sabato 31 maggio 2014

"Corro perché..." di Claudio Lemma


Corro perché sono un sognatore. Sempre un passo dietro la mia ombra, ho il desiderio celato, un giorno, di riuscire a raggiungerla. Illuso? Forse, ma mi sento vivo e sfido la strada, che accoglie le mie falcate leggere. Nei miei respiri affannati si frantumano i cattivi pensieri, i loro resti si disperdono nel vento, poi sulla via, dietro di me. Vivo il dono della corsa ogni giorno come fosse l'ultimo, un passo dietro l'altro. Non curante di ieri, sudo il presente ed incrocio le dita perché il domani mi possa ancora regalare la gioia bambina di un paio di scarpe da consumare. A quelli che non hanno voglia, ma possono correre, dedico la mia utopica rincorsa, perché si sveglino un giorno dal torpore del corpo e mi seguano in questa pazzia. A quelli che di voglia muoiono, ma un destino beffardo glielo impedisce, dedico invece la mia corsa vendicativa, ed una promessa: offrirò al destino, per ogni loro desiderio realizzato, lo scalpo della mia ombra il giorno in cui l'acciufferò.



"Claudio, troppo bella questa citazione per essere solo un commento. Grazie".
Tratto da www.runningforum.com

"Correre" di Daniela Lelj

Correre... si perché io la vedo così, con il verbo all'infinito. L'ho sempre fatto, anche da giovanissima, una cosa naturale che, a dispetto di molte opinioni, mi ha sempre divertita.  
Poco meno di un anno fa decido di dare un obiettivo alle mie uscite..e mi metto a cercare una società per poter gareggiare, per potermi misurare. Tanti anni di nuoto anche a livello agonistico, tanti sport nella mia vita e chi lo ha sempre fatto sa che è difficile smettere.  Nessun consiglio, nessun amico di corsa qui a Roma, e punto il dito guidata solo dall'istinto. Nome? Colore? Forse! Ed eccomi tra i ramarri. Continuo a ripetermi che in quel giorno il mio istinto è stato impeccabile. È bastata una telefonata con il Presidente per confermare la mia scelta. Si è aperto davanti a me un mondo bellissimo e ho conosciuto persone davvero speciali. Non mi soffermo su questo, potrei essere banale, tutti i ramarri conoscono il calore e l'accoglienza del gruppo. Però voglio dire che per me è stata la prima volta che ho condiviso con l'"altro" questa splendida passione per la corsa. E si perché per me correre è una passione che vivo prima di tutto in solitudine, è sentire la mia anima, sentire le gambe che attraverso i piedi entrano in contatto ritmico con la terra, sentire sul viso l'aria che respiro, guardare con gli occhi il mondo che scorre e lasciare fluire il pensiero liberamente, senza filtri. Libertà! Si, correre per me è libertà, lasciar scorrere. Oggi però posso dire di aver imparato che correre è anche fiancheggiare qualcuno, sostenerlo o essere sostenuto, basta un gesto, un sorriso, nessuna parola e, senza sapere nemmeno il nome dell'uno e dell'altro, essere felici di tagliare un traguardo insieme! 
Auguro a tutti di vivere questa bellissima avventura che si chiama "correre".

Runners: la Scotchata



La nuova frontiera della fisioterapia fai-da-te si chiama "taping" e lei racconta di essere stata una delle prime a saperlo, grazie ad un'amica d'oltreoceano. Infatti i primissimi cerotti contro il dolore glieli ha spediti proprio costei dagli Stati Uniti, dove sono sempre avanti, qualche anno fa, quando in Italia gli unici conosciuti erano solo e soltanto quelli color prosciutto cotto, che si staccano dopo 5 secondi, ma i peli te li portano via comunque. Mal di schiena, torcicollo, tendiniti, colpo della strega, botta del mago, gomito del tennista, polso del pallavolista, caviglia del pingpongaro, contrattura del pizzaiolo... sono solo un vecchio ricordo. E allora mentre sei lì che riprendi fiato lei ti passa accanto canticchiando "Balotelli uno di noi" e rallenta perchè tu veda le sanguisughe 2.0 a colori che si è appiccicata qua e là. Poi prosegue come una mummia arlecchino che, strafatta d'oppiacei a rilascio graduale, ha sconfitto il dolore e può inserire il turbo.
 
