martedì 29 aprile 2014

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Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 22089019.1



Padovani rientrati, vincenti e soddisfatti. Si ricomincia a lavorare insieme con lavori differenti. Gruppo compatto e sempre più numeroso. Ripetute a raffica. Partiamo soft con un 3x800, a seguire la nostra scala a scendere 3x600, 3x400, 3x200, 3x100. Come al solito partenza macchinosa con finale in crescendo. Rientro al trotto su strade conosciute. Nessun obiettivo all'orizzonte. Solo corsa.

Il mondo del Running

Il mondo running è fatto da persone di diversa estrazione sociale, età, cultura e sesso, è un immenso puzzle il cui collante è l'amore per la corsa. Nelle situazioni più disagiate, dopo aver avuto una giornata infernale un runner  per rilassarsi sente il bisogno di sgambare, la stanchezza fisica esorcizza quella mentale. E' da qualche hanno che frequento quest'ambiente un po' folle, e ne sono innamorata , si corre con tutti gli acciacchi possibili con qualsiasi condizione meteo,ed è fatto soprattutto da persone mature non più giovanissime, che riscoprono l'entusiasmo e la voglia di mettersi alla prova e in gioco tipica dei giovani. La corsa non è solo piacere ma è anche lavoro, impegno, i progressi sono lenti, ci vuole un po' di pazienza per riuscire a raggiungere, non dico la perfezione ma almeno di provarci. Ieri nell'allenamento  ho forzato un po' il mio ritmo naturale, correndo ad una velocità sostenuta per circa due chilometri, mi sono resa conto che non riuscivo a pensare, ero troppo concentrata a tenere il passo, ero sul pezzo citando il maestro, ero talmente impegnata nella respirazione che non avevo possibilità di divagare con la mente. La corsa non è solo piacere ma è anche sacrificio, un bel sacrificio, ma ti ripaga di tante insoddisfazioni e delusioni subite. I  sacrifici riguardano sia l'allenamento ma soprattutto  l'alimentazione perché il peso per il podista è fondamentale, ai fini della prestazione sportiva. Più si è leggeri e più si corre meglio, dicono che nella maratona ogni chilo in meno sono 2,5 secondi in meno al chilometro cioè quasi due minuti e non è poco. Come al solito la teoria mi riesce bene nell'attuazione pratica ho qualche problemino.


Tratto da http://bioenergia-fulvy.blogspot.it/

Qualche volta provate a correre minimal

"L'orologio o il cardio possono essere di troppo. Ascoltate il vostro corpo. Se imparate a sentire la vostra soglia della fatica, il momento in cui inizia a mancarvi il fiato, imparerete a gestire le energie che vi rimangono per tornare a casa.
Inutile avere una maglia in più. Se imparate a sentire il freddo e il caldo, allora reagirete naturalmente al cambio di temperatura senza alcuno spreco di energia.
Non è un consiglio "zen", ma una considerazione dettata dal buon senso. Dobbiamo imparare a correre in equilibrio. C'è un momento perfetto in alcune corse. Intorno a voi c'è il silenzio, oppure siete voi che siete riusciti a fare il silenzio intorno a voi. Non c'è lettore Mp3 che vi distragga. Il passo, il respiro, il battito del cuore suonano lo stesso ritmo. Non avvertite la fatica, avete la sensazione di poter continuare così per sempre: siete un corpo in movimento.
E' un attimo magico, che dura qualche minuto. Poi la fatica torna a farsi sentire, il sudore gocciola dalla fronte, il fiato è di nuovo corto e vi sentite pesanti. Ma per qualche istante avete goduto della "corsa perfetta"... vale la pena spogliarsi di tutto per provare questa sensazione."

lunedì 28 aprile 2014

Correndo con Luca...



28 aprile: allenamento di gruppo.
 
Seduta di salite (seguiranno 3 settimane di allenamento alla resistenza in velocità ed infine 3 settimane di pura velocità per essere al meglio nelle gare di giugno e poi luglio/agosto riposo per riprendere a settembre).
Vi suggerisco di alzare ancora un pochino l’asticella: 10 giri (di cui 1 di riscaldamento ed 1 uno di defaticamento), come la volta precedente (1 giro=1,4 km dei quali 500mt in salita. ndr). Lo scopo è quello di potenziare i muscoli degli arti inferiori per essere pronti alla prossima fase di allenamento alla resistenza in velocità e quindi vi suggerisco di effettuare i primi 300 mt della salita con il minor numero di appoggi pur mantenendo una postura di corsa, di conseguenza cercheremo di spingere il più possibile per poi accorciare la falcata negli ultimi 200 mt cercando di aumentare sia la frequenza che la velocità.


