L'appuntamento principale della domenica era senza dubbio la prima volta allo stadio insieme a mio figlio Cesare. Un'esperienza che va vissuta... senza ombra di dubbio. Le emozioni di un bimbo in un luogo come lo stadio sono brividi lungo la schiena. Vederlo mentre guarda i giocatori e sentirlo cantare e urlare è stato bellissimo. La gioia, la curiosità, tutto traspare da quegli occhi ingenui e sinceri. L'euforia prima della partita e il sonno in macchina durante il rientro a casa. Tutto come da copione, come quando il bambino ero io.
Sono arrivato a questo appuntamento dopo che la mattina avevo effettuato il primo "lungo" da 18 chilometri in vista di Firenze. Non ero molto ottimista, il giorno prima ne avevo percorsi in bici quasi 100 e nonostante le gambe non avessero una grande pesantezza, ero convinto che invece la stanchezza si sarebbe fatta sentire in corso d'opera.
Con mia grande sorpresa invece, dopo i primi due chilometri in affanno, mi sono ritrovato a correre senza troppa fatica. La prima volta dopo tanto tempo. Il ritmo blando mi ha aiutato, la compagnia e le frequenti soste pure. Durante la corsa ho sentito spesso freddo, probabilmente perchè correvo sottotono, ma alla fine gli ultimi chilometri con Francesco, ad un ritmo decisamente più sostenuto, mi hanno regalato una bella sensazione di calore e fatica. Ci sono dei momenti dove riesco a spingere forte, ma poi mi viene istintivo tirare il freno a mano. Di chilometri avrei dovuti farne 20, ma per il momento mi va bene così, procedo a piccoli passi e soprattutto sto dando buona continuità al mio allenamento.
La corsa non mi regala più le emozioni di una volta, ma ieri è stato tutto davvero piacevole... da ripetere sicuramente, come farmi riportare allo stadio da mio figlio.
Grazie Cesare.
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