… e poi a un certo punto, ti ricordi
che giorno è oggi.
Non è un giorno qualunque. E’ uno
degli anniversari più importanti della tua vita. Uno di quei giorni che si
ricordano per sempre. Un po’ come il matrimonio, come il mondiale dell’82
(perché in realtà è più bello di quello del 2006), come la nascita di un figlio.
Sono immagini, rumori e odori, fissi
nella mente.
Erano le 06.30 di una fredda mattina
di otto anni fa. Avevo nella mente il piacere di quei pochi metri che mi
dividevano dallo scooter, una sorta di scusa per poter giustificare l’ennesimo
bacio dato senza amore, solo per esercitarne il possesso, senza quel giusto
piacere dei primi tempi. E non era neanche la prima volta in quel micro istante
di giornata. Passare la lingua sulle labbra per inumidirle un po’ e poi
accendere i riflettori sulla vera protagonista di un gesto ripetuto X volte.
Consapevole o meno.
Un lampo di luce che t’illumina il
viso per un breve istante e poi quella nuvola di fumo che ti obbliga a
strizzarle gli occhi.
Sono passati otto anni eppure, certe
volte, ancora oggi, muoio dalla voglia di fumare una sigaretta.
Sarebbe da stupidi riaccenderla; il
gesto non mi appartiene più.
Il fumo ha il potere di riempire
spazi, intervalli di tempo. Uno smartphone dei tempi andati. C'è chi invia un
messaggio su Whatsapp, al gruppo o all'amico e chi si accende una sigaretta. Riti, abitudini, convenzioni.
Se chiudo gli occhi posso ancora sentire
quel sapore sulla bocca.
Chi non ha mai provato quella gestualità, non può
capire cosa significa spegnere consapevolmente l’ultima sigaretta. Un gesto di
autolesionismo. Una condanna a una pena inaudita.
Dopo quel gesto la vita cambia. Nessuna cena sarà più come prima, nessun caffè avrà lo stesso
sapore.
Vivere senza punteggiatura è
difficile, soprattutto se hai bisogno di colmare spazi e hai finito le
sigarette.
è quasi inquietante da leggere per una come me che non ha mai fumato...mi apri un mondo...
RispondiEliminaun mondo da non aprire
RispondiEliminaSai è molto bello inquietante mi trasmette un velo di tristezza perché da quello che emerge, la voglia di sigaretta rimane sempre. Io non fumo ma vengo da una famiglia di fumatori e soprattutto mio marito lo è, delle volte mi fa impressione la smania, l'inquietudine che ha quando finisce un pacchetto. Comunque come sempre scrivi bene e non solo di corsa
RispondiEliminaIo quando vedo i fumatori che scendono convulsi per fare due tiri a ogni fermata del Frecciarossa (e ne ho visti anche rimanere giù dal treno) ringrazio silenziosamente di non averne mai fumata una....
RispondiElimina... non sai che amabile schiavitù ;)
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