venerdì 16 gennaio 2015

Amarcord....



… e poi a un certo punto, ti ricordi che giorno è oggi.
Non è un giorno qualunque. E’ uno degli anniversari più importanti della tua vita. Uno di quei giorni che si ricordano per sempre. Un po’ come il matrimonio, come il mondiale dell’82 (perché in realtà è più bello di quello del  2006), come la nascita di un figlio. 
Sono immagini, rumori e odori, fissi nella mente.
Erano le 06.30 di una fredda mattina di otto anni fa. Avevo nella mente il piacere di quei pochi metri che mi dividevano dallo scooter, una sorta di scusa per poter giustificare l’ennesimo bacio dato senza amore, solo per esercitarne il possesso, senza quel giusto piacere dei primi tempi. E non era neanche la prima volta in quel micro istante di giornata. Passare la lingua sulle labbra per inumidirle un po’ e poi accendere i riflettori sulla vera protagonista di un gesto ripetuto X volte. Consapevole o meno.
Un lampo di luce che t’illumina il viso per un breve istante e poi quella nuvola di fumo che ti obbliga a strizzarle gli occhi.
Sono passati otto anni eppure, certe volte, ancora oggi, muoio dalla voglia di fumare una sigaretta.
Sarebbe da stupidi riaccenderla; il gesto non mi appartiene più.
Il fumo ha il potere di riempire spazi, intervalli di tempo. Uno smartphone dei tempi andati. C'è chi invia un messaggio su Whatsapp, al gruppo o all'amico e chi si accende una sigaretta. Riti, abitudini, convenzioni.
Se chiudo gli occhi posso ancora sentire quel sapore sulla bocca. 
Chi non ha mai provato quella gestualità, non può capire cosa significa spegnere consapevolmente l’ultima sigaretta. Un gesto di autolesionismo. Una condanna a una pena inaudita.
Dopo quel gesto la vita cambia. Nessuna cena sarà più come prima, nessun caffè avrà lo stesso sapore.
Vivere senza punteggiatura è difficile, soprattutto se hai bisogno di colmare spazi e hai finito le sigarette. 

5 commenti:

  1. è quasi inquietante da leggere per una come me che non ha mai fumato...mi apri un mondo...

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  2. Sai è molto bello inquietante mi trasmette un velo di tristezza perché da quello che emerge, la voglia di sigaretta rimane sempre. Io non fumo ma vengo da una famiglia di fumatori e soprattutto mio marito lo è, delle volte mi fa impressione la smania, l'inquietudine che ha quando finisce un pacchetto. Comunque come sempre scrivi bene e non solo di corsa

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  3. Io quando vedo i fumatori che scendono convulsi per fare due tiri a ogni fermata del Frecciarossa (e ne ho visti anche rimanere giù dal treno) ringrazio silenziosamente di non averne mai fumata una....

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