sempre per caso.
Si usa lo sport per dimagrire nella maggior parte
dei casi. Si regala una bicicletta al marito invitandolo in modo indiretto a rientrare in una taglia decente.
Si cita l’amico che è appena tornato dalla maratona di New York mettendo quindi su tavolo un’idea di vacanza diversa.
Le modalità con le quali si rovina un matrimonio o un unione nascono quindi per caso o comunque con buone intenzioni.
Nulla è premeditato.
È comunque dato certo che la fase terminale del fanatismo sportivo degli ultra-quarantenni si concretizza con la separazione e il divorzio.
Nessuna coppia può reggere determinate tabelle di allenamento.
Nessuna moglie o fidanzata può sopportare dei carichi di lavoro settimanali superiori ai 15 allenamenti (stiamo parlando di più di due al giorno,
tutti i giorni).
Nessuna lavatrice può reggere certi cicli di lavaggio ad acqua tiepida o fredda (altrimenti gli indumenti tecnici sportivi potrebbero rovinarsi). L’unica donna che sopporta il triatleta di buon livello è sua madre. Prendo in prestito questo assioma da un amico che ascoltando le tabelle di allenamento di un compagno triatleta gli disse testualmente: Nessuna donna oltre a tua mamma può volerti bene!?
Il triatleta è solo.
Non ha rapporti se non con altri triatleti.
In ufficio viene visto come uno di quelli che fanno l’Ironman e questo lo porta a essere visto con diffidenza. Deve esserci qualcosa che non va in una persona che dedica così tanto tempo all'allenamento e partecipa a gare di oltre 12 ore.
In più nessuno lo paga per questo. Anzi è lui stesso che tra trasferte all'estero e iscrizioni a gare internazionali a fine anno avrebbe potuto comprarsi una auto nuova o, per assurdo, regalare un bel tennis di diamanti alla signora.
Nella fase iniziale, quando ancora possiede un rapporto sentimentale con un’altra persona, il triatleta, vergognoso delle cifre iperboliche che sta spendendo per attrezzature sportive inizia a mentire sui costi. Questa fase potrebbe essere la sintesi migliore del rapporto tra uomo e donna: di quanto risulta tenero il maschio adulto ultra-quarantenne quando sente la necessità di mentire sul prezzo di una bicicletta che ha acquistato. Assomiglia incredibilmente al bambino che mente sul numero di figurine che ha comperato
coi propri risparmi per timore di essere sgridato. Il triatleta mente sui costi delle bici, delle mute, delle scarpe. Perché non può tornare a casa con l’ennesimo paio di scarpe da centocinquanta euro. Deve sfumare… minimizzare.
Il triatleta più evoluto acquista spesso anche un capo sportivo per la compagna o per i figli pensando di spostare l’attenzione sulla sua generosità. Nulla di più
inutile. La compagna vorrebbe la sua presenza il sabato mattina e la domenica mattina, non un completo da fitness nuovo.
Ho citato due momenti della settimana molto significativi per ogni compagna di un triatleta.
Lui si sta allenando. È fuori in bici, forse corre o forse è in piscina.
In ogni caso non ricordo di aver mai visto un triatleta in giro con la moglie o fidanzata il sabato mattina, né aver mai incrociato la medesima coppia la domenica......
Tratto da "Il mio ex faceva l'Ironman" di Cleto La Triplice ed. Del Faro.
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