Alla prossima.
Luca

giovedì 24 aprile 2014

www.runtec.it

Navigando sul web alla ricerca di negozi online specializzati nel running, sono fortunatamente incappato in questo sito www.runtec.it e devo dire che l'ho trovato davvero ben fatto. Sono inoltre rimasto gradevolmente colpito dal blog che si trova al suo interno. Oltre a vendere dei prodotti al prossimo, credo sia giusto instradare i possibili acquirenti nella giusta direzione, ancor di più se si tratta della grande famiglia dei runners. Nella speranza di poter pubblicare in futuro, sulle pagine di runisnow, numerosi altri consigli da parte di questo sito, inizio suggerendovi questa gradita lettura sull'ABC di ogni runner... le scarpe  http://www.runtec.it/blog/classificazione-scarpe-running

"Si è atleti dal collo in su"

http://www.circolonuotoformia.it/
Seguendo il percorso agonistico nel nuoto di mia figlia, ho avuto la fortuna di conoscere, nel racconto dei suoi amici,  Mauro Ottaviani. La mia non è stata una conoscenza fisica di questo signore, purtroppo se n'è andato anni fa, ma l'ho conosciuto attraverso le parole di chi con lui ha lavorato e costruito per i giovani e con i giovani. Mi ha colpito molto. Il nuoto e la corsa sono molto simili, bisogna credere nella fatica, è l'unica strada che può permetterti di sognare, di portarti al successo e di gioire anche se per un solo istante. In queste poche righe l'amore per il suo sport e per i suoi ragazzi, ma soprattutto per la vita. 

"Cari ragazzi, anche se da lontano, apprendo giornalmente notizie che vi riguardano e anche se fisicamente non sono presente sul bordo vasca con voi, con la mente non sono mai andato via. Voi ragazzi miei continuate ad occupare gran parte dei miei pensieri, siete la mia migliore compagnia e credo che questo sia normale dal momento che posso tranquillamente affermare di aver trascorso gran parte della mia vita, e credo la parte migliore, con voi, cercando e sperimentando tecniche sempre più all’avanguardia, per condurre voi, i miei atleti in alto. E voi mi avete sempre seguito, fedeli e certi che ciò a cui vi sottoponevo era l’alternativa migliore. Purtroppo dalle parole dei miei cari vengo, non senza rammarico, a conoscenza del disagio che anche voi state vivendo a causa della triste situazione che coinvolge un po’ tutti, me in particolare. E’ proprio per questo motivo, ragazzi miei, che vi chiedo di tenere duro, di continuare ad essere quello che per me siete sempre stati, dal primo all’ultimo, dal più forte al più debole: il mio orgoglio. I risultati che otterrete da qui in poi, sono la prova vivente che “Mauro è passato di lì”, che ha seminato, e che ha lasciato dietro di se qualcosa di duraturo che si rinnoverà nel tempo attraverso di voi. Pertanto, ascoltate sempre ciò che i vostri allenatori dicono, seguite le loro indicazioni ed insegnamenti come se fossi io a darveli, e non vi stupite se magari, alle volte, possono sembrare bizzarri: del resto anche io sono stato sempre uno fuori dalle righe e per questo, talvolta, criticato. Ma il tempo, e i risultati poi, mi hanno dato ragione. Quando avete remore o perplessità confrontatevi con i miei collaboratori, avranno sempre per voi una parola giusta e di conforto, non abbiate titubanze, con me non ne avreste avute. Ricordate sempre, ragazzi miei, che si è atleti dal collo in su, ma questo voi lo sapete, ve lo ripeto spesso e continuerò a farlo. Perciò non fatevi distrarre da falsi miti e traguardi troppo facili…..sono gioie effimere. Siate uniti, tutti, tenaci e combattivi come sapete essere e come vi ho insegnato ad essere. Impegnatevi come se ogni giorno ci sia un traguardo da oltrepassare e vedrete che impegno e fatica diverranno le vostre migliori compagne di viaggio. Ora la faccio finita e vi chiedo un ultima cosa: non deludete le mie aspettative, voi più di altri sapete come la penso. Vi abbraccio, ragazzi miei, uno per uno, grazie per le emozioni che mi avete fatto vivere e che, sono certo, continuerete a darmi. Il vostro Allenatore MAURO"

Tratto dal sito http://www.circolonuotoformia.it/

mercoledì 23 aprile 2014

Boston



Pensare che...

