martedì 16 dicembre 2014

No Panic!!!

Mi mancava qualcosa. 
La corsa, per quanto appagante, non mi dava più gli stessi stimoli di prima. Quel carico di eccitazione da endorfine che arrivava subito dopo un allenamento, anche un banale 10 km sciolto, non arrivava più. Avevo bisogno di più chilometri, di più stimoli per sentire quella scossa. Ho quindi cominciato a chiedermi cosa potessi fare per "riattivare" quell'interruttore che sembrava ormai spento. Ho pensato alle ultra maratone, ma il gesto prolungato e ripetitivo non mi convinceva e poi ho un ginocchio "farlocco". Ho valutato se buttarmi sui trail, ma anche lì, ho creduto non si trattasse della giusta direzione. 
Poi un giorno guardando mia figlia nuotare ho pensato "perché no??!". 
Rientrare in acqua per diversificare il mio allenamento poteva essere una buona cura. 
Corsa... nuoto... triathlon. Il passo è stato davvero breve. 
In testa è entrata quest'idea e per un po' è rimasta lì in attesa degli eventi. 
Quando alla fine mi sono deciso di fare sul serio, di fare sul serio a modo mio... il massimo impegno per raggiungere il massimo obiettivo... il mio massimo obiettivo, ho abbandonato la strada vecchia per quella nuova.
Ora, a questo punto del mio allenamento, mi sento abbastanza sicuro del mio nuotare, anche se sono una lumaca non mi stanco troppo a mulinare le braccia. Il mio allenamento però si effettua sempre in piscina. Acque imbrigliate da una vasca, dalla forza dell'uomo. In gara non sarà così. Dovrò confrontarmi con le famigerate "acque libere". Mari e laghi non credo possano essere definiti come un semplice "terreno" di gioco. Saranno un avversario da battere. 
Ieri sera, sul tardi, guardavo la finale del Campionato del Mondo di Triathlon, l'Ironman (lungi da me tale esperienza) di Kona (Hawaii). Nella frazione a nuoto, un'immagine da sotto l'oceano di un cameraman subacqueo, mi ha pietrificato. Un vero e proprio attacco d'ansia. Ho avuto paura dell'acqua ed ero beatamente sdraiato dentro il letto di casa mia. 
Mi sento un po' come Nemo davanti al "grande blu", ma se ce l'ha fatta il piccolo pesce pagliaccio, posso farcela anche io, in fondo devo solo imparare a nuotare guardando oltre il buio.

8 commenti:

  1. Hai perfettamente reso la mia sensazione di panico in acque aperte...

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  2. io ho profonda ammirazione di chi nuota in mare aperto...potrei sfinirmi in piscina, ma appena vado in mare e ho quella sensazione di "profondità" mi prende un'ansia tremenda...confesso che una non piccola parte di quell'ansia è dovuta ai vari, troppi film che ho visto, ma giuro che non è solo paura dello squalo...forse la vertigine nei confronti di qualcosa di così grande? chissà... proprio per questo seguo con tanto interesse questi post, mi piace l'idea del pesce Carlo che si butta nel grande blu!

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  3. beh, il tonno è un pesce pregiato...no?

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  4. vista la condiione dei mari e degli oceani, ne sconsigliano l'eccessivo consumo

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  5. ah ah, io da sempre quasi solo bastoncini findus, sono salva!!!

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  6. Ora ci sono anche i bastoncini di tonno.... Occhio Carlo!

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