sabato 25 ottobre 2014

"C'ero anch'io" di Antonio Verzino

Eccomi c'ero anch'io, a discapito del mio infortunio.
Partire o non partire... il dilemma era questo fino a pochi giorni prima della gara, poteva essere un azzardo solo pensare di correrla, ma l'affetto che mi avete dimostrato mi ha convinto ad esserci.
La gara... che dire, dopo avere salutato Lise, Mapi, Luca e Fabio, compagni della "mezza", mi ritrovo nella fatidica griglia "Orange", la prima a partire. Vedo gente che si riscalda, chi fa allunghi, chi scatti veloci ed io? Io niente sto li a guardarli penso solo a limitare i danni, ad ascoltare il mio corpo, perché al primo segnale di sofferenza so che guadagnerò l'uscita. Non importa mancano pochi minuti e ... via!!! 

Parto prendo il mio ritmo come se tre mesi di stop forzato non fossero mai esistiti, guardo il mio Garmin e penso che, o i satelliti di Amsterdam sono strafatti o sono io che mi sto lasciando trasportare un po' troppo dall'onda "orange" per cui decido di tenere un ritmo più consono al mio status di convalescente.
Idealmente suddivido la gara in tre parti anche se al mio attivo ho solo 15 km in allenamento, la strada scorre veloce, colori e suoni fanno da coreografia al nostro passaggio, gente che legge il tuo nome e ti incita. I nostri chilometri coincidono a tratti con la parte finale della maratona e il mio pensiero va agli amici che sono passati da li, cercando di immaginare la loro fatica, ma devo pensare a me, sono al 18°, sento che le gambe stanno cedendo, con poco allenamento non si va lontani, ma nel contempo sono felice di non avvertire alcun dolore alla schiena.
Stringo i denti e da li a poco entro nello stadio chiudendo con un tempo che non mi sarei sognato di fare.
Grazie Amsterdam, grazie ramarri!




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