domenica 29 giugno 2014

Chiuso per ferie


Mi verrebbe da dire "non di solo corsa, vive l'uomo", mi sembra però che il riferimento sia un po' azzardato. Voglio adagiarmi su questo adagio, domani parto per una settimana di vacanza al mare con i miei piccoli. La settimana del papà la definisco io. Ho già preparato i bagagli, tutto in ordine sistemato nella valigia. Gli indumenti per correre questa volta rimarranno a casa, niente running, solo io, loro e il mare. Dopo 15 mesi senza sosta è arrivato il tempo di "staccare", di fermarmi un po' per ricaricare le pile. Sono uscito da un infortunio, ho preparato e corso due maratone e tante altre gare, ci può stare una settimana senza correre. Non mi mancherà... o forse si, non lo so, diciamo.... speriamo! Per il momento buona corsa a tutti, ma soprattutto buone vacanze.... ci vediamo la settimana prossima. 

sabato 28 giugno 2014

Runners: la Pettegola


Le cicale la detestano perchè quando c'è lei nei paraggi vanno in paranoia. I moscerini ne sono terrorizzati perchè ad ogni ripresa di fiato vengono risucchiati nelle sue viscere come Pinocchio nel ventre della balena. Sa tutto di tutti, se non lo sa se lo inventa, e lo comunica all'intero parco con l'alibi dell'amica che "deve" sapere. Le runners che si alternano al suo fianco chiedono di Tizio e lei racconta anche di Caio, Sempronio, la ex di Tizio che si è messa con Pincopallino, e delle corna che Pincopallina faceva al suo compagno già in tempi non sospetti. Campare fino a 100 anni è un pensiero che non le ha mai attraversato la mente.

Testi e disegni di TheHandwww.thehand.it
Nasce un bellissimo progetto di un libro illustrato sul mondo dei runners.

venerdì 27 giugno 2014

Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano.

USS Enterprise (NCC 1701)

Cambiato universo, effettuata uscita tecnica in quel di Villa Glori.
Variazioni di velocità su tracciato misto salita/discesa.
Riscaldamento da 3 km ritmo blando. Raggiunto l'obiettivo effettuato primo step da 7 minuti a 4'15 con recupero attivo da 3 minuti a 4'50. Secondo step da 7 minuti a 4'25 con recupero da 5 minuti a 4'50. Al termine 5 ripetute da 30" forti (3'50 / 4'00) + 1'30" di recupero ritmo più tranquillo (sempre sotto i 5).
Rientro con 2 km blandi e acido lattico tra i denti. 
Compagni di viaggio di altissimo livello.

giovedì 26 giugno 2014

"Norvegia a perdifiato 2 ovvero le maratone si corrono con la musica, ma anche con i libri…" di Luisa Cotta Ramosino

Mia sorella mi prende in giro perché tra le mie passioni (letterarie e cinematografiche) ci sono quelle che lei definisce “storie tristi di persone tristi a cui succedono cose tremende”, un genere ampio che comprende film indipendenti americani e, negli ultimi anni, un bel po’ di letteratura scandinava, gialla e non…

La prendo da lontano, per dire che l’idea di correre una maratona in Norvegia, nel bianco latteo del sole di mezzanotte (io che sono una cinica, al contrario di Laura, alla favoletta del non-tramonto scenografico dietro al runner con sorriso a 32 denti non ci ho mai creduto...), mi sembrava il giusto coronamento di un percorso prima ancora che sportivo culturale, rispetto al quale le sgambate in Islanda della scorsa estate erano state un assaggio capace di stuzzicare l’appetito.

Avrei dovuto ricordarmi, però, che per l’appunto i libri e i film che tanto mi piacciono hanno la tendenza a trasmettere un mood un filo cupo (vi ricordate il buon Al Pacino che va fuori di testa in Insomnia?), un mood che, complice qualche fastidio seguito allo sforzo della Cortina-Dobbiaco di inizio giugno e un po’ di stress extra-sportivo, ha cominciato a investire le settimane prima della partenza per Tromso. Io che da mesi avevo tappezzato l’ufficio di mappe e altimetrie, che avevo stonato chiunque con questo viaggio tanto atteso, mi sentivo improvvisamente addosso un senso di insicurezza pazzesco, un’inquietudine che investiva la possibilità stessa di arrivare in fondo…a nulla valevano incoraggiamenti e rassicurazioni che in tanti amici ramarri e non continuavano a farmi… il tarlo era lì e scavava… anche perché né massaggi né antiinfiammatori sembravano potere nulla contro quei persistenti dolori ai muscoli della gamba destra…

Salgo sull’aereo (ci aspettavano varie ore di viaggio, perfette per “incriccare” le articolazioni e irrigidire ulteriormente le gambe…) ed ecco che arriva di soppiatto, nella forma di un “innocuo” romanzo italiano (molto ben consigliato su queste stesse pagine…) quello che sembra il colpo di grazia.

