Ora vi racconto come
andrà la mia gara e badate bene, questo non è portarsi sfiga, ma è prevedere il futuro.....
Ore 12. Davanti a un
mare calmo, dalle tonalità caraibiche (magari), partono i Pro. Uno sparuto
gruppo di ragazzotti e ragazzotte, infilati nelle loro mute da 1000 euro, che da subito si danno bagarre.
Dopo di che, tocca alla categoria degli age – group. Speacker e musica a cannone. Partiamo alla spicciola, senza troppa frenesia. Vado del mio passo e dopo qualche minuto di riscaldamento tiro fuori la bracciata giusta,
lunga e ritmata. Cambio ritmo e metto la freccia… uno, due, tre e sulla mia destra scivolano
alle mie spalle altri triatleti. A ogni bracciata un avversario cede il passo. Esco dall’acqua in 29 minuti netti, mi butto
in T1 e in pochi istanti ho già il culo sulla bici. Prima ora in agilità. Ogni
25 minuti mangio mezza barretta senza dimenticarmi di bere spesso. La gamba va, la testa è libera e tutto fila liscio come l'olio. Sono
intorno ai 150 bpm. In salita qualche piccolo affanno, ma ne esco fuori
discretamente. Non perdo posizioni e tengo botta. Nessun segno di fatica o cedimento. Ho fatto troppo culo in questi mesi per non farcela. Dietro di me il vuoto,
davanti ai miei occhi una fila lunga di ciclisti, distanziati di una decina di
metri gli uni dagli altri. In discesa getto via ogni indugio e mi butto a capofitto nella ricerca del mio obiettivo... chiudere la frazione bike dentro le tre ore, in barba
pure ai quei bastardi cinque chilometri in più del percorso. Lappo il garmin in 2h50’, "ce l'ho fatta, cazzo!!" è l'unico pensiero che mi passa per la mente, ma rimango calmo, ancora non è finita. Il sole
comincia a battere forte sopra le nostre teste. Mi guardo in giro e per le
strade c’è un sacco di gente. Amici e parenti venuti a guardare. Sposto la
visiera per coprire gli occhi dal riverbero della luce sull'asfalto e comincio l’ultima fatica. La corsa.
Primi due
chilometri abbondantemente sopra i 6 km. Seguo i consigli di Strong e do il
tempo alle mie gambe di abituarsi a questa nuova disciplina. Rimango "coperto". Passato il primo
ristoro trovo un buon passo e la gamba corre da sola. I primi 10 chilometri li chiudo in 55
minuti, forse anche troppo alto come ritmo, ma mi sento bene e non demordo. A
un chilometro dalla fine sono ormai certo di portare a casa l’agognato premio,
il traguardo.
Sotto il tabellone "IRONMAN" fermo il mio fenix, concludendo la corsa in1h50’ e con un tempo complessivo di 5h25’.
Sono sazio di felicità e la
stanchezza per qualche istante sparisce da ogni muscolo del mio corpo.
Medaglia al collo me
ne torno verso l’albergo consapevole di essere pronto per una nuova avventura.
Ecco
questo era il compito assegnatomi per oggi da Strong. Mi ha detto “basta con
questi cazzo di pensieri negativi sul blog, ora scrivi un post dove immagini
una gran gara, dal nuoto alla corsa e con un gran finale.”
L’ho fatto e devo
dire che aveva ragione, bisogna essere positivi!! Perchè la verità è che vorrei vivere la gara che ho raccontato, sarebbe l'impresa perfetta.
Adesso sì che sei pronto!
RispondiEliminavero!
Eliminaa parte il mare caraibico...
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