Ama, Acea, Planimetrie, piagnistei, bla... bla... bla..., ALT! Fermi tutti.
Ad
un certo punto la mente si ferma, gli occhi vedono il movimento delle
labbra altrui, ma le orecchie non percepiscono il suono, tutto si fa
molto ovattatato, solo una vocina da dentro ti fa dire "vado a
correre", allora ti alzi e come nella più classica delle
ritirate, prendi su le prime cose che servono e ti catapulti fuori...
niente gare, ma la classicissima uscita che da ormai un anno a questa
parte è diventata compagna, amante e soprattutto terapeuta. Il luogo
è sempre quello, Villa Pamphili, un tempo sconosciuto posto privo di
interesse, oggi il mio tempio dedicato alla salute del corpo e della
mente. La salitella di Sanpietrini all'ingresso, da fare a marcia
ridotta, è il preludio alla fatica, raggiungi la cima e sei lì,
sguardo a destra verso la casetta dei runner e a sinistra verso il
viale alberato dove già qualcuno corre. Un po' di stretching, il
chrono e via... oggi niente tempi, niente lavori, solo lei... villa
Pamphili. Le gambe un po' dure ancora offese dalla fatica di domenica
stentano a reagire, qui e là le mamme con i loro passeggini che si
pavoneggiano dei loro tesori nascosti sotto le copertine, anziani che
passeggiano con sguardi malinconici. I colori sono accesi, il verde è
lussureggiante e il cielo è più azzurro, corro la mia oretta con
estrema passione, stringo i denti e mi godo tutti i profumi del
bosco. Quando torno a casa le ricevute, i pagamenti e i bla... bla...
bla... sono ancora lì, ma hanno tutto un altro sapore.
@ fotofhania - Villa Pamphili - Roma |
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