A perdifiato di Mauro Covacich, infatti, è il libro che mi fa compagnia la vigilia della maratona, e lo fa così bene che me lo divoro quasi tutto prima di sera. Un libro veramente avvincente… ma che, almeno a me, mette addosso un’angoscia tremenda, un senso di tragedia incombente che riverso senza vergogna sulle mie compagne di viaggio, in ciò adiuvata da un meteo che non sembra lasciare scampo: pioggia, pioggia e ancora pioggia nonostante gli interventi della nostra amica Anita che ha già dimostrato di essere più efficiente dell’X-Woman Tempesta nel controllare il tempo…

Però… però, come si dice, un romanzo va giudicato solo all’ultima pagina, e dunque decido che le ultime ore di scarico (sdraiata sul letto in albergo, a un certo punto già bella vestita per la gara) alla lettura dell’ultima parte di A perdifiato, che, ovviamente, raccontano “in diretta” proprio una maratona (umana e sportiva).

Non voglio rovinare a nessuno la lettura, ma confesso che questo finale, unito forse all’adrenalina che è riuscita a farsi strada nelle vene tra i carboidrati del noto carico, è riuscito ad attivare un meraviglioso effetto catartico, permettendomi di iniziare la gara non con gli occhi sfiduciati di tanti investigatori geniali dei miei amati gialli scandinavi, ma con il sorriso tutto italiano di una ramarra in trasferta, decisa a dare tutto su quelle strade umide (ma non bagnate, grazie a Dio!) e davanti a quel pubblico di entusiasti nottambuli (ci aspetteranno fino all’una di notte e oltre senza fare una piega a suon di heja!heja!).

E così sotto la (dubbia) egida di un runner triestino diventato allenatore di una squadra di atlete ungheresi, è partita la mia corsa, con un occhio al mio Garmin (c’è un’andatura da tenere, che scoperta, Luisa, una maratona non è improvvisazione!) e uno a “dove ti porta il cuore” (e quindi se te la senti perché non tirare un po’ di più, anche per fare bella figura con quei bei bimbetti biondi che ti porgono un (gelido) bicchiere d’acqua o un quarto di banana, freddina pure lei…).


Mi sono divertita più che a Roma, lo ammetto, perché anche se in un angolo del cervello continuavo a pensare che prima o poi il doloretto a coscia e polpaccio mi avrebbe forse azzoppato, nella pratica non avevo voglia di crederci finché fosse accaduto, perché avevo deciso che invece di farmi la mia corsa l’avrei fatta con mia sorella (e questa corsa a due, da vere gemelline, cosa che non facciamo quasi mai, ha naturalmente suscitato un tifo supplementare sul percorso), lasciando al caso di decidere se quella da tirare sarei stata io o sarebbe stata lei.

E mentre i chilometri diminuiscono (eh sì, lì usano i cartelli a decrescere e devo dire che è un calcolo che mi è congeniale) e le gambe continuano ad andare, mi sento anch’io un po’ “allenatrice”, dò il ritmo dei rifornimenti e concedo i pochi passi necessari a riprendere lo slancio, urlo, canto, prometto un arrivo in volata.

E così sarà, non ai 5’30’’ che speravo, ma pazienza, sarà per la prossima volta e la prossima strada, questa volta mi sono divertita a ritrovare la motivazione nel darla, a far uscire l’entusiasmo dall’umore cupo, a vedere il sole anche se non c’era…

E anche questa è Norvegia a Pedifiato…perché le maratone si corrono con la musica, ma anche con i libri!

