La rotellina della
lancetta più piccola gira e si posiziona su un morbido 08.30,
utopistico tentativo di alzarmi due ore dopo delle classiche 06.30,
mi esce comunque un sorriso spontaneo, “voglio dormire di più” e
tentar non nuoce, giù la testa sul più soffice dei cuscini, luce
spenta e testa che inesorabilmente vola nei luoghi che conosci e che
fanno parte del percorso della gara del giorno dopo. Piazza Venezia,
il Colosseo, tutto il centro di Roma, chi non li conosce?! Pensi che
su via del Corso potresti allungare un po’ per poi ammorbidire il
passo sulla salita del Pincio, una vera cima “Coppi”, pensi che
sulla discesa di Via Veneto potresti andare al massimo per migliorare
il tuo “personal Best”, pensi..., soprattutto pensi al ginocchio
che ti fa male da una settimana e che domani ti impedirà di goderti
a fondo la gara. Dicesi condropatia rotulea, chi non l’ha mai
avuta?! Lascia l’amaro in bocca, è davvero fastidioso
l’infortunio, lacera più la mente che il corpo. La sveglia non
suona, non serve, gli occhi si schiudono da soli alle 07.30, orario
più che diplomatico, Cesare è lì con il suo visetto che mi chiede
di accompagnarlo al bagno, la luce filtra tra le fessure della
serranda, c’è il sole, bene. Come un pugile stordito mi siedo sul
letto, infilo le pantofole e accompagno questo grillo già carico a
pallettoni. “Papà voglio il latte”, so che ne berrà pochissimo
e che è solo la scusa migliore per non sentirsi dire di tornare a
letto, c’è la gara e mi devo preparare e quindi lo assecondo.
L’appuntamento con Roberto è alle 09.30 al bar per un caffè
insieme, oggi con noi ci sarà anche Mauro, finalmente anche lui è
riuscito dopo tanti infortuni a dare continuità alla sua corsa e
vuole provare una gara, forse sarà un futuro ramarro. C’è aria di
festa in giro, è il 31 dicembre e c’è voglia di baldoria, non se
ne può più di sentirsi dire che c’è la crisi e che dobbiamo
pagarla noi, sempre e solo noi, l’anno finisce e si tirano le
somme, e per noi le somme sono i chilometri macinati durante l’anno
solare, 500, 1000, 1500, chi più ne ha, più ne conta. L’aria è
fredda, ma è un bel freddo, secco e pungente e il sole è forte, mi
copro comunque bene e opto per il pantalone lungo. In zona Circo
Massimo, la confusione regna sovrana, auto che cercano parcheggio,
runners che attraversano a gruppi la strada, giovani stranieri venuti
da tutta Europa per un incontro di Fede. Lo stadio di Caracalla,
intitolato al mitico Nando Martellini ci accoglie nel rumore
assordante degli altoparlanti da dove esce la voce di una ragazza che
sprona i presenti a darsi da fare con alcuni esercizi di aerobica,
che carica!! Sono le 10 in punto e io sono ancora in versione
semi-Dio, metà uomo e metà divano, ciondoloni mi dirigo nella White
House dei Ramarri, il mitico Presidente e gli altri sono tutti lì,
un “tanti auguri” generale e ritiro il pacco gara. L’adunata
viene chiamata dallo speaker che poi si attarda qualche minuto per
elencare gli atleti migliori presentatisi ai nastri di partenza, le
ultime chiacchiere con Roberto e un disorientato Mauro, il ginocchio
mi fa male e non so cosa fare della mia gara, il via comunque arriva
e il fiume di gente inonda inesorabile strade e Sampietrini romani.
Percorro 100 metri e capisco subito che è meglio evitare di forzare,
mi volto e alle mie spalle vedo una rassicurante onda verde, decido
di cavalcarla e condividere con loro la strada, sono gli Amatori di
Villa Pamphili, la mia squadra. I ramarri oggi fanno festa, qualcuno
corre per un primato, qualcuno per un sorriso, l’importante è
esserci, partecipare. Roma è bellissima, noi lo siamo anche di più.
Urla, incitamenti, foto e schiamazzi, una gara davvero diversa dal
solito, meno faticosa ma altrettanto emozionante, al traguardo i
nostri palloncini verdi volano liberi nel cielo, abbiamo vinto o
almeno per me è così.. Un’altra gara è finita e il gonfalone
sventolato per la vie capitoline può tornare a casa, siamo già
pronti per la prossima, stavolta senza infortuni spero. Tanti auguri
a tutti, soprattutto alle mitiche ristoratrici del gazebo dei
Ramarri, che ci fanno tornare a casa sempre con la pancia piena.
We Run Rome - 31/12/2012 |