Pensare che da grande volevo fare il calciatore.... La mattina durante le vacanze estive mi svegliava un fascio di luce che riusciva ad infiltrarsi tra le stecche della serranda, pensavo di vedere il raggio del sole e di poterlo addirittura toccare. Dividevo la camera con i miei due fratelli, entrambi essendo più grandi non avevano le vacanze estive, per loro il mondo del lavoro si era già aperto e quindi in quell'istante io ero il padrone assoluto, il signore del castello. Passavano pochi istanti e la mia mente volava alla grandiosa partita giocata il pomeriggio precedente con i miei amici. Tutti i giorni una sfida, non importava il numero dei partecipanti, bastava giocare. Il nostro stadio era un vecchio deposito delle birrerie abbandonato. Intorno mura alte circa due metri con delle righe di vernice bianca a delineare l'aria di rigore, il centrocampo e soprattutto le porte. Mi sembrava enorme quel nostro fantasioso campo di calcio, riuscivamo a giocarci anche in trenta, incredibile. Avevamo anche uno scalcinato rubinetto da dove usciva una pessima acqua, ma a noi non importava, dopo certe galoppate bastava farla scorrere un po' e ci sembrava persino buona. Era bello. Non esistevano maglie uguali, scarpe da calcio, niente di tutto questo, si facevano le squadre... Stefano, Carlo, Luca e Alessio contro Tonino, Francesco, Michele e Alessandro. Calzoncini corti e scarpe da ginnastica e poco importava se mamma al ritorno si sarebbe arrabbiata per le nostre ginocchia sbucciate. Il calcio mi piaceva. Ancora oggi non lo disdegno, ma allora era vera magia. I calzoncini corti per noi corrispondevano all'inizio delle vacanze, prima non li mettevi, fino a che c'era scuola non si poteva, non perché ci fosse una regola, ma perché ti vergognavi e non volevi che a scuola gli altri ti prendessero in giro. Poi un giorno la magia finì, lo sguardo di disappunto di una ragazza/bambina e quei calzoncini finirono per un lungo periodo nel cassetto. Finirono anche le nostre partite, cominciammo ad interessarci ad altro. Funziona così, ci innamoriamo di qualcosa, nutriamo questa passione con tutta l'anima per poi dimenticarcene distratti da altri interessi. Sono passati tanti anni da quelle partite eppure ancora oggi le ricordo con grande gioia. Correre... l'unica cosa che non mi piaceva di quelle fantastiche partite di calcio era correre, strana storia è la vita, pensare che se potessi tornare bambino sceglierei di fare il corridore. 

Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 2208916.4

 
 
Stessa storia, stesso posto, stesso bar...
Il gruppo cresce. Solito riscaldamento da 1 km, raggiunto l'obiettivo abbiamo effettuato un 10x300 alla media di 1'05, recupero da 100 m. Buone sensazioni. Sulla strada del ritorno gradoni, duri come il legno, gradevole sensazione di sofferenza. Rientrando 2 km sulla soglia dei 4'. Padovani sul piede di guerra. In bocca al lupo.
 
 

sabato 19 aprile 2014

Kilian

"Kilian è uno che corre sognando e non il contrario. La manifestazione corporea è solo il mezzo con il quale ha trovato la sua via e ora si trova nel bel mezzo del suo viaggio a una velocità inerziale, decisamente veloce. Le emozioni, i ricordi e le descrizioni delle sue corse sono figlie dell'età e cambiano nel corso della vita".



Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 220890504



Vento di tramontana, temperatura bassa. Effettuati 8 km a ritmo intenso. Ranghi serrati. Inizio morbido in progressione. Rientro verso la base al galoppo. Verso la fine un 4x100 alla morte. Chiusura con pizza & birra conditi da ottima compagnia.

venerdì 18 aprile 2014

Buona Pasqua

Un augurio affettuoso a tutti voi
 
 
Mi raccomando... mangiate tanto e correte di più
 

giovedì 17 aprile 2014

Correndo con Luca...

17 aprile
Obiettivo migliorare la propria velocità in gara. 
 
Riscaldamento, poi 4/5 allunghi, poi 10 x 400 con ritmo di -20'' rispetto alla media/min sui 10.000 con un recupero pari alla metà del tempo impiegato sui 400, poi 10 min di defaticamento e streching leggero.
Alcune spiegazioni per chi volesse effettuare l'allemento per conto proprio:
Riscaldamento: fase in cui si corre con una intensità pari al 50/60% e dura finchè non iniziamo a sudare ma almeno 10/15 minuti, senza la quale se iniziassimo subito a correre forte andremmo in contro a traumi muscolari.
Allunghi: si tratta di percorrere 100/120 metri cercando di allungare più possibile la falcata mantenendo sempre una andatura di corsa, quindi non sono degli scatti effettuati per andare più veloce possibile, ma una corsa cercando di spingere ed allungare il passo il più possibile, poi ovviamente questo allungare porta sicuramente ad andare più veloci ma non è questo lo scopo.
10 x 400: si percorrono 400 metri ad un ritmo leggermente superiore a quello che siamo abituati a fare in una gara di 10km per poi recuperare con una corsa leggera con una durata pari alla metà del tempo che abbiamo impiegato per percorrere i 400 metri, ma evitando di recuperare del tutto, altrimenti non otteremmo alcun miglioramento, quindi è normale che la fatica aumenta dopo ciascuna ripetuta, per questo motivo non bisogna partire a cannone ma è necessario saper dosare le forze per durare tutte e 10 le ripetute, con l'esperienza si acquisisce questa sensibilità, le prime volte è normale arrivare alla V o VI ripetuta con la lingua di fuori e dover sospendere la seduta.
Defaticamento: di nuovo corsa leggera, dopo aver accumulato acido lattico nei muscoli è bene continuare a correre, ma senza impegno fisico per dare modo al sangue di affluire nei muscoli ed ossigenarli eliminando l'acido lattico accumulato.
Streching: dopo aver corso i muscoli tendono ad accorciarsi e rimanere contratti e indolenziti, quindi è bene allungarli con appositi esercizi che spiegherò di persona ma che troverete sicuramente ben spiegati anche in rete. Il consiglio che vi do è quello di non esagerare mai subito dopo una gara o una seduta intensa perchè i muscoli sono stati troppo sollecitati e si rischiano microtraumi, in questi casi gli esercizi vanno fatti in maniera delicata e poi si ripetono a distanza di alcune ore dopo aver recuperato del tutto lo sforzo.
Alla prossima.