Runners: il Sensodicolpista




Prima ha saltato due sessione di running consecutive, poi ha ceduto a pizza maialona e boccale di birra... Quando è tornato in pista non solo non è riuscito a percorrere più di 5 chilometri, ma li ha anche fatti male, con soste continue, gambe molli e testa altrove. Non ci dorme la notte, si macera nel dolore e si contorce nel letto come un'anguilla fritta viva nell'olio. C'è solo una cosa che può fare, che DEVE fare per far cessare quei tormenti: scaraventarsi giù dal letto e tornare sui passi lasciati a metà nel parco. Cosa vuoi che significhi il fatto che siano appena le 4 del mattino e fuori ci sia un freddo becco? Lui deve espiare la colpa! Anzi, per aumentare la pena da autoinfliggersi, considerata la temperatura polare, si esce in tenuta estiva! Torna a casa tanto felice quanto stracco, dopo aver moltiplicato x4 il tracciato non completato, con il cuore che invoca un defibrillatore e le gambe smontate come un Jeeg senza magneti!

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Nasce un bellissimo progetto di un libro illustrato sul mondo dei runners.

mercoledì 25 giugno 2014

Puma FlashRome




Play List

"Mediterraneo" by Mango



Bianco e azzurro sei
con le isole che stanno lì
le rocce e il mare
coi gabbiani
Mediterraneo da vedere
con le arance
Mediterraneo da mangiare
La montagna là
e la strada che piano vien giù
tra i pini e il sole
un paese
Mediterraneo da scoprire
con le chiese
Mediterraneo da pregare

Siedi qui
e getta lo sguardo giù
tra gli ulivi
l'acqua è scura quasi blu
e lassù
vola un falco lassù
sembra guardi noi
fermi così
grandi come mai
guarda là
quella nuvola che va
vola già
dentro nell'eternità

Quella lunga scia
della gente in silenzio per via
che prega piano
sotto il sole
Mediterraneo da soffrire
sotto il sole
Mediterraneo per morire

Siedi qui
e lasciati andar così
lascia che
entri il sole dentro te
e respira
tutta l'aria che puoi
i profumi che
senti anche tu
sparsi intorno a noi
guarda là
quella nuvola che va
vola già
dentro nell'eternità


lunedì 23 giugno 2014

Correndo con Luca...


Compiti per le vacanze:
Alcuni consigli su come trascorrere al meglio questi 2 mesi. Per tutto luglio vi consiglio un riposo attivo, ovvero praticate qualsiasi altro sport aerobico che non sia la corsa, perchè la corsa è molto usurante ed è meglio dare un po di riposo ad articolazioni e cartilagini. Lo sport più indicato è senza dubbio il nuoto, è completo, si allenano tutti i muscoli, è aerobico, è a gravità zero: perfetto. 
In alternativa si può andare in bicicletta, trekking, sci di fondo (ovvero ellittica in palestra). Evitate calcio, calcetto, tennis ed altri sport che prevedono scatti brevi con cambi di direzione e contatto fisico con l'avversario, sono sport traumatici per articolazioni e muscoli.
Ad agosto si può ricominciare con gradualità a correre, ma si dovrà sopratutto sfruttare questo periodo pre-gare per effettuare il duro lavoro del potenziamento muscolare. Il potenziamento è essenziale per evitare infortuni nelle fasi successive di allenamento sulla resistenza e velocità ed inoltre vi fornirà la forza necessaria per superare salite dure ed impegnative che incontreremo nelle gare in programma a settembre.
Per effettuare potenziamento muscolare ci sono infiniti modi, di seguito alcuni in ordine dal meno faticoso al più faticoso:
- Corsa sulla battigia
- Ripetute su salite brevi (200-300 mt) con pendenza 6-8%
- Corsa in acqua fino alle ginocchia
- Ripetute su Gradoni (gradini di 30-40 cm di altezza)
- Ripetute di 60''-90'' su sabbia in piano
- Ripetute su salite brevi con dislivello superiore al 10%
- Ripetute su sabbia trascinando un peso (10kg o +) legato ad una cintura con corde (il peso va trascinato, mai mettersi persi extra addosso per non caricare le articolazioni)
- Corsa in acqua fino alla vita
- Ripetute in salita con pendenze superiori al 15%
- Corsa in acqua fino al torace.

