mercoledì 25 marzo 2015

Diario di un'aspirina

La maratona di Roma è appena passata alle nostre spalle. La maggior parte degli uomini e delle donne che l'hanno corsa in questo momento si staranno riposando (almeno spero), dopo un simile sforzo. Qualche giorno per ricaricare le batterie fisiche e mentali, credo sia indispensabile. Il vuoto lasciato da una gara lunga, da un impegno tanto inseguito e preparato, è enorme. Andiamo verso l'estate e questo è uno dei migliori periodi per correre, ma incredibilmente è anche uno dei periodi che presenta il minor numero di "fatiche" da affrontare. Il periodo autunnale è più adatto alle maratone. Il caldo non aiuta. 
Certo però, che adesso non avere un vero obiettivo davanti è difficile. Ovvio che questo non vale per tutti, ci sono persone che tra una maratona e l'altra lasciano passare un meso o poco più. Io non condivido, ma c'è chi lo fa.
Al momento per quanto mi riguarda, potrei dire di navigare a vista. Senza veri obiettivi, nonostante debba ancora affrontare il mio primo triathlon. Lo do quasi per scontato, probabilmente sbaglio, ma vedo uno "sprint" (750 nuoto, 20 km bici, 5 km corsa) come l'equivalente di una 10.000 e quindi non ne sono affascinato, non m'intriga, non mi da quell'idea di "eroico".
Ho voglia di lunghe distanze, di fatica, di sale sulla faccia. Non aver corso Roma è stato un errore, ma ormai è passato. 
Scegliere il prossimo obiettivo è la prova più dura da superare. La gara! La prova da ricordare... che sia una maratona, un 70.3 o la traversata dello stretto, insomma qualcosa di difficile. 
Dopo di che.... bisognerà inventarsi qualcosa. 
Magari mi metto a suonare il piano.


 

martedì 3 marzo 2015

Esserci a metà

Peccato non poter "tirare" una gara. Corri migliaia di chilometri l'anno e poi in quei 3 o 4 appuntamenti importanti della stagione, non esserci, o esserci a metà, ti lascia l'amaro in bocca.
La Roma Ostia 2015 doveva essere l'appuntamento più importante del mio primo semestre podistico. 
Non c'è verso.... se ti alleni seriamente, non puoi regalare 20 giorni di convalescenza a una mezza maratona. Quest'anno è andata così. L'ho corsa in modalità "training". Mi rimarrà il piacevole ricordo della compagnia di un amico e il tuono delle migliaia di gambe che ci hanno avvolto intorno al 10° km. La seconda onda di partenza che ci ha avvolto ed è scivolata via, passandoci sopra. L'abbiamo sentita arrivare da lontano, un fruscio che lentamente è diventato un rumore assordante. Essere fagocitati in un istante da decine... centinaia di persone. Migliaia di piedi che sbattono sull'asfalto. Uno tsunami umano.


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