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Play List


There are times when I don't know where I stand (oh, sometimes)
You make me feel like I'm a boy and not a man (oh, sometimes)
There are times when you don't give me a smile (oh, sometimes)
I lie awake at night and worry for a while (oh, oh)

It's OK 'cause I know
You shine even on a rainy day and
I can find your halo
Guides me to wherever you fall
If you need a hand to hold
I'll come running, because
You and I won't part till we die
You should know
We see eye to eye, heart to heart.

There are times when I cry 'cause you shed no tears (oh, sometimes)
Your mind's so far away but your body's right here (oh, sometimes)
There are times when I just walked out your door (oh, sometimes)
And thought I'd never get to see you anymore (oh, oh)

It's OK 'cause I know
You shine even on a rainy day
And I can find your halo
Guides me to wherever you fall
If you need a hand to hold
I'll come running, because
You and I won't part till we die
You should know
We see eye to eye, heart to heart.

Woah... woah...
Oh sometimes
Woah... woah...

Wherever you fall
If you need a hand to hold
I'll come running, because
You and I won't part till we die
You should know
We see eye to eye, heart to heart.

I can find your halo
Guides me to wherever you fall


venerdì 30 maggio 2014

Overtraining

Correre è bello!! Confessiamo però che ci sono periodi in cui proprio non ci va.
La sveglia che suona per ricordarci che dovremmo uscire, noi che invece vorremmo scagliarla al muro alla velocità del suono.
Ci sono giorni che... di correre proprio non ci va.
Subentrano però altri fattori che ci spingono ad alzarci, indossare la nostra tenuta da runner (vestizione!!) e poi inforcare la porta di casa e scoprire come il mondo all'esterno sia cambiato. Ci appelliamo al senso del dovere, della disciplina, alla tabella da seguire come la parola del Signore. Insomma, capita di andare a correre per motivi che nulla hanno a che vedere con la passione. L'unica cosa certa è... che certe volte ci sono giorni che... di correre proprio non ci va.
Perché??! Eppure fino a qualche giorno prima, il sole si muoveva sulla sua eclittica, solo per scandire i ritmi del nostro allenamento.
Forse siamo vittime dell'Overtraining???! Potrebbe essere.
L'overtraining, facilmente intuibile, è una sindrome da carico di lavoro eccessivo che la passione, quindi la mente, non è più in grado di sostenere, bisogna fermarsi e integrare l'allenamento con almeno uno o due giorni di riposo assoluto a settimana. 
Come caricate la batteria del vostro cellulare, di tanto in tanto, ricaricate anche le vostre pile biologiche. Fermarsi un po' per ripartire di slancio. 
Il sovraccarico di lavoro porta con sè uno stato di stress psicofisico che non bisogna sottovalutare, può portare addirittura alla staleness syndrome (rifiuto ad allenarsi), con conseguente peggioramento delle prestazioni atletiche e del benessere fisico, un runner in overttraining è più soggetto ad infortunarsi rispetto ad un'atleta riposato. 
Più di un corridore su due, nell'arco della sua carriera (agonistica e non) viene colpito dalla staleness syndrome.
Come accorgersi se siamo in stato di overtraining?! Semplice... le prime sensazoni sono spesso le più corrette.
Se per un periodo medio lungo vi accorgete che le vostre prestazioni sono irrimediabilmente peggiorate, se siete soggetti a dolori muscolari associati a sensazioni di affaticamento, se vivete uno di depressione sportiva, sia psicologica che fisica, se avete disturbi del sonno e improvvisa perdita di peso, se avete la frequenza cardiaca più alta del solito...beh potreste essere in sovraccarico di lavoro. 
Per appurare con certezza il nostro momento di defaillance, è inoltre possibile effettuare delle semplici analisi cliniche e constatare livelli di testosterone ed ematocrito bassi, emoglobina ai minimi storici e cortisolo in eccesso. Il passo successivo sarà quello di rivolgersi ad un medico e riposare. 
Fortunatamente, per noi amatori della corsa, il problema ricade principalmente sugli atleti professionisti soggetti a carichi di lavoro decisamente diversi dai nostri, visto che ogni tanto anche noi ci spingiamo oltre, è giusto saper riconoscere certi campanelli d'allarme. 
Nel frattempo, io, mi vado a riposare... 