Alternare un giorno potenziamento, partendo da metodi meno faticosi, e un giorno corsa normale, poi a settembre ricominceremo ad allenare resistenza e velocità.
Buone corse e buone vacanze a tutti.

domenica 22 giugno 2014

Corri Roma

Come ogni anno, la prima parte della stagione, si chiude. I primi sei mesi di quest'anno podistico si sono ormai chiusi alle nostre spalle. Da qui a settembre niente gare sociali in calendario. Un po' di malinconia c'è sempre, due mesi non sono tantissimi e considerando l'estate passeranno anche in fretta, ma un po' di tristezza comunque viene. Per me e credo anche per tanti altri, è arrivato il momento di staccare un po', di prendersi un momento di pausa per ricaricare le batterie, fisiche e mentali. 
La gara di ieri sera è stata bella. Tanti atleti presenti, quasi 2500 partenti, e tantissimi spettatori. La cornice suggestiva che offre il centro di Roma e villa Borghese, rende ancora più invitante la partecipazione a questo evento. 
A differenza della settimana precedente a Pomezia, mi sento più teso e carico. 
L'appuntamento con gli altri è a circa 3 chilometri dal punto di partenza, decidiamo di farci una passeggiata chiacchierando, manco a dirlo, di gare e di corsa. 
A piazza del Popolo è un susseguirsi di gente e visi conosciuti. 
Gazebo, pettorale, canottiera dei ramarri, acqua e sgambata di riscaldamento. Solito programma di ogni gara, la parte più bella di ogni gara.
La foto di gruppo, come l'anno precedente, non può mancare, siamo sempre più numerosi. 
Insieme agli altri mi porto in zona partenza e rimango sorpreso di quanto sono vicino ai "top".... forse troppo... "ansia"!! Vedo lo starter alzare la pistola e una nuvola di fumo avvolgere il rumore dello sparo, mai stato così vicino. La partenza è più lenta di quanto pensassi, ma solo nei primi 200 metri, dopo di che sono già a ritmo gara, niente tappi, niente ingorghi. Nelle retrovie c'è più cagnara durante la partenza, mi piace di più. 
Accanto a me Luca, Roberto, Mario e Andrea. Decido di attuare una vecchia tattica, mettermi a ruota di Andrea che in salita va come un treno e in questa gara di salite ce ne sono davvero tante.
Il primo "strappo" brusco dopo poco più di un chilometro, entriamo a via del Tritone e la strada s'impenna decisa, accanto a me un runner crolla a terra tra le imprecazioni, butto un occhio, ma tiro dritto. Luca e Andrea mi chiamano per vedere se perdo il contatto, rispondo di esserci ancora. 
Il serpentone scoda e s'infila dentro il buio di villa Borghese, la prima salita è alle nostre spalle e per fortuna è arrivata presto. Davanti a noi una serie di sali e scendi. Entriamo in piazzale Flaminio tra la curiosità dei turisti. Ci dirigiamo silenziosi verso la salita più temuta del percorso.... quella delle Belle Arti. Siamo intorno al quarto chilometro e nel frattempo si è unito a noi Mario... per lui niente karaoke questa volta.
Andrea è ancora avanti a me, Luca è ormai lontano, alle spalle, in sequenza, ci sorpassano Francesco e Giancarlo.
Il salitone tanto temuto ce lo ritroviamo sotto i piedi senza neanche accorgercene. Parte piano con una pendenza che potrei definire "delicata", poi lentamente si inasprisce e diventa "pesante". Le braccia in salita tendono ad andare giù, come tutto il busto del resto, l'affanno si fa feroce e intorno tutto diventa silenzio, si sentono solo i respiri che diventano lamenti. Villa Borghese è al buio, lungo il bordo della strada una serie infinita di fiaccole a delineare il percorso. Bella sceneggiatura, ma per correre non è proprio il massimo. 
La parte più dura è alle nostre spalle, le due salite tanto temute sono alle nostre spalle, ma anche sulle nostre gambe. L'idea di essere a soli due chilometri dal traguardo mi mette euforia, sono sempre pronto però, a fare i conti con il residuo di forze che ho con me. Sulla discesa del Pincio metto il freno a mano, non voglio bruciarmi tutto in discesa per poi ritrovarmi a terra negli ultimi 500 metri. L'ingresso a piazza del Popolo è da brividi, a destra e a sinistra, dietro le transenne, sento chiamare il mio nome, mi giro e vedo la mia famiglia, per salutarli mi scompongo e rischio di mandare a terra Andrea che nel frattempo è sempre stato al mio fianco. 
Il breve rettilineo finale sembra interminabile, l'arco del traguardo mi vede passare in 45:06, sono oltre un minuto dal mio personale eppure mi sembrava di essere andato bene. Una martellata!
Il rientro a casa in metropolitana è un'altra novità di una giornata bellissima, trascorsa in compagnia di una grande amica.... la corsa!