Luca



mercoledì 16 aprile 2014

Ripetutamente Vostro

Mica facile gestire un blog sulla corsa. Pensi di avere un sacco di cose da dire, ma poi ti viene la paura di essere ripetitivo. Una sorta di blocco dello scrittore, ovviamente lungi da me l'idea di ritenermi tale. Questo mio spazio sta prendendo sempre di più le sembianze di un diario e a giudicare dal numero di visualizzazioni c'è chi apprezza. In fondo è l'era del Grande Fratello e alla gente piace più essere spiata che spiare. Premesso questo, ieri, con i Sammy's, ci siamo sparati il solito giro di ripetute del martedì, solito teatro, quello del Torrino, girando intorno alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Dopo giorni di ordinaria primavera, ci siamo sorbiti un colpo di coda invernale. Temperatura decisamente fresca, asfalto asciugato, nonostante il diluvio pomeridiano, da folate di vento freddo e secco. Le ripetute non mi piacciono. Le trovo deprimenti e all'antitesi della corsa. Nella corsa vedo un momento di distrazione, mentre nelle ripetute, di qualsiasi natura, scopro un alto tasso di concentrazione. Mentre sei lì a tenere in considerazione vari fattori, gambe, cuore e muscoli in genere, ti accorgi del silenzio innaturale del gruppo. Il gruppo appunto. A me serve decisamente in questo tipo di attività, mi è di stimolo, mi aiuta a fare meglio e a non mollare, un po' come nei lunghi. Il bello del crocchio è la disparità dei commensali.
"La lepre". Quello che nella frazione parte forte, percorre le prime centinaia di metri a ritmo intenso, abbassa subito la cadenza, distanziando subito il resto dei partecipanti. Maledetto dai più, cala inesorabilmente nel finale, vittima di se stesso e in preda agli sberleffi. "Il passista". Quello dal passo regolare. E' un soggetto indistruttibile. Possiede un orologio biologico fabbricato in Svizzera e assemblato in Giappone. Non importa di che tipo di lavoro si tratti, lui sarà lì imperturbabile pronto a ogni situazione, magari parlandoti dei cambiamenti della società, mentre tu invece pensi che sia arrivato il momento di dettare le tue ultime volontà.  Il "progressista". Sistematicamente perde metri nello scatto iniziale, ma poi, come un cecchino, ti mette nel mirino fino a darti il colpo di grazia. Aumenta i giri in modo inversamente proporzionale ai battiti del cuore. Quando pensi di averlo finalmente "battuto" in una frazione, senti il suo respiro regolare alle spalle, per poi vedertelo scivolare via di fianco lasciandoti solo lo spazio di chiederti "da dove è sbucato questo??!". Infine "Lo sciacallo". Un sottomultiplo del passista, è rigorosamente posto alla fine del gruppo. Si mette a ruota e tiene il passo degli altri. Non si distanzia mai troppo, ingenuamente viene considerato il meno forte nella velocità, ma se provi solo a cedere di qualche metro, lui ti fotte. Fondamentale personaggio per gli equilibri della squadra. Ruoli non  definiti, paragonabili a scarpe che vengono calzate dallo sventurato di turno. Sei personaggi in cerca d'autore insomma, anche se in realtà abbiamo parlato solo di quattro elementi, in fondo però, nel gruppo  c'è sempre qualcuno che manca.

Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 2208897.4
 

Ripetute con variazioni di tema. Effettuato riscaldamento come di consueto. Raggiunto l'obiettivo, ci siamo lanciati in un 5x400, progressivo, brillante, ma non troppo. Dopo un recupero di 2 minuti, abbiamo chiuso un 3000 sfiorando e a volte abbattendo il muro dei 3'. Al rientro nuovamente 5x400, con il solito paio di minuti in recupero attivo. Stiamo crescendo.

martedì 15 aprile 2014

Correndo con Luca...