Tutti al mare... tutti al mare...

 
L'overtraining

Runners: il Rocky


"Il mondo è fatto a scale, c'è chi le scende e c'è chi le sale". Ma a lui interessa solo la seconda parte del noto proverbio e poco importa quanti siano i gradini o quale altezza si raggiunga, perchè anche un muretto diroccato o una cassa di legno può andar bene per lo scopo: concludere l'allenamento stremato, far esplodere un doppio orgasmo nelle lonze che ha al posto dei polpacci e alzare le braccia al cielo, sognando un monumento in bronzo a memoria delle sue imprese, proprio come quello eretto a Philadelphia per Balboa. Quando è in trasferta in luoghi che conosce poco gli piace spingersi oltre il limite e, convinto di trovare la scalinata perfetta, corre e si addentra in ogni dove fidandosi solo del suo "infallibile" istinto. Puntualmente si perde e rientra alla base dopo ore e ore di giri a vuoto con le lonze di cui sopra scoppiate.


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Play List


Tu quell'espressione malinconica
e quel sorriso in più, ma cosa mi fai?
Stai così vicino, così immobile parla qualcosa,
non ti ascolto ma...
i maschi disegnati sui metrò
confondono le linee di Mirò
nelle vetrine, dietro ai bistrot
ogni carezza della notte è quasi amor
i maschi innamorati dentro ai bar
ci chiamano dai muri di città
dalle vetrine, dietro ai juke-box
ogni carezza della notte è quasi amor
tu sotto la giacca cosa avrai di più?
quando fa sera il cuore si scatena
mi va e sulle scale poi te lo darò quello che sento,
parlami ancora un po'...
i maschi disegnati sui metrò
confondono le linee di Mirò
nelle vetrine, dietro ai bistrot
ogni carezza della notte è quasi amor
i maschi innamorati dentro ai bar
ci chiamano dai muri di città
dalle vetrine, dietro ai juke-box
ogni carezza della notte è quasi amor
i maschi innamorati come me,
ai maschi innamorati come te
quali emozioni, quante bugie,
ma questa notte voglio farti le pazzie!
Ai maschi allucinati come me
non è mai ora di dire addio tutta la notte voglio farti ancora mio!
ai maschi innamorati come me....

giovedì 29 maggio 2014

"Il parere dell'esperto" di Francesco Sammarco

Correre?! Non solo...
Certo è una cosa semplice, istintiva e gratificante, al punto di scatenare un turbine di endorfine!! Diciamoci la verità però, dopo anni in poltrona, davanti al pc o al televisore, conditi da mangiate di tutto rispetto, non credete sia onesto e rispettoso, per il nostro apparato muscolo scheletrico, prepararsi al meglio con una corretta preparazione atletica, una sana alimentazione bilanciata e soprattutto, saper riconoscere i nostri limiti psicofisici, per poter affrontare in salute la nostra bellissima esperienza di nome corsa? Direi proprio di si!
Certo se correre per voi, significa la corsetta della domenica, di certo va bene non esser così miticolosi, ma se i nostri obiettivi sono ben più ambiziosi,  è obbligatorio porre l'accento su quanto detto sopra.
Spesso nella mia professione di fisioterapista e di runner, mi confronto con atleti a vario livello, la cosa più comune a tutti è che, ben pochi, tengono in considerazione il fatto di dedicare una sessione di allenamento al potenziamento muscolare. Nello specifico mi riferisco agli esercizi "pliometrici".
Un buon controllo dei muscoli del tronco, unitamente a una rieducazione posturale con esercizi respiratori, di certo, oltre a migliorare le nostre prestazioni, aiutano a prevenire gli infortuni.
Infine, un bravo nutrizionista, saprà indicarvi un giusto approccio alimentare, altro fattore da tenere ben sotto controllo... ma di questo parleremo più avanti.