venerdì 20 giugno 2014

Il primo morso

Ore 17.30, manca poco all'inizio della partita dell'Italia contro il Costa Rica. E' già da qualche giorno che mi frulla in testa la voglia di assaggiare un pezzo della nuova pista ciclabile (Monte Ciocci - Monte Mario). Non curante della sfida calcistica (Balotelli/Prandelli è un binomio che non amo), decido di approfittare della calma generale e mi dirigo verso il nuovo spazio verde. Devo fare solo 5/6 km in vista della CorriRoma di domani sera, quindi so già che potrò percorrere solo la metà della nuova fettuccia d'asfalto. Parto da sotto casa ed arrivo all'ingresso del Parco di Monte Ciocci, su via Anastasio II, aldilà del cancello, mi attendono una serie di rampe e tornanti stretti, con un dislivello approssimativo di circa 70 metri, da compiere in 400 metri (insomma davvero una salita impegnativa). Alla fine di questa arrampicata, potremmo già tornare a casa.... bando agli scherzi. Il parco è fortemente esposto al sole, pochi alberi e tante sterpaglie condite qui e là da panchine e stradine asfaltate. L'ingresso della pista ciclabile è raggiungibile facilmente ad intuito, non ci sono cartelli ad indicarla (ad ogni bivio andate a sinistra, ndr.), una volta raggiunta si trova un cancello aperto e una catena chiusa a circa una 60 cm da terra (probabilmente per scoraggiare ciclomotori e scooter). Dopo questi due ostacoli facilmente sormontabili entriamo in questo mondo nuovo. 
Bello!! Davvero bello!!
Sembra di essere su di un ponte sospeso retto dai palazzi circostanti, una lingua color ruggine con le righe tratteggiate , costeggiata da un'altra linea grigia per i pedoni. Dei bei cerchi blu e bianchi con i simboli del pedone e della bicicletta a distinguere bene le relative destinazioni d'uso. Tutto ovviamente nuovo e pulito.... per ora!! 
Sui lati due strisce verdi condite da fioriere (non molto curate per essere nuove) e prati incolti. Il tutto è rinchiuso da alte ringhiere verdi che delimitano l'intera area. Ogni tanto una rampa di scale indica l'accesso alla pista da qualche altra via del quartiere. 
Spazi ben distinti e senso dell'ordine sono la prima sensazione che ricevo da questa nuova "invenzione", numerosissimi lampioni, uno ogni 10 metri, e tantissime panchine. Dal lato Monte Ciocci, direzione Monte Mario, la corsa si presenta tutta in salita, una leggera pendenza che però si fa sentire. 
Un attraversamento pedonale, taglia in due i primi 2,5 km, non è il massimo, ma ci si può accontentare, meno gradevoli le catene, ad ogni accesso della ciclabile.
Alle 17.30 mi sono fatto tutta la sgambata al sole (la mattina credo sia all'ombra), che in questo periodo giova alla tintarella, sono comunque presenti numerose fontanelle. 
Il ritorno a casa, dopo un paio di chilometri, è tutto in discesa.... niente male.
Nella speranza che questo nuovo spazio, ancora poco frequentato, rimanga come oggi io l'ho visto, mi sento di consigliarlo a tutti i runner che possano utilizzarlo agevolemente, insomma una volta veniteci a correre.
Andata e ritorno sono quasi 11 km, una distanza più che dignitosa.
Ac..correte gente, ac..correte!!!



Dean Karnazes

"Corro perché se non lo facessi sarei pigro e triste e spenderei il mio tempo sul divano. Corro per respirare l'aria fresca. Corro per esplorare. Corro per sfuggire l'ordinario. Corro... per assaporare il viaggio lungo la strada. La vita diventa un po' più vivace, un po' più intensa. A me questo piace."

Play List

"The Winner Takes It All" by Abba (suggerita da Lucia su facebook/run is now)




I don't wanna talk
about the things we've gone through
though it's hurting me
now it's history
I've played all my cards
and that's what you've done too
nothing more to say
no more ace to play

The winner takes it all
the loser standing small
beside the victory
that's her destiny

I was in your arms
thinking I belonged there
I figured it made sense
building me a fence
building me a home
thinking I'd be strong there
but I was a fool
playing by the rules

The gods may throw a dice
their minds as cold as ice
and someone way down here
loses someone dear
the winner takes it all
the loser has to fall
it's simple and it's plain
why should I complain

But tell me does she kiss
like I used to kiss you
does it feel the same
when she calls your name
somewhere deep inside
you must know I miss you
but what can I say
rules must be obeyed

The judges will decide
the likes of me abide
spectators of the show
always staying low
the game is on again
a lover or a friend
a big thing or a small
the winner takes it all

I don't wanna talk
if it makes you feel sad
and I understand
you've come to shake my hand
I apologize
if it makes you feel bad
seeing me so tense
no self-confidence

But you see
the winner takes it all


www.runtec.it

10 consigli sull'alimentazione del runner

  

 

Esistono alcune regole da seguire nell'alimentazione di un runner e oggi sono certe e validate dalla scienza alimentare e dalla medicina in generale.


