Ho recentemente
riscoperto l'amore per il nuoto. Da quando mi tuffo, con lo scopo di portare a
casa un allenamento più o meno duro, l’amore per questa disciplina è rinato.
All’inizio trovavo tutto estremamente ripetitivo e noioso, ma da quando Strong
mi ha fatto capire che il nuoto è soprattutto tecnica, ogni bracciata ha
assunto un significato diverso. La stessa respirazione è tecnica.
L’espulsione
totale dell’aria dalla bocca, la respirazione sul lato debole, il 2-3-2. Tutto
il corpo lavora per spingersi più avanti possibile, nel minor tempo possibile,
con il numero inferiore di bracciate possibili (swolf). In tutto questo gioca
un lavoro fondamentale il nostro naso. Il mio grazioso apparato (ricorda quello
di Rocky Balboa dopo un incontro), rimesso a nuovo circa un anno fa con una piallatina al setto nasale, dopo un
esordio di tutto rispetto, ha cominciato ad accusare il colpo. Ora, e posso
assicurare che la cosa è davvero fastidiosa, al termine di ogni allenamento e
fino al giorno successivo, all’interno del mio naso, alloggiano milioni di
spilli. Chiamarlo raffreddore è limitativo, sembra una vera e propria allergia
da fieno. La produzione di muco e la distruzione di fazzoletti è inversamente
proporzionale, fatto sta che sono passato direttamente ai rotoli di carta
igienica per evitare di mandarmi sul lastrico.
Come spesso succede
quando siamo vittime di questi accadimenti, tendiamo a non dare molto peso a
quello che crediamo si tratti di un singolo episodio o di un male stagionale.
Con il susseguirsi del problema cominciamo a spippolare su internet per cercare
la verità…. beh io l’ho trovata!! L’urina!!
Il problema di
tutto è che la gente “piscia” in acqua!! Sono soddisfazioni… credetemi. Quando
una sostanza presente nel cloro (acido ipocloroso), entra in contatto con l’ammoniaca
(la nostra urina), si produce una terza sostanza (tricloroammina) che causa il
problema del raffreddore da cloro a chi ha le mucose particolarmente sensibili.
Questo fenomeno
è più diffuso di quanto pensassi (siamo come i cani… marchiamo il territorio) e
si verifica esclusivamente in ambienti chiusi, quindi non nelle piscine
scoperte (pisciano anche lì tranquilli), in quanto la tricloroammina dovrebbe essere una particella che aleggia a pelo d’acqua
e che noi respiriamo durante la pratica natatoria.
Il nuotatore
purtroppo non può farci nulla, se non evitare di espellere i propri bisogni
fisiologici in acqua. In fondo basterebbe “liberarsi” prima di entrare in acqua
o uscire in caso di emergenza.
Chissà cosa
avrebbe pensato Petrarca di queste… Chiare, fresche et dolci acque.
basta che non te metti il tappanaso...
RispondiEliminaPromesso!!
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