Giusto sapere che....

Soglia di van Aaken

I primi rudimenti tecnici sulla corsa datati anni '50, prevedevano che lo sviluppo del sistema cardiovascolare fosse il fattore principale della crescita sportiva di un' atleta. Successivamente tale teoria fu accantonata o meglio evoluta.
Negli anni sessanta il "Doctor Running" Ernst van Aaken ( http://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_van_Aaken), convinto sostenitore della teoria per la quale un allenamento tenuto su ritmi troppo alti fosse deleterio per il corpo di un'atleta, a causa dell'eccessiva produzione di acido lattico, decise di proporre una metodologia di lavoro su ritmi pari al 50/60% delle proprie possibilità, in funzione alla preparazione di grandi distanze. Un runner in condizioni di salute migliori è un runner più forte.
In parole povere, la soglia di Van Aaken è il punto oltre il quale il fiatone non consente più al corridore di chiacchierare. Non è ancora la soglia anaerobica, ma è ben oltre la soglia aerobica. Quel punto dove il corpo ancora non produce acido lattico.
Esempio metodo van Aaken:




  • 2000 metri corsi in un tempo 2 minuti inferiore al migliore personale con un recupero di 3-5 minuti al passo



  • 3000 metri corsi in un tempo 3-4 minuti inferiore al migliore personale con un lungo recupero
  • 1 o 2 ripetizioni di una serie di 10x350 metri di corsa lenta, con pause di 50 metri al passo
  • 2000 metri corsi in un tempo 2 minuti inferiore al migliore personale
  • 5 serie di 350 metri ciascuna a velocità controllata
  • 2000 metri corsi in un tempo 2 minuti inferiore al migliore personale
  • (Fonte Wikipedia)

     

    Daniele, Alessandra e Salvatore

    Giorni fa vi raccontavo di come, la mia "malattia" per la corsa, fosse diventata contagiosa. Nel raccontare ad altri cosa sto vivendo da quando corro, tre runners in erba, hanno deciso di seguire le mie orme. Onorato di questa fiducia, mi sono profuso in suggerimenti e tabelle, corsa e dieta. Mi sono documentato e gli ho suggerito di seguire quello che fu il mio cammino anni prima.  
    La nostra cara Alessandra al momento è ferma ai box per un piccolo infortunio; brama la corsa e presto tornerà in pista.
    Daniele proprio questa mattina ha demolito il test del moribondo. A distanza di due mesi è mezzo...pensa un po', chi l'avrebbe mai detto?!?!? 
    La cosa che più mi soddisfa però, è vederlo completamente impazzito per la corsa,  le due taglie perse e i chili buttati giù, sono solo un fattore secondario di questo cammino. 
    Salvatore è ancora alle prese con gli step, ma corre e cammina per più di un'ora e per più di 10 km, ha perso quasi 5 kg in un mese scarso e veleggia serenamente in mare aperto.
    Tutti e tre hanno avuto risultati ottimali. Il segreto del loro successo è stata la determinazione che hanno messo nei primi giorni, quella voglia di sognare un risultato, al resto ha pensato la corsa. Hanno cominciato per dimagrire e credo che i motivi che spingano ad iniziare contino poco. Ora non pensano più a quello, pensano a dove potranno arrivare continuando a correre. Questo è quello che conta, almeno secondo il mio punto di vista.
    Da un certo punto di vista l'invidio un po'. Invidio quel bagno di entusiasmo che percuote l'essere umano dopo ogni corsa, soprattutto all'inizio, non c'è ancora quello stato di assuefazione da endorfine che coglie il runner con il passare del tempo. 
    Nel frattempo il gruppo continua ad allargarsi...

