cinque minuti in maratona. Del resto ognuno deve conoscere il suo tallone d’Achille.
Non so quanti dei miei compagni di squadra (oltre a quelli espressamente citati) si siano riconosciuti in questo elenco, ma a tutti loro, nessuno escluso, devo la mia riconoscenza di apprendista runner e visto che io sono una di quelle secchione a cui piaceva andare a scuola conto di continuare a scovare lungo il percorso maestri da tampinare e cose da imparare.

Laura Cotta Ramosino
 

2 commenti:

  1. Brava Laura, vedi che i risultati arrivano ? E grazie per aver fondato, insieme a Luisa, la Twins Travel, "premiata ditta organizzazione corse" :-)

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