Inauguriamo la rubrica "Correndo con Luca".Con questo spazio vogliamo mettere a disposizione di tutti, un metodo d'allenamento efficace per migliorare le nostre prestazioni in gara. Al momento, sotto lo sguardo attento di Luca (allenatore preparato e competente), un gruppo di Runners appartenenti alla società ASD Amatori Villa Pamphili, si allena in gruppo conseguendo discreti miglioramenti prestazionali.
Sorrisi e sudore, sono il segreto di questo gruppo. 
Buona corsa a tutti.  


15 aprile
In previsione delle prossime gare di campionato con dure salite, l'allenamento consiste in 8 giri del circuito di Viale Giotto che è lungo circa 1,4 km dei quali 500mt in salita. L'obiettivo è quello di effettuare i giri sempre alla stessa andatura, quindi non si deve partire sparati per poi arrancare, l'andatura è a piacere, ovvero le salite sono sempre allenanti anche se fatte piano, però sarebbe meglio fare la salita in maniera impegnativa per poi recuperare nel tratto successivo. Segnatevi i tempi sul giro e poi comunicatemeli (non potrò essere al fianco di tutti) in tal modo vi potrò dare suggerimenti ulteriori per il futuro. 
Cercate di trovare una salita con una pendenza dell'8/10% lunga almeno 300mt e percorretela 8 volte per poi recuperare in discesa e per un tempo almeno doppio a quello che avere impiegato nel salire. 
Alla prossima
Luca



lunedì 14 aprile 2014

Londra


W.E.

Che bel fine settimana!! Ho gradito i miei 30 km percorsi di mattina su due itinerari diversi. I primi 15 km di sabato, dopo tanti mesi mi sono ributtato sulla cara vecchia pista ciclabile orfana ormai del Tevere. Mi sono goduto il cielo, la solitudine e il sole in faccia. Ho preso la buona abitudine di non correre più con le cuffiette quando sono solo, ascolto il mio respiro, il battito del mio cuore e dei miei passi. Studio il movimento delle mie spalle e delle mie mani, pugni chiusi, mani aperte... quali scegliere? Cerco di seguire i consigli e provo la postura, la falcata, anche se per pochi metri, poi mi lascio vincere dalla corsa e vado come vado, come so andare, come natura crea. Tutto perfetto, temperatura e gambe ottimali, peccato per i latrati dei cani che mi hanno spinto a ritornare sui miei passi. Pazienza, è stato bello fino a che è durato. Al rientro dentro casa risento quel piacevole dolore alle gambe, quella sensazione di fatica ovunque che da piacere. Domenica, storia diversa e itinerario diverso. Spesso accade o forse è meglio dire, spesso mi accade, che dopo un'uscita brillante di modesta entità, il giorno seguente mi trovo a non capire cosa mi succeda. Polmoni, testa e cuore in completa bambola. Nulla funziona a dovere, solo la sceneggiatura è buona. Dalla santità di San Pietro alla maestà del Colosseo, la Grande Bellezza, regala scorci unici per chiunque, anche per chi come me attraversa spesso certe strade. Fatichi e stantuffi in attesa di qualcosa che "sblocchi" questo impasse. All'ingresso di Caracalla ho deciso di non andare, al momento non mi sento più parte di questo, preferisco correre così, da solo, come un tempo. Sulla via del ritorno tutto è tornato normale. Ritmi e sensazioni gradevoli. Certe volte basta ritrovare la strada di casa per potersi perdere di nuovo.

Riposo

"A volte, la cosa più urgente e importante che si possa fare, è concedersi un completo riposo".
Ashleigh Brilliant

giovedì 10 aprile 2014

Villa Ada

Ultimamente mi sono abituato a correre in compagnia. Il gruppo ti da forza. Ti sprona a dare di più e a fare meglio. Non solo negli allenamenti, ma anche in gara. Capita sovente che preferisco aggregarmi. Il ruolo del gregario mi sta bene. Non sono da volata e non credo di avere la forza per segnare il ritmo, mi metto lì a ruota e come un ciclista preferisco stare "coperto". Nella vita sportiva del runner però, la solitudine è un cardine fondamentale, una sorta di dogma imprescindibile, quindi nelle occasioni in cui mi trovo a correre da solo faccio più fatica. La respirazione è più affannosa e i ritmi più esasperati. Ci pensavo proprio oggi, mentre correvo a villa Ada, un parco di Roma. Per la prima volta ero lì, solo, in un posto sconosciuto e senza punti di riferimento. Dentro di me un mix di sensazioni, il bello di essere lì al caldo a correre, e il brutto di non sapermi gestire al meglio, come fossi fuori fase. Pensavo che bisogna allenarsi anche a stare soli, in fondo nel momento di difficoltà l'aiuto esterno è relativo, le forze per andare avanti le troviamo comunque dentro di noi. 

