martedì 12 gennaio 2016

Chiare, fresche et dolci acque


Ho recentemente riscoperto l'amore per il nuoto. Da quando mi tuffo, con lo scopo di portare a casa un allenamento più o meno duro, l’amore per questa disciplina è rinato. All’inizio trovavo tutto estremamente ripetitivo e noioso, ma da quando Strong mi ha fatto capire che il nuoto è soprattutto tecnica, ogni bracciata ha assunto un significato diverso. La stessa respirazione è tecnica.
L’espulsione totale dell’aria dalla bocca, la respirazione sul lato debole, il 2-3-2. Tutto il corpo lavora per spingersi più avanti possibile, nel minor tempo possibile, con il numero inferiore di bracciate possibili (swolf). In tutto questo gioca un lavoro fondamentale il nostro naso. Il mio grazioso apparato (ricorda quello di Rocky Balboa dopo un incontro), rimesso a nuovo circa un anno fa con una piallatina al setto nasale, dopo un esordio di tutto rispetto, ha cominciato ad accusare il colpo. Ora, e posso assicurare che la cosa è davvero fastidiosa, al termine di ogni allenamento e fino al giorno successivo, all’interno del mio naso, alloggiano milioni di spilli. Chiamarlo raffreddore è limitativo, sembra una vera e propria allergia da fieno. La produzione di muco e la distruzione di fazzoletti è inversamente proporzionale, fatto sta che sono passato direttamente ai rotoli di carta igienica per evitare di mandarmi sul lastrico.
Come spesso succede quando siamo vittime di questi accadimenti, tendiamo a non dare molto peso a quello che crediamo si tratti di un singolo episodio o di un male stagionale. Con il susseguirsi del problema cominciamo a spippolare su internet per cercare la verità…. beh io l’ho trovata!! L’urina!!
Il problema di tutto è che la gente “piscia” in acqua!! Sono soddisfazioni… credetemi. Quando una sostanza presente nel cloro (acido ipocloroso), entra in contatto con l’ammoniaca (la nostra urina), si produce una terza sostanza (tricloroammina) che causa il problema del raffreddore da cloro a chi ha le mucose particolarmente sensibili.
Questo fenomeno è più diffuso di quanto pensassi (siamo come i cani… marchiamo il territorio) e si verifica esclusivamente in ambienti chiusi, quindi non nelle piscine scoperte (pisciano anche lì tranquilli), in quanto la tricloroammina dovrebbe essere una particella che aleggia a pelo d’acqua e che noi respiriamo durante la pratica natatoria.
Il nuotatore purtroppo non può farci nulla, se non evitare di espellere i propri bisogni fisiologici in acqua. In fondo basterebbe “liberarsi” prima di entrare in acqua o uscire in caso di emergenza.
Chissà cosa avrebbe pensato Petrarca di queste… Chiare, fresche et dolci acque.


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