Lo hai incrociato tante volte, troppe per liquidare la cosa come coincidenza. Ti viene il sospetto che mentre tu scendi in pista 2/3 volte a settimana, lui sia lì tutti giorni o tutto il giorno, perché lo intercetti indipendentemente dall'ora. Si, insomma, delle due l'una: o si tratta di persone diverse, ma la tua vista da talpa non lo rileva, oppure lui al parco di fatto ci vive. Ma poco importa, quello che conta è che quando lo vedi hai sempre il solito pensiero: provare a stargli al passo, misurarti, duellare ... in poche parole suicidarti in pubblico! Hai visto i tuoi colleghi in gara sgomitare alla partenza per non concedergli neanche un centimetro e "giocarsela alla pari", ed è finita che poi hai dovuto recuperare sull'asfalto, milze, cuori e polpacci andati, da restituire a mogli e fidanzate. Stavolta però è diverso, il "figliolo del vento" non è nella modalità macchina con adrenalina da gara in circolo. È in quella di uomo normale in allenamento come te e, dal momento che quel giorno tu ti senti metà leone e metà cavallo, che si giochi la partita... e a sua insaputa. Lui parte e dopo 30 secondi ti lanci all'inseguimento. È già lontanuccio così aumenti i giri fino a stabilizzare le posizioni e tenerlo buono lì, anche per far sembrare tutto casuale, poi, quando senti il richiamo irresistibile del sorpasso tenti l'impresa. Qualcosa però non va, perchè lui rimane dov'è e tu perdi l'assetto. Ruoti e forzi il manopolone della velocità sul pannello di controllo gambe oltre il "max", ma il tuo fiato diventa imbarazzante e avverti una puzza acida come di pneumatico in fiamme. Il momento è drammatico e comprendi due cose: 1) solo una svolta con siepe che ti strappi via da rettilineo della morte e figura di merda può salvarti. 2) qualora esistesse una razza superiore, di certo non è quella a cui appartieni.
Testi e disegni di TheHand. www.thehand.it
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