Salute

"stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia"


Tutti, e quanto dico tutti, dico tutti, abbiamo cominciato questa meravigliosa attività alla ricerca della salute. Magari per perdere qualche chilo, magari per trovare una sorta di benessere mentale, magari perché il medico ci ha detto che bisogna praticare sport all'aria aperta. Abbiamo faticato senza mollare muovendo i nostri primi passi in questo mondo, infagottati di sudore e di speranza. Col passare del tempo ci sono stati  vari scatti mentali che ci hanno portano ad esasperare questa ricerca. "Se correre due volte alla settimana mi fa stare così bene, figurati correre quattro volte che contributo può darmi in termini di benessere". Questo è spesso il pensiero che abbiamo portato avanti. Complici poi i risultati, si cercano nuove sfide e nuove avventure, la prima gara da 5 o 10 km, la mezza maratona o addirittura la Maratona. Traguardi una volta impensabili che agli occhi dei profani ci fanno apparire come dei "malati".  Malati appunto, possiamo definirci in questo modo, malati di corsa. Sono fiero e orgoglioso se qualcuno mi viene a dire che sono "fissato" per questo sport, in fondo è vero. Ogni giorno il mio pensiero corre alla corsa innumerevoli volte, sia per il piacere di farlo che per i programmi o gli impegni ad essa legati. Si scopre un mondo dietro il semplice correre... amici, amori. La mia è una "malattia" mentale rivolta al running. E come me ce ne sono tanti. Gruppi e squadre di runners, di malati della corsa. Gente che, partita da un semplice paio di scarpe è arrivata a costruirsi una nuova vita. In tutto questo trovo e scopro la positività di questo stato d'essere, che ammiro e sprono a seguire anche a chi di corsa non sa nulla. Poi c'è l'altro lato della medaglia... quello che non condivido, quello che esaspera negativamente la fatica e quello che mi fa pensare che alcuni non sono "malati di corsa", ma sono malati e basta. Correre è giusto, correre fino ai propri limiti può essere comprensibile, correre oltre no! Il corpo umano è una macchina perfetta, ci manda segnali precisi, ci invita a spingere quando ci sentiamo bene e ci consiglia di rallentare quando le cose non vanno. Dobbiamo semplicemente ascoltarlo senza costringerlo ad eccessi inutili. In fondo la nostra corsa non deve dimostrare niente a nessuno se non a noi stessi. Il nostro corpo è un tempio, rispettiamolo. La maggior parte dei runners che vedo e conosco hanno superato la soglia dei 35 anni e grazie allo sport si sentono giovani e invincibili, però il recupero e il riposo sono parti integranti di ogni buon allenamento e superata una certa età bisogna darsi i giusti tempi. Stessa cosa vale per le prove che tentiamo di affrontare, per le sfide che ci poniamo davanti. Se il nostro amico affronta una "gara", termine improprio, di 100 km, non è detto che anche noi possiamo farlo. A tutto e per tutti c'è un limite, basta saperlo accettare con serenità. Il nostro correre potrebbe fermarsi alla corsetta al parco e non ci sarebbe nulla di male. Non di sole sfide vive l'essere umano. Non bisognerebbe perdere di vista che con questo sport si rischia di farsi male se non si rispettano piccole regole fatte di buonsenso. Nel mio piccolo cerco di rispettarle, perché in fondo voglio rimanere malato a lungo...
Buona corsa a tutti.


mercoledì 9 aprile 2014

"Ai Granai" di Annalisa Gabriele

Giovani Presidenti crescono
Domenica saggiamo la primavera. La fatica, lo sforzo, i saliscendi impastati con la prima vera calura della stagione. E se i continui grigiori e gli acquazzoni dei giorni passati incupivano un po’ il nostro umore, domenica il sole ha allietato la nostra corsa e inzuppato le nostre canotte. Così che subito dopo tagliato il traguardo e visti i tempi il confronto è immediato. Certo che a Ciampino è andata meglio..... Ma no! Ciampino è più corta e poi oggi il caldo, le salite... Così che per fare più o meno lo stesso tempo di una settimana fa si è faticato molto di più. Non so se questo sia la realtà o se sia solo la nostra percezione. Se l'ultima fatica è sempre quella più grande. Se il ricordo più nitido scaccia inevitabilmente quello più vecchio. Eppure ci sono ricordi difficili da dimenticare. Sensazioni, emozioni che ci segnano e ci cambiano questo non ha niente a che vedere con la nostra prestazione ma come noi viviamo il momento e il significato che quel gesto, quel sorriso, quell'ultimo passo prima del traguardo assume per noi in quel preciso istante. Il segreto e la ricchezza per godere a pieno di ogni esperienza è riuscire a cogliere sempre quella parte bella e significativa di ogni nostro sforzo. Dare un peso e un'importanza a ciò che facciamo caricandolo di gioia e allegria. Anche una semplice domenica mattina di fronte ad un centro commerciale può divenire un ricordo da conservare. Una bella mattinata che vale la pena di essere goduto. Così come hanno cercato di fare le quasi 2000 persone che hanno partecipato alla Granai Run e i tantissimi bambini protagonisti ed emuli dei loro genitori. Sarà scoccata la scintilla in alcuni di quei giovani cuori? In quei brevissimi ma al contempo infiniti 100m avranno assaporato  il sapore forte della loro energia? L'emozione di mettersi in gioco in prima persona senza delegare missioni ed imprese ad eroi virtuali? Sono sicura di si. Si vede in quei piccoli pugni stretti nella determinazione di arrivare, nel bagliore degli occhi e  nei sorrisi trionfanti di molti di loro. Sarà un ricordo anche questo. Importante e bello che conserveranno e chissà che tra qualche anno, frementi ed emozionati sulla linea di partenza di questa gara non ci siano proprio loro. A dare un senso particolare a quel momento perché proprio lì, anni prima, in una bella mattina di primavera con il sole e il caldo, hanno iniziato a correre. Hanno capito che amavano farlo e non si sono fermati più. 

Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 2208878


Fartlek e potenziamento. Abbiamo cominciato con il solito riscaldamento da 1 km, successivamente fartlek da 1 minuto in progressione. Buone sensazioni, come al solito inizio brillante, calo centrale e ripresa nel finale. Gli aspiranti padovani sembrano in forma. Gradoni di Zemaniana memoria a chiudere. Dopo la maratona per la prima volta mi sento leggermente meglio. 

lunedì 7 aprile 2014

Saluti e Ritorni

Sole! Dopo tanti mesi rieccolo splendere sull'asfalto, fastidioso in certi tratti. Gradevole l'ombra che palpeggia i pini allineati al centro della strada. Siamo in tanti, sensazione di forte calore già dalla partenza. Pelle bianca. 
La mia giornata di sport comincia nel peggiore dei modi, mi sveglio in totale assenza di carica agonistica, immagino una sdraia e un ombrellone con la mia "carcassa" ormeggiata sopra a godersi il vento e il mare. Provo anche a chiedere il permesso per non gareggiare, ma il mio tecnico mi sprona dicendomi "preparami il cappuccino e poi vai...", senza appello!! Esco di casa in tuta sociale e con lo zaino sulle spalle. Mario è già sotto casa ad aspettarmi con il motore accesso, scena da film gangster. Pochi minuti e prendiamo a bordo anche Luca, direzione Granai. Entriamo nella "buca" dove ci sono i vari gazebo e vedo tutte le persone che come formiche colorate riempiono questo grande formicaio. Le bandiere ramarre sventolano alte. Il verde dei nostri colori spicca evidente sugli altri. Soliti saluti, soliti convenevoli. Mi fa sempre piacere vedere i Ramarri, gente allegra. Facce incuriosite e un po' spaesate quelle dei nuovi iscritti. Mi aggrego con i Sammy's, prendo i miei soliti quattro o cinque goliardici "cazziatoni" e cominciamo a prepararci. Durante il riscaldamento, su e giù per le strade del quartiere, provo a trovare dentro di me un minimo di voglia di gareggiare, ma non c'è niente da fare, di correre mi va, ma di andare forte proprio no. La maratona ha preso la residenza sulle mie gambe e sembra non volersene andare. Sono stanco. Luca mi propone di viaggiare a 5' a km, mi sembra buona come velocità di crociera e accetto subito, andrei anche più piano. In attesa di partire la grande novità è proprio lui, il sole. Partiamo decisamente lontani dall'arco dello sponsor, sembriamo un treno a vapore che fatica a mettersi in moto, ci manca solo il comignolo e il fumo. Come da programma siamo alla velocità stabilita, salutiamo Anita e Camila e prendiamo il largo. Sapere che Anita ha ripreso a correre mi ha reso felice. Il resto della gara è un susseguirsi di saluti ai compagni di gara e agli amici. Per la prima volta mi sento un corpo estraneo a tutto questo. Alla fine chiudo in 47 minuti abbondanti che non sanno ne di carne e ne di pesce, ma che tutto sommato mi regalano belle sensazioni. Sono decisamente stanco e mentalmente scarico, la voglia di correre c'è ancora, magari a ritmi diversi.
Per le gare ci sarà tempo, per un po' ho voglia di tornare alle origini. Niente sport.... solo giochi.

venerdì 4 aprile 2014

Next Stop


We Want You

Un'esperienza di vita, un racconto di una gara, un trucco per migliorare, il giudizio su una scarpa da running o qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con la corsa. Se ci hai pensato anche solo per un momento e vorresti raccontarti... scrivi!!! 

