Sì, va bene, nemmeno oggi sono
riuscita a rompere il muro delle due ore sulla mezza maratona ma, a parte le
mille circostanze concomitanti (dieci chilometri fatti prima per ottenere il
lungo necessario alla maratona in arrivo; temperatura da tarda estate e ristori
in cui per un bicchiere d’acqua scarso si faceva la coda come alla posta) che
mi fanno dire che ormai quel risultato ce l’ho nelle gambe nel fiato e nella
testa, oggi è una giornata per cui mi va di dire grazie.
Negli ultimi mesi le mie
prestazioni in gara e in allenamento sono decisamente migliorate, me lo dice il
Garmin, me lo dicono i risultati nelle gare e negli allenamenti, me lo dicono
soprattutto la testa e il cuore qualunque sia il tipo di corsa che sto
conducendo.
Certo, molto dipende da me,
dall’entusiasmo che mi ritrovo addosso, dalla testardaggine che ho messo per
trovare i tempi e modi di allenarmi finalmente in modo serio, dall’impegno che
ho messo, pur con qualche perdonabile eccezione, nella dieta e che ha
alleggerito le parti diciamo più zavorrate del mio mezzo di locomozione a due
gambe.
Aggiungiamo che ho finalmente
trovato la scarpa perfetta per me, la Nimbus 16, in cui ormai i miei piedi
entrano tipo pantofole di casa (con l’eccezione per ora non troppo dolorosa del
secondo dito della sinistra, ma finché l’unghia c’è non ci preoccupiamo,
suvvia, l’estate è lontana anche se non sembra e i sandali sono finiti in fondo
all’armadio).
Tutto bello, tutto vero… però…
Oggi più in altri giorni mi rendo
conto quanto i miei attuali risultati (e quelli futuri speriamo) dipendono dai
piccoli e grandi insegnamenti che mi sono arrivati nell’arco di questi due anni
da runner più esperti di me. E non solo insegnamenti, perché quelli da soli non
basterebbero, ma anche la fiducia nei miei mezzi e nelle mie capacità. Maestri
diversi, metodi diversi, presenze più o meno presenti, perché la vita a volte
non ti permette di fare tutto come, dove e quando lo vorresti, ma ognuno a modo
suo unico e imprescindibile.
Il primo da citare è il Secco
originale (all’anagrafe Tonino Severa) l’uomo che ha dato a questo aggettivo un
valore tutto nuovo (perché francamente io un anno fa di secco al limite avevo
la tosse) e che è ancora convinto che io sarei capace di fare il Passatore tra
sei mesi (per metterlo tranquillo ho dovuto iscrivermi alla Cortina-Dobbiaco
che si corre lo stesso weekend), e che prima o poi, temo, mi ipnotizzerà e mi
convincerà a farlo per davvero.
I lungi domenicali di Tonino per
la villa e il centro, oltre a farmi scoprire l’innegabile bellezza di Roma la
domenica mattina come il film di Sorrentino può solo provare a fare, mi hanno
convinta a poco a poco che ero una Maratoneta molto prima che lo diventassi per
davvero. E hanno ispirato anche alcune delle imprese pazze in “fuoristrada”
come la prima Cortina Dobbiaco, dove si è inaugurata semi-ufficialmente la
Twins Travel, “premiata ditta organizzazione corse dove ti pare e dove poi si
magna e beve”.
Ma oggi, trattandosi di una
mezza, devo ringraziare anche Luca Pretolani, l’uomo che finalmente è riuscito
a convincermi della bontà delle ripetute e cui devo questo piccolo PB su una
distanza per me particolarmente insidiosa.
Certo, per mesi mi sono sentita
ripetere di qua e di là quanto le ripetute facevano bene alle prestazioni, la
differenza che facevano, ecc.
Ma in una vita in cui il lungo
del fine settimana erano ore rubate e benedette e il resto degli allenamenti un
continuo gioco di improvvisazione, ste benedette ripetute sembravano la Pietra
Filosofale di Harry Potter… Diciamoci la verità, le ripetute per i runner
disordinati sembrano le verdure per i bambini, per fartele piacere devi
inventarti sempre qualcosa.
E invece le ripetute, s’è infine
capito, sono come “metti la cera, togli la cera” del maestro Miyagi, le devi
fare senza fare domande perché sono la prova suprema della fiducia nel maestro
(anche se Luca, rispetto al vecchio karateca giapponese dà molte più risposte)
ma anche e soprattutto perché a un certo punto producono risultati inaspettati.
Va bene, non ho la macchina
pulita e lucidata (per quello appunto bisogna rivolgersi ai karatechi), ma
all’improvviso le gambe sembrano la scopa dell’Apprendista stregone per cui
quando inizia la gara hanno una vita propria e spingono a velocità che quando
le vedi sul Garmin non ci credi anche perché, magia, non hai il fiatone…
Oggi a Luca, ancora più che a me
stessa, avrei voluto regalare la mia prima mezza sotto le due ore, non ci sono
riuscita per 25 secondi (persi ad aspettare l’acqua a ristori, mi dico, ma
tanto alla TDS non importa), ma me ne sono tornata a casa con la certezza che
posso fare ancora meglio e soprattutto che un po’ la maledizione della mezza me
la sono tolta.
Man mano che si va avanti,
comunque, si impara a riconoscere da chi si può imparare: a volte si tratta di
un piccolo trucco per non cedere in gara (come darsi dei piccoli obiettivi
intermedi, anche solo un palo, vero
Roberta?), altre volte del modo in cui si scelgono o si allacciano le scarpe (e
qui il maestro è uno solo, Giancarlo De Lucia), dei modi in cui pensare e far
passare il tempo nelle gare più lunghe, della necessità di prepararsi a correre
in quota (grazie ad Alberto Rocchi e Simona Vecchi che organizzano gli
allenamenti appositi!), della postura corretta in salita o in discesa, degli
esercizi per far passare quei doloretti ricorrenti, o di come conviene mangiare
e bere prima, durante (grazie Anita Biacioni) e dopo le singole gare…anche se
su questo, lo ammetto, il fai da te ancora impera sovrano… mi spiace, ci sono
cose a cui temo non saprò mai rinunciare anche in cambio di un calo di cinque
minuti in maratona. Del resto ognuno deve conoscere il suo tallone d’Achille.
Non so quanti dei miei compagni
di squadra (oltre a quelli espressamente citati) si siano riconosciuti in
questo elenco, ma a tutti loro, nessuno escluso, devo la mia riconoscenza di
apprendista runner e visto che io sono una di quelle secchione a cui piaceva
andare a scuola conto di continuare a scovare lungo il percorso maestri da
tampinare e cose da imparare.
Laura Cotta Ramosino
Grazie Carlo!
RispondiEliminaBrava Laura, vedi che i risultati arrivano ? E grazie per aver fondato, insieme a Luisa, la Twins Travel, "premiata ditta organizzazione corse" :-)
RispondiElimina