Mi manca quel momento in cui, uscendo di casa, senti l'aria fredda sulla faccia, e mettendo il naso in su, vedi centinaia di finestre chiuse, che nascondono altrettanti corpi avvolti da calde coperte. Noi no! A noi di quel tepore non ce ne frega niente, non è minimamente paragonabile con un lungo lento, con la compagnia degli amici, con il caffè preso dopo il lungo, con le cazzate raccontate durante la corsa.
Per non parlare della soddisfazione nel rientrare a casa sudato fradicio, ma colmo di felicità per la fatica ricevuta. Come fosse un dono elargito da altri e non guadagnato con il sudore della fronte.
Oggi anche le mie finestre erano chiuse, eppure alle 06.30 gli occhi si sono aperti. Il mio cervello era pronto a correre, il mio fisico ancora no. Pazienza, sono convalescente e il mio naso deve guarire.
Nel frattempo continuo a guardare il calendario delle gare per fissare il prossimo "primo" obiettivo e devo dire che il menù sembra molto appetitoso.
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