    Runners: la Trasognata


    Più che per correre lei va al parco per sorprendersi della meraviglia del creato. Annoterà infatti in serata sul diario quante lumache ha evitato di schiacciare durante il percorso, quante farfalle ha inseguito col naso per aria, quanti cani etc etc... Rischia in continuazione di dare sonore craniate a pali e ad alberi o di sparire per sempre in fiumi e burroni, ma un fantomatico sistema di sensori, analogo a quello che fa oscillare i tossici senza farli mai stramazzare al suolo o finire sotto il treno in arrivo, la preserva dal pericolo.

     

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    "A perdifiato" di Mauro Covacich

    pag. 26


    "Vorrei dire: La maratona è un'arte marziale. Chi la corre compie una scelta estetica, non una sportiva. Lo sport non c'entra niente. Vorrei dire: Resistere alla più alta velocità possibile per una strada così lunga è la cosa più bella che una mente umana possa produrre. La mente non è il cervello, la mente è il sistema del corpo che pensa. La mente è la rete in cui il mio avampiede, il mio cuore, il mio glicogeno, i miei desideri, la mia memoria, tutto me stesso dialoga con tutto me stesso e con tutto ciò che dall'esterno modifica o può modificare me stesso. Ecco, il mio corpo che pensa, raggiunge il più alto grado di bellezza nella maratona. Credo che ciò varrebbe anche se sapessimo volare"

    mercoledì 28 maggio 2014

    "Fuori Tema" di me



    Vengo a vivere con te 
    lo sai mi sono innamorato 
    e la vita è troppo corta 
    e non possiamo perdere tempo 
    o forse è proprio il tempo 
    che non può perdere noi 
    Vieni a vivere con me 
    sai quante cose potremmo fare 
    tu potresti suonare il piano 
    mentre io spalmo la maionese 
    potrei spalmartene un po' sul collo 
    e leccandoti far tremare Bach 

    Contro la noia della TV 
    guardare solo la pubblicità 
    gli spettacoli quelli no 
    quelli li faremo noi 
    e poi dopo aver fatto il bagno 
    correre al cinema a vedere un film 

    Potremmo essere felici e fare un mucchio di peccati 
    potremmo essere felici e a volte un poco disperati 
    potremmo dirci certe cose da fare accapponare la pelle 
    potremmo fare certe cose che ci fucilano alle spalle 

    Poi potremmo studiare il modo 
    per vivere senza lavorare 
    studiare l'ora per andare al mare 
    decidere per chi votare 
    andare in centro con la bicicletta 
    la bicicletta trallallerullà 

    E imparare a ballare il tango 
    che nella vita serve sempre 
    parlare un'ora del colore 
    per ridipingere il soffitto 
    e poi nel silenzio abbassare gli occhi 
    cercando nuovi angoli da baciare 

    Potremmo essere felici fare un mucchio di peccati 
    potremmo essere felici e a volte un poco disperati 
    potremmo dirci certe cose da fare accapponare la pelle 
    potremmo fare certe cose che ci fucilano alle spalle

    Runners: il Gufo


    Stramba e variegata la fauna dei runners notturni, tanto quanto quella diurna. Uso non a caso il termine "fauna" perchè è proprio inquadrando questi runner come animali, che se ne delineano carattere e peculiarità. Per chi crede nella reincarnazione è una vera e propria riscoperta di se stessi e delle vite precedenti da bestia. Per gli altri si tratta di istinti e sensazioni primordiali, abbandonate lungo la metamorfosi evolutiva, che riaffiorano grazie ad un odore, un rumore o una sorta di regressione autoindotta. Ma veniamo al nostro gufo, apripista della categoria "runners in the dark". Inforcato il frontale che gli garantirà la via luminosa da seguire, si appiccica catarifrangenti un po' ovunque, per evitare che una fottuta macchina lo asfalti. Esce di casa sperando di non incrociare vicini nelle scale, visto che lo hanno già etichettato come srotellato, soprattutto se nella foga di vestirsi ha involontariamente già acceso il terzo occhio. Nel percorso che va da casa al parco riprova la gioia del bimbo vestito da supereroe, sospeso tra Paperinik e Batman. La goduria vera però inizia quando taglia l'oscurità, tra siepi ed alberi, meravigliandosi della moltitudine di insetti volanti di ogni forma e taglia che si accapigliano per entrare nel suo cono di luce e fargli ciao, come le caprette con Heidi.