# 1: alimentazione variegata ed equilibrata
Bandite l'idea di ridurre drasticamente i carboidrati o di mangiare solo proteine; la cosa più importante è ricoprire la totalità dei bisogni vitaminici e minerali. Non dimenticate per nessun motivo di bere almeno due litri di acqua al giorno e se dovete diminuire l'assunzione di calorie aumentate le porzioni di frutta e verdura e di quegli alimenti che aiutano a ridurre l'assimilazione degli altri, fra i più noti: limone, ananas e tè verde.
#2: mangiate di frequente e ad orari regolari
Non permettete all'ormone del cortisolo di bruciare massa muscolare e aumentare il giro vita: non sottovalutate di mangiare carboidrati complessi a colazione e non rimanete digiuni per più di quattro ore. E all'insegna di questa regolarità non dimenticate di dormire almeno 7/8 ore per notte.
#3: bere, bere e ancora bere...
Prima e dopo la corsa bere regolarmente è il miglior modo per evitare la disidratazione. Bisogna idratarsi prima, durante e dopo gli allenamenti o le competizioni di running. Il livello di idratazione è fondamentale su performance e tempi di recupero. Non fissatevi con gli integratori, la bevanda per eccellenza deve essere l'acqua naturale, se proprio ci tenete con l'aggiunta di un po' di succo di frutta ed un pizzico di sale! Se volete rimanere sempre idratati e magari differenziare i liquidi da ingerire durante le gare vi consigliamo di utilizzare una pratica cintura portabottiglie.
#4: la colazione è la marcia in più!
Troppi di noi ancora aumentano i pasti serali rispetto al peso delle giornate lavorative. Nulla di più sbagliato! Iniziate con una abbondante colazione e sarete sempre magri e performanti: gli apporti di glucidi e di proteine della colazione condizionano tutto lo svolgimento della giornata. Se gli apporti sono troppo scarsi, la vigilanza, l’attenzione e la concentrazione crolleranno, anche a causa dell’ipoglicemia.
#5: frutta e verdura a volontà!
Inutile a dirsi hanno pochissime calorie, ma ricoprono gli apporti nutrizionali di vitamine e minerali che avranno un impatto diretto sulla buona assimilazione degli alimenti. E inoltre sono ricchi di fibre che facilitano il transito intestinale, la digestione e l'assimilazione delle calorie degli altri alimenti.
#6: mangia qualcosa un'ora prima di allenarti!
Una piccola merenda possibilmente con carboidrati complessi e vitamine interverrà sempre positivamente nella performance. Un’alimentazione insufficiente potrà comportare ipoglicemia e conseguente iperaffaticamento, giri di testa e problemi di fiato. E ricordatevi di bere anche prima di avvertirne lo stimolo e con costanza.
#7: non saltate i pasti!
L'energia per i runners va regolarmente rinnovata! Scordatevi di eliminare i carboidrati che sono gli alimenti che apportano buona energia e sono ricchi di glucidi complessi. Se ne siete golosi tenete in considerazione che se mangiate carboidrati entro le due ore successive all'allenamento ne assimilerete un numero di calorie inferiori!
#8: non ascoltate chi dice che non bisogna bere durante lo sforzo!
L’idratazione e l’alimentazione durante l'allenamento running sono fattori fondamentali per evitare la disidratazione, una diminuzione di energia e una possibile riduzione di performance! Acqua, sodio e glucidi sono vostri alleati!
#9: attenti però a non sbagliare bevanda!
L’alcol è vietatissimo ai corridori. Non soltanto per le calorie che apporta a tradimento, ma perché riduce le capacità fisiche e aumenta le tossine che l’organismo dovrà eliminare. Inoltre accelera la disidratazione e modifica le capacità di regolazione della traspirazione. Fate attenzione perché può anche creare un effetto doping!
#10: il recupero è fondamentale!
Ormai è noto che il recupero è importante al pari dell'allenamento; il deallenamento provocato da iperallenamento è molto diffuso mentre dopo ogni sforzo fisico, il corpo ha bisogno di ritrovare il proprio equilibrio per le perdite idro-elettrolitiche e rinnovare le riserve energetiche, preziose per la ripresa dell’allenamento e il buon mantenimento della sana e magra massa muscolare.

