domenica 26 gennaio 2014

Fuori dalla buca

Il gazebo certe volte ricorda un formicaio, dove entrano ed escono tante laboriose formichine, confusione, schiamazzi, gente che si saluta, gente che si presenta, famiglie e qualche bambino, tutto molto bello, anche il freddo. Gara tosta oggi, 22 km tra salite e discese, con un famigerato “salitone” che scaturisce in molti tante sensazioni, un misto di timore e curiosità. Ho un ginocchio malconcio, sono già due settimane che mi crea qualche problema e non mi ha dato modo di allenarmi al meglio, sono preoccupato, forse con una 10 km mi sentirei più tranquillo, ma la voglia di stare insieme mi ha spinto ad esserci, sento comunque di aver fatto bene a stare qui. Francesco mi chiama e mi “rattoppa”, mi dice di stare tranquillo e di non pensarci… non è facile, ma ci provo. Sono insieme agli altri e questo mi da sicurezza, so che sono forti e sarà tosta stargli dietro, ma sarà importante almeno provarci. Davanti all’arco della partenza siamo stipati come in un pollaio e il freddo si fa meno pungente, sono coperto a sufficienza, forse anche troppo, lo starter da il via alla gara con un leggerissimo ritardo, ma non ce ne accorgiamo. Pronti via e… salita, subito uno strappo impegnativo, sembra di andare sulle scale, testa bassa e silenzio tombale intorno, nonostante siamo solo ai primi metri di gara. Il cielo è grigio, la strada anche, ma permette comunque un’ottima viabilità. Abbandoniamo Nepi in direzione Civita Castellana, il nostro passaggio tra le campagne è relativamente silenzioso, il percorso è un misto di salite brevi e ripide, assecondate da lunghe leggere discese. Il secondo dei Tre Comuni ci accoglie discretamente, gente qua e là infagottata spinta dalla curiosità di vedere questa “diversità”, fino al secondo ristoro dove lo speaker vivacizza un po’ la giornata e dove si affaccia un sole decisamente caldo. Bottiglie e bicchieri di plastica ovunque, il salitone è alle porte. Francesco dirige la gara del nostro gruppo, spinge di più nelle salite e tiene il passo nel misto composto da discese e tratti in piano. E’ in forma e con lui Gianluca, Stefano e Andrea, io e Giorgio chiudiamo il gruppo di questi Ramarri. Salutiamo Civita con una brusca svolta a destra che ci immette in un discesone ripido, entriamo in una buca che fa presagire già cosa potrà essere il seguito della gara. Passiamo sopra un ponte, sotto vedo un ruscello, alzo gli occhi verso destra e la vedo... la salita. “Merda!” é la prima parola che mi viene in mente, ripida e lunghissima, ho anche pensato per brevi tratti che si trattasse di uno scherzo, invece no, guardo i miei compagni e vedo Gianluca che parte subito forte, seguito da Andrea e Francesco e subito dopo da Stefano. Io e Giorgio non rispondiamo subito, perdo subito una decina di metri dai miei compagni, ma decido di andare al mio passo, in fondo il ginocchio non mi da fastidio e posso farcela. Scorro tanti altri runner, il fiato si fa grosso, testa bassa e braccia ciondoloni. Sembra interminabile, da lontano vedo i palloncini azzurri dei 5’ a km, provo a darmi loro come obiettivo primario, per cercare di riprendere il mio gruppo in seconda battuta. Sarà dura. Mi chiedo se sto esagerando, se sto salendo troppo forte, la risposta arriverà più avanti. Scolliniamo, anche se ancora in salita siamo in un tratto decisamente più morbido, sono riuscito ad agguantare i peace-maker che avevo davanti. In lontananza vedo la testa “blu” di Francesco, capisco che non riuscirò mai a rientrare, decido allora di fermarmi con questo nuovo gruppo di marcia, ma la salita mi ha messo troppo alla prova. Fino al 19° km riesco a tenere bene, dopo di che sono costretto ad una inesorabile resa, alzo il ritmo e comincia la processione al contrario, i “colleghi” sorpassati in salita mi restituiscono la cortesia e pian, paino li vedo allontanarsi. Tengo duro, in fondo Castel Sant'Elia è alle mie spalle e Nepi alle porte, mi raggiunge Fabrizio e mi tiene compagnia per qualche metro, Domenico mi sprona a non mollare e Giorgio fa lo stesso, tutti e tre diventano il mio punto di riferimento per terminare la gara. Ultima salita, la gente incita a non mollare, entro in piazza e davanti a me c’è il traguardo, non riesco neanche ad alzare le braccia. Sono comunque soddisfatto, ho chiuso in un tempo discreto anche se ho faticato tanto, la gamba non mi ha fatto male e sono stato in compagnia di tanti amici. La carovana è passata e punta verso Ostia. Cosa voglio di più??! Tre punti a Verona… Beh! sono stato accontentato!
Licenza Creative Commons
runisnow è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.