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    L'importanza di chiamarsi Ernesto

    Giorgio Calcaterra
    Proprio così!! Certe volte le origini di un nome possono fare la differenza. La provenienza di una casata è una tappa, anzi una direzione, che può modificare il corso stesso della vita. 
    Il made in Italy, tanto apprezzato all'estero, anche se ultimamente in crisi perché troppo spesso umiliato sull'altare dell'economico CE (China's Economy), non sempre si può definire una formula vincente. 
    Mi domando però se la colpa sia italiota o no? E' il cattivo che crea l'eroe o viceversa?? Batman sarebbe Batman se non ci fosse Joker?! Forse si e forse no. Questo è un discorso opinabile e adattabile allo sport. La motogp sarebbe tale se non ci fosse stato Valentino Rossi? Ai posteri sentenziare. 
    Sabato scorso i riflettori del mondo si sono accesi sul Real Madrid, squadra di calcio, che per la decima volta nella storia (record eccezionale), vince la Coppa dei Campioni. Giornalisti e giornalai ne hanno parlato e straparlato, da Pechino a New York l'unico argomento sportivo di rilievo è stato questo.
    Beh, non è così!! 
    Proprio qui in Italia, un ragazzo italiano, ha compiuto un gesto straordinario, andando a vincere per la nona volta consecutiva un'ultra-maratona. Non una qualsiasi (se così si può definire una gara del genere), ma il famigerato "Passatore". 100 km di appennino tosco emiliano. Ovviamente le cronache sportive hanno relegato la notizia nelle ultime pagine dei giornali, o addirittura nelle edizioni dei giorni successivi. Non è per polemizzare, capisco che il calcio muove la passione di milioni di sportivi (calcio e sport è un binomio che non comprendo, il calcio è un gioco non uno sport), però in un paese come il nostro dove si fatica per mettersi in mostra al mondo, quando ciò accade, noi ce ne freghiamo! Se Giorgio Calcaterra da Roma, si fosse chiamato George Treadearth da New York, la notizia delle sue vittorie avrebbe echeggiato nell'eternità, al pari di campioni come Michael Phelps o Usain Bolt. Il nostro Giorgio, che puoi incontrare mentre corre per i sentieri di Villa Pamphili come un qualunque essere umano, ha "solamente" vinto 2 campionati del mondo di ultra maratona (ha vinto più titoli mondiali di Messi e Cristiano Ronaldo messi insieme) ed ha una serie di record su tempi e numeri di maratone corse da far impallidire un morto (fonte wikipedia). Tra le tante domande che mi pongo, mi chiedo, come sia possibile che colossi dell'abbigliamento sportivo come Nike, Asics, etc. etc., non coprano d'oro questo ragazzo, portandolo in giro per il mondo in rappresentanza di un movimento che annovera tra le sue file milioni di praticanti, amatori e impazziti del running.  Misteri dello sport!!
    Per il momento, noi, ci teniamo stretto questo bravo ragazzo, campione del mondo e simbolo di uno sport povero e pulito, ringraziandolo per le emozioni che ancora oggi è in grado di regalarci.