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Mio figlio

Avevo appena posato sul bancone del locale il boccale di vetro. Fredda al punto giusto e con la giusta quantità di schiuma e mentre guardavo la spuma crollare sul fianco del bicchiere opaco per il gelo della "bionda", sento alle mie spalle la voce acuta e nasale di Cesare, 5 anni. "Papà oggi io e Giulia ci siamo baciati". Mi giro lentamente e lo vedo seduto su di una sedia in legno e vimini, tra due tavoli coperti da tovaglie gialle. Non mi guarda è intento a giocarellare con una sorta di bruco gelatinoso comprato in edicola. Siamo soli, io e lui, aspettiamo le pizze da portare via. Senza alzare lo sguardo aggiusta la mira e come a giustificarsi mi dice "sulla guancia però...". Mi guarda e mi sorride. Mi vedo in lui e gli domando se è innamorato, mi risponde di si. Gli chiedo se ama la voce di questa bimba e le sue guance e se gli batte il cuore quando la vede. Spostando lo sguardo da un'altra parte e con un sorriso che gli esplode in viso mi spara un altro "si" deciso. Da lì ci siamo messi a parlare di ragazze.
Vera magia.

giovedì 3 aprile 2014

Memorandum


Martedì: Ripetute Lunghe
(SS. Pietro e Paolo)

Giovedì: Medio forte con allunghi
(Giro dei Ponti) 

Venerdì: Ripetute brevi in salita
(Villa Pamphili)

Sabato: Ritorno alle origini
(Villa Pamphili)

Domenica: Lungo
(Amici o Mare)

Muscoli Abbandonati


Semplice può sembrare uscire di casa indossando un completo da runner e un paio di scarpe da ginnastica, decidere un percorso da seguire e poi crogiolarsi sui risultati della nostra attività fisica. In realtà non è così “banale”, dietro la corsa dovrebbe esserci molto altro, così almeno dicono le persone più esperte di me e della quale condivido e sposo pienamente il pensiero. Basta indagare su riviste o siti specializzati per rendersi conto di quanto sia importante “alimentare” tutta la nostra muscolatura. Parliamo quindi di potenziamento muscolare. Da svolgersi a corpo libero o in palestra, il nostro fisico deve essere predisposto a questa nostra passione. Molti ad esempio sono convinti che trattandosi di corsa i muscoli delle gambe non vadano allenati, niente di più sbagliato. Ognuno di noi possiede un proprio metodo di corsa, assume una personalissima postura, in base a questo la nostra falcata sarà diversa da individuo a individuo e di conseguenza i muscoli coinvolti nel gesto atletico saranno diversi. Ovviamente chi ha una falcata ampia tenderà a sfruttare determinati gruppi muscolari rispetto a chi invece corre a piccoli passi. La premessa da fare è che per una buona corsa bisognerebbe correggere innanzitutto le posizioni sbagliate e gli atteggiamenti posturali errati… lo dice uno che correndo spesso osserva più i propri piedi che non la flora e la fauna che lo circonda. Per potenziamento non si intende solo quello svolto con esercizi specifici in palestra utilizzando macchine isotoniche (pressa, leg extension, etc.) o a corpo libero (squat, etc.), ma anche quello mediante allenamenti mirati come ad esempio le ripetute medie e brevi in salita. Nella preparazione di una gara impegnativa come una 10km, una mezza maratona o una maratona, deve essere importante anche la preparazione atletica dei muscoli situati nella parte superiore del nostro corpo. Spalle, addominali e dorsali risultano fondamentali nella corsa, non dobbiamo pensare che le nostre gambe mentre corriamo portano a “spasso” il resto del nostro corpo. Non è così. Più i nostri muscoli sono preparati e maggiormente sarà corale la distribuzione di fatica che il nostro fisico dovrà affrontare. Mediamente un runner svolge almeno quattro allenamenti settimanali, tralasciando spesso il potenziamento muscolare, che invece potrebbe risultare determinate nel miglioramento della prestazione atletica e nella prevenzione degli infortuni. Sarebbe consigliabile dedicare almeno un paio di ore settimanali a questa attività, fortunatamente con piccoli bilancieri anche in casa si può svolgere un programma ottimale, coinvolgendo numerosi gruppi muscolari (pure in palestra non bisognerebbe utilizzare carichi eccessivi). Addominali, flessioni e piegamenti sono sempre stati l’ABC della ginnastica sin dai tempi delle elementari, buona norma sarebbe riprendere le buone abitudini.

martedì 1 aprile 2014

"Biodiversità" di Chiara Fierimonte

La biodiversità del runner: sveglia alle 6, scarpette e corsa. Doccia, colazione e velocemente fai anche la spesa. Sono le 9, tutto fatto... Sali in macchina con il marito sveglio da poco e gli chiedi: "Amore hai fatto colazione?" e lui:"no, non ho avuto tempo" O.o

Spazio Ultima Frontiera

Diario del Capitano, data stellare 2208750.



Dopo più di una settimana dalla maratona di Roma, riprendiamo a lavorare sul serio. Nessun obiettivo prossimo, navighiamo a vista. Si riparte con un 5x2000, intenso, con 2 minuti di recupero. Viaggiamo per ora insieme a chi sta preparando la Maratona di Padova. Gambe molli, fiato corto e battiti troppo alti. Motivazioni crescenti. 

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