Diario di un'aspirina
La sveglia suona sistematicamente alle 05.50 e altrettanto
metodicamente mi rifiuto di alzarmi fino alle 06.00. La colazione, la doccia e
sei a lavoro. Caffè con gli amici, quattro chiacchiere con i colleghi… ha
ragione Totti o Pallotta??! Misteri insolubili. Lavori fino all’ora di pranzo,
qui è là qualche distrazione. Un’ora di palestra e poi di corsa a prendere i
bambini a scuola.
Traffico, imprecazioni e “Don't worry be happy” a renderti il tragitto
più fluido.
Il piazzale della scuola sembra una casa d’aste all’aperto. Le maestre
nel ruolo di battitrici, mostrano questi piccoli gnomi di varie taglie, mentre in attesa, genitori dallo sguardo ebete,
alzano la mano per indicare la loro offerta. Poi tutto finisce. Il piazzale si
svuota e tutti corrono verso le attività extra scolastiche.
Nel mio caso, il mercoledì è uno dei giorni dedicati alla piscina dei
bambini.
Li spogli, li vesti, li vedi nuotare, li rispogli e li rivesti. Un
minuto per i capelli di Cesare e venti per quelli di Isabella (a una mamma ne
basterebbe la metà). Prendi la macchina e ritorni a casa tra un “papà ho fame”
e un “papà Cesare mi da fastidio”. E sono le 19.15. Fai in tempo a disfare il
borsone del nuoto e quello della palestra, mettere cinque piatti sul tavolo e
arriva tua moglie… stanca più di te.
“Com’è andata?!”. “Bene” (non si lagna mai).
Raramente a cena mangio pasta. Solitamente preferisco carne o pesce e
verdura, non disdegno un buon bicchiere di vino… meglio se due.
Verso le 20.30 i ragazzi sono già nella zona di casa di loro
competenza, i ritmi si fanno più umani e il livello dei decibel cala. A questo
punto, quando la giornata volge al termine e non rimarrebbe altro da fare che
sprofondare sul più morbido dei divani, ti viene in mente un ragazzo con una
barba importante (sensi di colpa) e l’unica esclamazione che puoi usare è “Cazzo!!
Devo fare i rulli”.
Alle ore 21.00 cominci una sezione di allenamento da un’ora e mezzo a +90
bpm.
L’inizio di certi allenamenti è davvero duro, non tanto per lo sforzo
fisico quanto per l’impegno mentale. Bisogna “piegarsi” alla logica della
fatica, poi però con il passare dei minuti, tutto diventa più soft. I pensieri
del padre, le preoccupazioni per i figli, le bollette, il tagliando alla
macchina, la visita di tua moglie… sembra tutto più facile da affrontare… e mentre
le gambe girano, la testa canta… non preoccuparti e sii felice….