    "Ieri alle 15 sono partito da Firenze come faccio ormai da nove anni. Una gara che ho cominciato a fare per sfida, ma che ora è diventato un grande amore. Come sempre tanti dubbi, non mi sento mai sicuro, so che i problemi in una 100km sono sempre dietro l’angolo. I primi km questa volta sono stati facili, correvo con buone sensazioni. Più o meno fino al quinto km ero in testa, poi L’Ucraino che davo per favorito ha preso il via. Io ho provato quasi un senso di sollievo, ho pensato che si stesse “distruggendo” da solo. Ho continuato al mio passo senza forzare. Poi circa al 21km ho raggiunto Glyva, era stato fin troppo facile, ho pensato che fosse stato lui ad aspettarmi. Per circa 15km abbiamo corso insieme, poi ha preso il via e io sono andato in crisi, proprio lì dove gli altri anni spingevo a tutta per cercare di raggiungere il Passo della Colla. È stata dura  accettare quella crisi, una crisi profonda, ho cominciato a correre anche a 5′ 50″ al km. Il ragazzo in testa guadagnava minuti su minuti e ad un certo punto anche Herman mi ha raggiunto e staccato in pochissimi metri.  La crisi è continuata anche in discesa, non riuscivo a spingere,  era una corsa senza energia. Mi ripetevo di voler cercare di resistere che il terzo posto sarebbe stato più che onorevole, ma se mi avessero raggiunto altri atleti mi sarebbe andato bene, l’importante era arrivare. Poi notizie della crisi dell’Ucraino e dell’ottima corsa di Herman che continuava a guadagnare minuti su di me. All’incerca  ottantesimo km la svolta, ho sentito un guizzo di energia, ho provato ad aumentare ed è andata bene, il distacco da Herman è cominciato ad assottigliarsi,  ho cominciato a crederci e circa al 93 km c’è stato il sorpasso, a quel punto ho rallentato e ho cercato di godermi gli ultimi km. Gara sofferta, come non doveva essere, tempo alto, peggior tempo degli ultimi nove anni, ma tanta gioia… GRAZIE DI CUORE A TUTTI QUELLI CHE HANNO CREDUTO IN ME." (tratto dal sito http://www.giorgiocalcaterra.com)

    Bravo George.

    Foto by fotofhania
     

    Spazio Ultima Frontiera

    Diario del Capitano, data stellare 9013.7


    USS Enterprise (NCC 1701)
    Lontano dal branco, lontano dal cuore.
    Ritorno alle origini, la vecchia ciclabile è un circuito che regala vecchie sensazioni e nuovi moscerini. Warm-up da 1,5 km. Il test prevede un 6x1000 da correre a velocità Indianapolis. Percorso che presenta una variante Ascari insidiosa, ma veloce. Marce tirate al massimo e motore fuori giri nel tratto finale. Nonostante il dominio Mercedes, la mia Ferrari viaggia rigorosamente sotto i 4' a km. C'è ancora tanta strada da fare, ma a Maranello siamo fiduciosi. Il giro finale da 2 km e per il pubblico festante.
    Il "Drake" Francesco sarebbe fiero di me. 



    martedì 27 maggio 2014

    "A perdifiato" di Mauro Covacich

    pag.17


    "Vedo il mascherone denutrito di un vegetariano sulla cinquantina in chiara fase di overtraining, tutti i chilometri in eccesso comparsi come graffiti, allenamento dopo allenamento, agli angoli degli occhi, della bocca, nell'incrocio delle sopracciglia. Vedo il massacro ipoproteico di un autolesionista con la testa rasata, un paio di New Balance da pista ai piedi e una bottiglia di integratori salini in mano".

    Celebrity Runners: Gianni Morandi


    «La corsa è un misto di sforzo fisico, silenzio, concentrazione mentale, rilassamento, fatica, liberazione. Quando passo un breve periodo in cui non riesco ad andare a correre mi sento vuoto, fisicamente impacciato, indolenzito. Mi sembra quasi di buttar via il tempo». G. Morandi


    Tanto per iniziare...

    www.disegnidacoloraregratis.it
    L' ultima volta che hai fatto sport, Martellini urlava "Campioni del Mondo"?!
    Il tuo frigorifero sembra più in forma di te?!
    Mentre fai la doccia non riesci a bagnarti i piedi?!
    Credi che il telecomando sia il fratello piccolo del tapis roulant?!
    Se hai risposto SI a tutte e quattro le domande, credo che tu debba rivolgerti a un centro specializzato in Baltimora.... se invece almeno a una (spero quella della doccia) hai risposto no, credo che sei ancora in tempo a rimetterti in forma e in salute. Con appena dieci settimane, potresti (condizionale d'obbligo), riuscire ad arrivare a correre 10 km, fondamentale nella riuscita sarà la forza di volontà e la "cattiveria" messa in campo.... condite da un'alimentazione giusta (Industriam adiuvat Deus).