Tratto dal sito www.runtec.it

giovedì 19 giugno 2014

Runners: l'Ipocondriaca.




Giacchè il parco è abitato da mostri volanti pericolosissimi, occorre cospargersi le parti esposte all'aria con una pomata ai fiori di piretro per stecchire a distanza zanzare tigre, vespe coccodrillo e tafani pirana. Se si esce nelle ore in cui il sole fa il suo sporco lavoro, cioè tirare raggi uva all'impazzata su qualunque cosa si muova, asciugata la mano di insetticida, è la volta di un composto della nonna a base di carote, patate, latte e aceto. La vestizione si compone di: scaldamuscoli opportunamente modificati in cui allocare Voltaren, Moment e mercurio cromo. Quindi polsini da tennis perchè così si sente Wonder Woman, fascia elastica sulla fronte che fa da barriera a quanto di chimico e letale può colare giù dritto negli occhi, occhialoni contro la fottuta stella di cui sopra, mascherina anti smog e anti qualsivoglia essere invisibile ad occhio nudo ballonzoli nell'aria, cerottino dilata-narici e bottiglietta di pozione di sali magici. Tra un mp3 e l'altro l'ipod gli spara il mantra "fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene...".


Testi e disegni di TheHandwww.thehand.it
Nasce un bellissimo progetto di un libro illustrato sul mondo dei runners.


mercoledì 18 giugno 2014

Il mattino ha l'oro in bocca...

 
"Il mattino ha l'oro in bocca" *

Mentre scendo quei quattro gradini dell'androne di casa mia, dai vetri del portone del condominio, vedo il grigio chiaro dell'asfalto del marciapiede puntellarsi rapidamente di una tonalità più scura, tanti piccoli cerchi si affiancano e calpestano tra loro, sta piovendo!
Sono le 06:00, è tanto che non vado a correre così presto. Il cielo è un misto di azzurro e grigio, nuvole sparse  si rincorrono in un vortice. Ho poca voglia nelle gambe e anche meno nella testa. L'aria non è calda e nemmemo fredda, direi "cotta" al punto giusto. Come sempre fisso il mio gps in attesa di un satellite di passaggio, ma del segnale neanche l'ombra, saranno tutti ancora dall'altra parte della Terra a guardare i mondiali. Passo davanti alla porta aperta del laboratorio del forno, odore di pane caldo e pizza e una canzone dei Negramaro di sottofondo. Il semaforo in fondo alla strada è verde per i pedoni, rallento un po' nella speranza che il mio orologio si metta a funzionare. Arrivo al solito "punto di partenza" e mi rassegno, garmin o no, è ora di correre. Testa bassa, un minimo di concentrazione. Un passo e poi un altro e alla fine ti ritrovi a correre e improvvisamente ti rendi conto che ti piace, che alla fine, come sempre, la cosa più difficile è cominciare. La pioggia diventa più insistente e anche questo mi piace. Sotto le mura vaticane i venditori di ombrelli sono già sul "pezzo". Provo per la prima volta su strada un paio di Mizuno Wave Laser. Le trovo più secche rispetto alle mie solite Nimbus 15, ma devo dire che mi danno un piacere inaspettato, sembra come guidare una macchina leggermente più frizzante rispetto alla solita station wagon. All'incrocio tra via Cola di Rienzo e via Cicerone un signore con il motorino, nonostante abbia smesso di piovere, pensa bene di "spalmarsi" a terra, mi fermo e gli do una mano.... peccato per lui e per il suo motorino, anche per me... stavo andando a un bel ritmo, ma oggi poco importa. Nella mente studio il percorso, indeciso tra Caracalla e Villa Borghese opto per quest'ultima e a piazza del Popolo invece di svoltare a destra verso via del Corso, mi arrampico sulla salita/discesa del Pincio. Nella testa Francesco mi urla di darmi da fare sulle salite... non sono proprio il mio forte. Arrivo in cima a questa agonia che ansimo come una locomotiva a vapore, un cane senza guinzaglio mi salta addosso per farmi le feste e quasi mi fa venire un infarto.... 'cci sui!! Abbasso il ritmo e mi concedo il panorama. Roma è davvero bella!!
Da via Sistina a via del Corso mi rendo conto che la città si sta svegliando, sono quasi le sette e credo sia ora di tornare a casa. Studenti in giro pochi, oggi hanno gli esami e ancora si godono il tepore di casa.
Jack Torrance
Via del Corso m'invita ad allungare, mi sento bene e spingo sull'accelleratore. Nessuna sensazione negativa, la gara di sabato ormai è alle spalle, sono sempre più consapevole che senza la testa il corpo va da poche parti. Dalla parte del Vaticano i pellegrini cominciano ad inondare San Pietro con i loro colori, è giornata d'udienza Papale, il sole si affaccia timido e spero per loro che duri più allungo possibile. Concludo i miei 12 km in 57 onestissimi minuti. Mi sembra come essere uscito dal mar rosso poco prima che le acque si richiudano alle mie spalle, ora dietro di me, tutto è rumore e confusione. Sono soddisfatto! 
Apro la porta di casa e dico a mia moglie.... 
"Moira, tesoro, sono a casa!!".



