domenica 8 luglio 2012

Una domenica al mare!

@fotofhania
E' domenica e, ringraziando il cielo, approfitto di una casetta al mare, dove passo generalmente i w.e. Mi aspetta un'uscita lungomare che è sempre molto gradita.
Un trillo inquietante! Apro gli occhi e vedo che la luce filtra dalle persiane, ci metto un po' a capire di cosa si tratta, è la sveglia delle ore 07.00, ma non mi muovo dal sudario prima delle 7.20, ho ancora la testa appesantita dal sabato sera appena trascorso, troppe bollicine e troppi tappi di sughero, mi trascino in cucina e mi sparo una caffettiera piena zeppa di caffè, giusto o sbagliato non lo so, ma senza non ce l'avrei mai fatta. 

Mi vesto da supereroe, metto la testa sotto l'acqua e parto, dalle cuffiette arriva una voce metallica che mi avverte "segnale GPS valido!", è simile ad un gancio destro sui reni, per me è l'equivalente dello sparo di uno starter sui 100 m piani, significa semplicemente che devo cominciare a correre perché i dati della mia attività da quel momento in poi vengono registrati. Sospiro... abbasso la testa e parto... tra i vicoli delle case bianche alle 07.30 di domenica mattina ci sono io, qualche donna anziana, che trascina assonnata verso il mercato il carrello della spesa, e qualche coppietta con i passeggini o le carrozzine che portano i pargoli a godersi le prime ore del mattino in spiaggia. Tutti si girano al rumore dei miei piedi che "sbattono" appesantiti sull'asfalto. L'aria è pungente, fresca, come a chiedere scusa per il calore della notte. Sulla strada i rigagnoli d'acqua che sbucano da sotto i cancelli, orfani di prati innaffiati alle prime luci dell'alba, danno ancora di più la sensazione di freschezza.

Il primo km passa sornione ad un ritmo lento, stranamente sento le gambe che a differenza della testa rispondono bene, davanti a me l'ingresso della spiaggia, opto per la strada e svolto bruscamente verso sinistra, mi si presenta una lingua d'asfalto non ancora infuocata dai raggi del sole, la imbocco senza patemi, nel frattempo la mia testa comincia a collaborare.

Ad ogni minuto che passa vedo il paese svegliarsi, le auto aumentano, i primi ambulanti con i loro furgoni aprono i tavoli e posizionano le mercanzie, mi guardano come fossi un alieno sceso da chissà quale pianeta, se non fosse per il lavoro starebbero sicuramente a letto. 

Ogni tanto incrocio un compagno di avventura (scoprirò poi che quel signore in canotta verde è Sandro Curzi), un cenno rapido con la mano e proseguo lungo la mia strada. Il vento è fresco e tra una casa e l'altra riesco a vedere la spuma bianca delle onde, il mare oggi è mosso e i bambini si dovranno accontentare di giocare sulla riva. Ormai l'orologio ha superato le 08.00, il mio ginocchio destro si mette a fare un po' i capricci, ma capita spesso e io preferisco ignorarlo e per dispetto alzo un po' il ritmo giusto così per fargli capire chi comanda. Il sole comincia a farsi pressante, alza la voce e io non posso far altro che cercare maggiori zone d'ombra, sono a metà del percorso e ho la sensazione che la mia rappresenti una sorta di ritirata militaresca.

Sono sereno, stanco, ma terribilmente soddisfatto di tutto quello che c'è dentro di me e fuori, a circa 2 km da casa mi chiedo se sono in grado di affondare le scarpe sull'asfalto in modo più grintoso, comincio ad allungare la falcata, le gambe vanno... il cuore pure... tutto va bene anche il ginocchio ha smesso di cigolare, le auto mi passano accanto lasciando dietro di loro un pessimo odore, respiro a pieni polmoni, continuando a sudare come una fontanella romana. 

In lontananza intravedo casa mia, sono quasi arrivato e un velo di malinconia quasi mi prende... avrei potuto correre un po' di più, ma ormai ci sono, mi fermo e do lo stop a tutto, crono, applicazione e radio... apro il cancello e una voce mi dice "Papà andiamo al mare!!!", è mio figlio, gli rispondo "Certo! di corsa!"
Amo correre!

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