    Settimana 1 (Penserete magari di poter fare di più, attenetevi comunque al programma)
    1 minuto di corsa alternati a 2 minuti di camminata da ripetere 10 volte

    Settimana 2 (vds punto 1, uno step alla volta)
    2 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 6 volte


    Settimana 3 (Potreste accusare già un leggero affanno, credete in voi)
    4 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 5 volte


    Settimana 4 (Importante step, mettete delle buone basi in questo punto)
    6 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 5 volte

    Settimana 5 (uno dei passaggi più traumatici, non arrendetevi!!)
    10 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 4 volte


    Settimana 6 (Si sale, avete però già un buon percorso alle spalle)
    15 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 3 volte

    Settimana 7 (Si... può... fare!!!) 
    25 minuti di corsa alternati a 3 minuti di camminata da ripetere 2 volte


    Settimana 8 (Addio alle camminate, niente paura!) 40 minuti di corsa da ripetere 3 volte durante la settimana
     

    Settimana 9 (Le porte del Paradiso)
    45 minuti di corsa da ripetere 2 volte la settimana

    50 minuti di corsa da ripetere 1 volta per concludere la settimana

    Settimana 10 (Se sei arrivato fin qui non puoi certo mollare)
    1 ora di corsa

     VITTORIA!!!

    Rocky Balboa

    Consiglio: Quando corri devi essere sempre in grado di poter conversare con chi hai accanto (vale anche per un eventuale amico immaginario), se non ci riesci stai andando troppo veloce.... abbassa il ritmo.

    lunedì 26 maggio 2014

    Runners: l'Espertina


    Potrebbe parlare per ore di bioritmi e sbalzi d'umore, no stop di calzature fluo e accessori, fino allo sfinimento di ormoni e antiossidanti. Una mitragliatrice di concetti e digressioni infarcite di "ecco perchè", "contrariamente a quanto si crede", "anch'io in passato", "ora me lo confermano tutti", "ma mi stai ascoltando!?". Nove volte su dieci è magra come un chiodo, verosimilmente per le calorie che brucia in maniera spasmodica e incontrollata con lo scilinguagnolo. Un fascio di nervi con sorriso a molla, pronto a scattare ogni qualvolta chi le gravita intorno le sottopone un interrogativo o un qualsivoglia problemino risolvibile in 30 secondi su google. Ti guarda con occhio vitreo mostrandoti la dentatura al gran completo e se ne resta immobile per qualche secondo per elaborare i dati. Poco dopo, disinnescato il sorriso, parte con la valanga di nozioni, consigli, percentuali e casistica, assimilata in anni di frequentazione di forum, blog e letture compulsive di magazine. Tutti!


    Testi e disegni di TheHandwww.thehand.it

    https://www.facebook.com/groups/cosedarunners/
    Nasce un bellissimo progetto di un libro illustrato sul mondo dei runners.


    "Perle di Saggezza" Lao Tzu.

    "Se sei depresso, stai vivendo nel

    passato. Se sei ansioso, stai vivendo nel

    futuro. Se sei in pace, stai vivendo nel

    presente. Considera il mondo come

    qualcosa di leggero, e lo spirito non sarà

    oppresso; considera le miriadi di cose

    come qualcosa di lieve, e la mente non

    sarà confusa. Considera uguali la vita e

    la morte, e l'intelletto non sarà

    spaventato; considera uguali il

    cambiamento e l'immutabilità, e la

    chiarezza non sarà oscurata."
     

    Correndo con Luca...

    1) 26 maggio
    Allenamento di gruppo
    appuntamento martedì 27 alle 18:30 al biscotto di Caracalla.
    Programma: riscaldamento, 4 allunghi, 15 x 400mt (con recupero di 200mt attivo), defaticamento, stretching leggero.


    2) 29 maggio
    Allenamento di gruppo
    In programma un collinare (Villa Pamphili - Roma) di circa 1 ora con ricognizione del percorso di gara della corribravetta.

    Alla prossima.
    Luca



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