* L'originale inglese è il proverbio "All work and no play makes Jack a dull boy", che tradotto in italiano significa "Solo lavoro e nessun divertimento rendono Jack un ragazzo svogliato".
Stanley Kubrick, il regista di Shining, ha girato quella scena usando diversi dattiloscritti a seconda delle lingue in cui il film è stato tradotto. Decidendo lui stesso per "Il mattino ha l'oro in bocca" per la versione italiana.

martedì 17 giugno 2014

"Strategie!!" di Simona Vecchi


  

"I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sè stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci .... Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi,quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro..." (fonte: La solitudine dei numeri primi di paolo giordano)
 

Non so perché mi è tornato in mente questo libro qualche settimana fa mentre i miei compagni di corsa, davanti ad un Lagrein del 2009, parlavano di numeri e delle loro strategie durante la gara:
5+5+5+5...
7+7+7+......
10+10+10+...
-2  -5 -10 -15...
poi, tornata dal brennero, mi sono informata... le chiamano "strategie" mentali per il raggiungimento della peak performance, da utilizzare soprattutto durante le maratone o i lunghi percorsi. Si suddivide  il percorso in micro obiettivi per rendere meno stressante la gara e impedire alla mente di fare operazioni tipo: mancano ancora 40 km!
La parola strategia da sola mi terrorizza, essendo da me lontanissima l'idea di poter pianificare, non ci sono riuscita con la vita... figuriamoci con lo sport. Forse per questo motivo non mi sono ancora lanciata seriamente in una maratona, ne parlo ormai da mesi, ma non c'è concretezza nelle mie parole. Eppure quando la mia amica brasiliana mi disse: "Simmona, dobbiamo fare insieme la maratttona di Rrrroma" (non sono errori ortografici..), io ci ho creduto veramente, mi sono dedicata all'ascolto del mio corpo che per anni ho trascurato, ho chiesto alla mia irrazionalità di fermarsi un attimo, di concedermi una pausa dall'idea dei limiti, ho ripreso ad ascoltare, dopo tanto tempo, la voce di altri, uomini, donne, compagni di corsa. ho dato fiducia.
Ma non basta...serve fatica, impegno, costanza, determinazione, follia, amore, dedizione, tempo, e in ognuna di queste cose io ho trovato una scusa per non provare.
La parola strategia mi terrorizza... i numeri mi innervosiscono, e infatti nei miei lunghi le strategie non funzionano, mi ricordano vagamente il senso del dovere e allora devo correre lontano con la mente, come alla cortina-dobbiaco. A destra guardo le montagne e quel sentiero che si arrampica fino in cima e mi vengono in mente le arrampicate estive con il primogenito sulle spalle, faticando e raccontando storie infinite; giro lo sguardo a sinistra e vedo i boschi, e penso ai funghi, alle ore trascorse a ritrovare i preziosi  porcini, agli zaini stracolmi di funghi segretamente raccolti; poi abbasso lo sguardo e sento l'acqua di un fiume scorrere sotto i miei piedi e la mia mente corre su una canoa gialla e ai brividi che attraversavano il mio corpo, e infine mi giro e al mio fianco vedo un caro amico che non molla lo sguardo dalla mia corsa.
Questa è la mia strategia... e infatti la mia prima maratona non l'ho ancora corsa.
AAA cercasi mental coach...
Simona
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